Dopo una serie di trailer e anticipazioni, l’acclamato franchise di sparatutto online di DICE è finalmente tornato. Rilasciato il 19 novembre 2021 per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S Battlefield 2042 promette un gameplay innovativo e completamente diverso da ciò che abbiamo visto negli ultimi vent’anni, raddoppiando il numero di giocatori all’interno delle partite da 64 a 128, con mappe di dimensioni titaniche e delle modalità di gioco originali, il tutto mantenendo la familiarità che accomuna tutti i titoli della saga. Sarà però riuscita l’opera nel suo intento di distinguersi dalla massa di fps in circolazione e a ritagliarsi un posto tra i titoli degni di nota del 2021? Lo scopriremo in questa recensione.
Preparate i fucili, inizia la guerra
In particolar modo, le tre esperienze multiplayer offerte da Battlefield 2042 sono: All-Out Warfare, un conflitto su larga scala costruito sulle basi delle “vecchie” modalità Conquista e Sfondamento; Hazard Zone, dove la sopravvivenza spinge alla creazione del perfetto lavoro di squadra; e Portal, una modalità che permette ai giocatori di sbizzarrirsi creando le proprie partite personalizzate e scegliendo le regole sulle quali basare lo scontro. A questo punto vi starete probabilmente domandando “e la campagna?”, beh, Electronic Arts ha deciso di rischiare con questo titolo, non inserendo per la prima volta nella storia del franchise la modalità in singleplayer in cui si poteva impersonare un soldato e rivivere la storia di un qualsivoglia conflitto.
Tra tutte le modalità proposte, comunque, regna una certa propensione al disorientamento in colui che, effettivamente, gioca. Ogni partita è vittima di una dose massiccia di dispersione nei vari ambiti, nonostante Battlefield 2042 cerchi in tutti i modi di spiegarti ogni dettaglio passaggio per passaggio. Pecca dunque una mancanza di comunicazione verso l’utente a livello grafico e intuitivo, cosa che sarebbe stata tranquillamente ovviabile aggiungendo dei segnali comunicanti visivi, e non abbandonando l’acquirente a sé stesso, spedendolo tra le tempeste di sabbia e sperando di riuscire, dopo un certo lasso di tempo, a comprendere dov’è e ciò che dovrebbe fare per giungere alla vittoria. Insomma, un’opera videoludica è tale nel momento in cui riesce anche a guidare colui che gioca all’interno dei suoi meandri, fino a quelli più nascosti, ma in questo frangente le mosse di DICE sembrano siano state troppo approssimative. Peccato.
La fonte della longevità di un multiplayer
Senza ombra di dubbio, è la modalità Portal ad averci convinto di più. Si tratta di uno strumento di personalizzazione di elementi come la modalità di gioco, la rotazione della mappa, le restrizioni dell’arsenale e le regole. DICE ha reso questo builder ancora più semplice da utilizzare grazie all’accessibilità via browser, e rappresenterà sicuramente uno degli strumenti che eviterà di far cadere Battlefield 2042 nel baratro dei giochi dimenticati. Oltre alla creazione di livelli completamente da zero, sono state riproposte anche delle mappe classiche del franchise, dove si possono modificare o mantenere le regole originali, in modo da avere la sensazione di lavorare a braccetto con gli sviluppatori dell’opera.
Uno degli aspetti più interessati di Battlefield 2042 è la caratterizzazione delle classi di soldati, ognuna delle quali presenta il proprio modo peculiare di partecipare nelle battaglie. L’opera porta a schermo dieci specialisti, i quali vengono raggruppati in quattro categorie principali: Assalto, Ingeniere, Supporto e Ricognizione. Non solo però potrete scegliere il vostro prediletto prima dell’inizio della partita, ma potrete anche cambiarlo in corso d’opera, così come avrete la possibilità di personalizzare la vostra arma. È infatti presente un menu olografico a comparsa in cui potrete avere una panoramica generale della vostra arma e avrete modo di cambiare qualsiasi pezzo vogliate. Questa implementazione migliora notevolmente l’esperienza di gioco in multiplayer, e permette di vivere le partite, soprattutto visto la loro durata protratta nel tempo, con più spensieratezza.
Le nostre conclusioni su Battlefield 2042
In sunto, l’esperienza passata su Battlefield 2042 è da considerarsi piena di luci e ombre. Se da una parte siamo consapevoli di avere tra le mani uno sparatutto degno di questo nome, visto anche chi ci lavora dietro, è innegabile come l’opera avesse un potenziale maggiore rispetto a ciò che ci è stato portato tra le mani come prodotto finale. Un menu disorientate, una user experience in game a dir poco rivedibile, non rendono giustizia agli alti picchi toccati da alcune innovazioni più che positive. La modalità Portal, la moltitudine di classi fresche e capaci di rendere ogni partita sempre diversa e una grafica notevole (non su old-gen) vanno dunque a sbattere sulle difficoltà di un titolo degno di nota, vista anche la sua caratura, ma non in grado di rimanere impresso. Magari con delle future patch, tutto ciò potrebbe migliorare, portando la nuova fatica di DICE nell’Olimpo dove meriterebbe di stare l’ennesima iterazione della saga di Battlefield, anche nel 2042. Noi vi ringraziamo per l’attenzione, rimandandovi a Kaleidoverse e al nostro canale Telegram per rimanere sempre aggiornati sul mondo del cinema, dei videogiochi e molto altro.
La nuova fatica di DICE si presentava ai nastri di partenza come portatrice di sana innovazione sotto tutti i punti di vista. Le assurde tempeste di sabbia delle quali abbiamo tanto sentito parlare nei mesi che hanno preceduto l'uscita sono sì presenti, ma gli effetti non sono devastanti al punto in cui ci sono stati presentati. Detto questo, si tratta pur sempre di un Battlefield, nonostante sia ambientato nel 2042, e sia il concept generale che il feeling dato dalle armi è di notevole caratura e, soprattutto, facilmente riconoscibile e accostabile ad altre iterazioni chiave della saga. Le mille classi di personaggi disponibili, rinnovate in molte delle loro peculiarità, si pongono l'obbiettivo di rendere ogni partita fresca e dinamica, riuscendovi però solo in parte. Manca infatti una certa dose fondamentale nella sistemazione dei dettagli, con una user experience al limite della sufficienza, specie una volta entrati in game. I menù sono poi poco intuitivi e spiegati, ma siamo fiduciosi come tutto ciò sia risolvibile con una patch. Sperando di non dover aspettare fino al 2042.