È finalmente uscita la serie su cui Disney+ sta puntando molto, data l’enorme mole di pubblicità fatta: Shōgun. La miniserie statunitense si basa sul romanzo omonimo del 1975 scritto da James Clavell ed è prodotta da FX Productions. Alla scrittura della sceneggiatura ci ha pensato Justin Marks supervisionato dalla produttrice e moglie Rachel Kondo. Questo è il secondo adattamento che riceve il romanzo dato che già nel 1980 ne uscì una versione diretta da Jerry London. Le riprese sono state fatte tra Giappone e Vancouver, quest’ultima per girare le scene principali. Grazie a questo prodotto potrete ammirare lo shogunato come non l’avete mai visto.
La cadenza con cui verranno pubblicati gli episodi è settimanale ad eccezion fatta per i primi due che sono usciti oggi. L’intera stagione conterà 10 episodi totali della durata di circa 56 minuti l’uno. Per apprezzare meglio il prodotto vi consigliamo di seguirlo sottotitolato così da capire le varie sfaccettature linguistiche e i vari cambi di lingua. Questo in vista della presenza di parti sia in giapponese che, anche se raramente, in lingua portoghese oltre che inglese. Vediamo insieme in questa recensione dei primi 8 episodi cosa ci aspetterà e cerchiamo di capire se Disney+ ci ha visto lungo.
Le cinque famiglie Reggenti
Con la morte del Taikō il regno rimane senza qualcuno che possa regnare. Al suo posto, finché l’erede Yaechiyo non raggiunge l’età adatta per regnare, si trovano 5 famiglie: Ishido, Ohno, Kiyama, Sugiyama e Yoshii. Ognuna di loro ha firmato un accordo per fare da Reggente e proteggere l’erede. Come in ogni gioco di potere si susseguono sotterfugi, intrighi e tradimenti da parte di qualcuno. L’unico che però sembra davvero interessato a rispettare il proprio compito è Yoshii Toranaga (Hiroyuki Sanada) a differenza dei suoi alleati. Una serie di complotti tra i quattro Reggenti porteranno Toranaga a doversi allontanare da loro. Sarà davvero al sicuro fuori dalle grinfie dei suoi finti alleati? Ci troveremo spesso a porci questa domanda e quando sembrerà tutto finito arriverà una nuova minaccia per lui.
Cosa ci fa il nostro John Blackthorne (Cosmo Jarvis) in territorio giapponese e cosa lo legherà a Toranaga? L’odio di John verso i portoghesi e verso i cristiani lo aiuteranno o lo porteranno con un piede nella fossa? Blackthorne avrà un ruolo fondamentale insieme alla sua traduttrice Mariko (Anna Sawai) andando a comporre il trio dei personaggi principali. A fare da satelliti intorno a questi tre personaggi abbiamo Yabushige (Tadanobu Asano), Hiromatsu, Buntaro e tanti altri. Ognuno sarà la spalla, a suo modo, nel piano di Toranaga per non lasciarci le penne. Che cosa riserverà il fato a Toranaga e Blackthorne e chi avrà la meglio tra loro due e i quattro reggenti? A fine ottavo episodio avrete un colpo di scena da lasciarvi a bocca aperta (come il sottoscritto) e non vedrete l’ora di vedere gli episodi conclusivi.
Conflitto protestanti contro cristiani
Vi starete chiedendo cosa c’entrano queste due religioni in un conflitto per la successione al posto di Shōgun. Come la storia ci insegna il Giappone è stato per anni un luogo totalmente isolato dal mondo fino al momento della scoperta. All’interno della serie è già immerso nelle rotte commerciali e quindi c’è un via vai di persone di tutte le nazionalità. Detto ciò arriviamo senza troppa difficoltà alla risposta del quesito iniziale e ciò influirà anche sulla scelta di chi supportare. Le famiglie Ohno e Kiyama infatti sfruttano il loro essere “cristiani” per poter guadagnare collaborando con paesi a loro favorevoli. Blackthorne si trovava in quelle acque proprio per ragioni commerciali andando però a naufragare nella zona dell’Izu comandata da Yabushige. Il loro primo incontro non sarà di certo amore a prima vista ma col tempo si smusseranno gli angoli di entrambi.
Queste alleanze giovano non solo al portafoglio ma anche sull’influenza che possono avere tra i Reggenti. Ciò però non basta per renderli abbastanza potenti da prendersi il posto con le proprie forze. Soprattutto Kiyama giocherà questa carta ma basterà per avere la meglio su Ishido? Egli infatti è, tra i quattro, il più determinato ad avere il ruolo di Shōgun e farà di tutto per poterlo occupare. Purtroppo per lui ha davanti delle persone altrettanto agguerrite e senza contare Toranaga, al quale non interessa il posto vacante, che non lo vuole vedere ricoprire tale carica. La sola presenza di John mette in ginocchio l’alleanza dei quattro Reggenti perché considerato un barbaro e quindi inadeguato in terra nipponica. Non sarà della stessa idea Toranaga che, piano piano, ne scoprirà il reale valore.
Il ruolo della donna nel Giappone feudale
Quando si pensa all’epoca dello shogunato vengono subito in mente i samurai come è giusto che sia. Ciò che però tendiamo a sottovalutare è che dietro un grande samurai c’è sempre una grande donna. Tale fattore viene sottolineato anche in questa serie con la figura di Mariko. Pur non essendo la moglie di Toranaga ella ricopre un ruolo fondamentale nelle complicate vicissitudini che circondano il nostro protagonista. Ma non è solo lei l’unica a dar man forte a questa realtà, ci pensa anche Lady Ochiba che, con la sua furbizia, riesce a mettere in scacco tutti i Reggenti.
La figura della donna è molto importante nel Giappone feudale come in ogni epoca. Spesso riescono a tessere intrighi più complessi degli uomini o addirittura ne sono loro le artefici. Nella serie viene data importanza alle case da tè dove spesso le cortigiane erano le prime a saperne di più degli uomini riguardo a tradimenti e sotterfugi. Viene presentata anche la figura delle donne usate come assassine spietate ma che possono cambiare le sorti di una guerra. addestrate segretamente per poter compiere anche un solo assassinio.
Le nostre parziali conclusioni su Shōgun
Si rimane davvero incantati già solo nel vedere i paesaggi in cui è girata la serie. Tutto curato nei dettagli e bellissima anche l’opening con il parallelismo mare/giardino zen quindi guardatela almeno una volta. La trama è davvero intricata e complicata come solo la politica può essere. Non contenti di ciò vengono aggiunte altre mini trame che fanno da contorno a quella principale ma fondamentali. Nell’insieme si potrebbe immaginare la trama come quelle lavagne dei detective con fili rossi collegati ovunque. Manca un po’ la componente dei combattimenti, che ci si aspetta in film del genere, seppur presente ma non preponderante. La scelta può esser data dal non voler creare il solito cliché dei film sul Giappone con solo combattimenti e urla. L’ultima scena dell’ottava puntata però fa presagire uno spargimento di sangue non indifferente nelle ultime due puntate.
Speriamo di avervi incuriosito abbastanza con questa recensione e che ci farete sapere la vostra sulla serie. Per poter leggere altre recensioni vi consigliamo di andare sul nostro sito di Kaleidoverse. Oltre alle recensioni (le ultime riguardano Taylor Tomlinson: Have it all e A killer paradox) potrete trovare anche approfondimenti su personaggi, serie TV o film (Top 10 film horror del 2023 ad esempio ) o guide per videogiochi. Per poter rimanere aggiornati riguardo le nostre pubblicazioni avete due modi: seguirci sulle nostre pagine Facebook e Instagram oppure, più semplicemente, entrare a far parte della community di Telegram.