Oggi vi parleremo di un film divertente ma anche profondo, ovvero Ron – Un Amico Fuori Programma, prodotto dalla Locksmith Animation, e distribuito dalla 20th Century Studios. L’opera è diretta da Sarah Smith, e dal veterano di Pixar Jean-Philippe Vine, con la co-direzione di Octavio E. Rodriguez. Peter Baynham & Smith hanno curato la sceneggiatura, mentre Smith e Baynham sono i produttori esecutivi. Un ragguardevole cast ha sicuramente contribuito ad accrescere il phatos dell’opera, infatti in lingua originale troviamo Olivia Colman, Ed Elms e Zach Galifianakis.
I doppiatori italiani non sono da meno, e fra loro abbiamo anche l’attore e comico Lillo, al quale è stata affidata la voce del robottino Ron. Un lavoro impeccabile da parte di questi professionisti, che durante tutta la durata della pandemia covid hanno dovuto lavorare da remoto. Il film è sbarcato nelle sale cinematografiche in Italia, il 21 ottobre, e da oggi è disponibile in streaming sulla piattaforma Disney Plus; abbiamo quindi colto l’occasione per vederlo nuovamente e scriverne una recensione senza spoiler con le nostre opinioni sulla pellicola.
La grande attualità del film
Partiamo dal presupposto che abbiamo trovato Ron – Un Amico Fuori Programma veramente molto attuale e vicino alla nostra realtà quotidiana. Le vicende si sviluppano in un’era governata dalla tecnologia, in particolar modo dove l’ultima frontiera dell’innovazione ha dato vita ai robottini B-bot. Questo strumento, con un semplice tocco del proprietario, è in grado di accedere a tutte le informazioni su di esso e plasmarsi completamente in base agli interessi del possessore. L’invenzione, creata dalla mente di un giovane sviluppatore dell’azienda Bubble il cui unico scopo è quello di creare l’amico perfetto, in pochissimo tempo si espande a macchia d’olio, cambiando radicalmente la vita di tutti.
In questo contesto dove ogni cittadino, e in particolar modo ogni bambino, possiede un Bot, ci viene presentato il protagonista del lungometraggio, Barney. Il giovane risulta essere l’unico, in tutta la città, a non avere uno di questi apparecchi, venendo quindi allontanato e ostracizzato dai suo compagni di scuola. Ma la vita del giovane verrà completamente movimentata e scombussolata all’arrivo del difettoso Ron, che con la sua diversità riuscirà a rivoluzionare gli erronei standard prefissati fino a quel momento. I due vivranno insieme tante avventure divertenti, ma volte anche alla costruzione di un legame sincero.
Barney e Ron
I personaggi che troviamo all’interno dell’opera sono tutti molto veritieri ed esemplificano le varie categorie di persone presenti nella vita di ognuno di noi. Abbiamo la super nonna, che con i suoi manicaretti e i suoi cappellini di lana è sempre attenta alle esigenze della casa e del nipote. Il padre di Barney, il quale viene descritto come un uomo che fa del suo meglio per crearsi un lavoro, anche in condizioni del tutto singolari e non sempre favorevoli. Poi abbiamo i vari compagni di classe che scimmiottano un po’ i vari stereotipi, come la classica ragazza molto attenta alla sua immagine, oppure il bulletto di turno che si fa forte solo in compagnia.
Il coinvolgimento più grande ci viene fornito sicuramente da i due protagonisti Barney e Ron. Il giovane e il suo Bot instaurano una vera e propria amicizia, che si erge al di là di schemi tecnologici o convenzioni prestabilite. Nonostante uno sia un ragazzino e l’altro una macchina, il percorso che intraprendono crea un nesso forte e autentico, quella stessa connessione che Barney non riesce a creare con i suoi coetanei. Sono davvero esilaranti tantissime scene che coinvolgono il Bot, che con le sue stramberie riesce a strappare non poche risate, rendendo Ron – Un Amico Fuori Programma un prodotto davvero godibile in compagnia di tutta la famiglia.
Il vero protagonista è il concetto di amicizia
Tutta la pellicola ruota intorno a un unico concetto, quello dell’amicizia. Molto toccante è il modo in cui viene esposto il problema dei giovani, che risultano essere sempre meno in grado di riuscire a rapportarsi agli altri, e di quanto questo possa pesare negativamente sull’aspetto psicologico. La creazione degli stessi robottini nasce dalla volontà dello sviluppatore di non far sentire più nessuno solo e di riuscire a ideare uno schema in grado di trovare le persone affini in modo più semplice.
Eppure, durante la visione di Ron – Un Amico Fuori Programma, lo spettatore è portato pian piano a rendersi conto che l’amico vero non è quello che condivide necessariamente le nostre passioni, ma è colui che ci accetta e ci sostiene per come si è. Emozionante è anche il modo in cui Barney gradualmente si apre esprimendo le proprie insicurezze e paure, cosa che non era mai riuscito a fare prima di incontrare Ron. Il focus del rapporto mutua progressivamente, passando da un io a un noi, definendolo così come una strada a doppio senso, in cui per il bene dell’altro si è disposti a sostenere delle difficoltà per superarle insieme.
Le riflessioni che suscita Ron – Un Amico Fuori Programma
Inizialmente mi aspettavo che Ron-Un Amico Fuori Programma, fosse un classico film d’animazione, una piacevole visione, senza però temi chissà quanto pesanti. Invece sono diverse le argomentazioni serie e importanti affrontate, sempre in modo ironico e leggero. Una di queste è l’esposizione di un aspetto abbastanza oscuro della tecnologia; ovvero, nonostante i buoni propositi, a volte un’idea può essere utilizzata per diversi scopi, alcuni dei quali finalizzati per lo più ad accrescere l’entrata economica a discapito anche dei diritti umani.
Un’altra tematica trattata è la dipendenza da parte dei giovani verso i dispositivi elettronici e dei conseguenti social. L’essere fisicamente nello stesso luogo con altre persone, non implica più una comunicazione attiva, poiché ognuno resta ancorato ad al proprio apparecchio. Si viene a creare così una società in cui se non sei parte della rete, automaticamente diventi quasi un fantasma, di cui nessuno sa niente o tanto meno si interessa. In questo spaccato storico, la potenza in cui i protagonisti riescono a distruggere tutti gli schemi e a dimostrare la bellezza del rapportarsi genuinamente agli altri, penso sia un bellissimo spunto di riflessione.
Le nostre conclusioni su Ron-Un Amico Fuori Programma
Il film si presenta come un ottimo connubio fra satira, ironia, e moniti interessanti. Le vicende si sviluppano in modo coerente seguendo un nucleo classico. Ma proprio per questo risulta essere una visione molto gradevole e coinvolgente. Barney e il suo robottino difettato sono una bellissima dimostrazione che non esisterà mai un algoritmo in grado di creare e controllare l’amicizia. I veri legami nascono solo dal coraggio di mettersi a nudo e condividere con gli altri tutto di se stessi, divertendosi insieme lungo il sentiero della vita. Se questa recensione vi è piaciuta, vi invitiamo a iscrivervi al nostro canale Telegram e a seguirci su Kaleidoverse per rimanere aggiornati sul mondo del cinema, dei videogiochi e molto altro!
Il lungometraggio di Ron-Un Amico Fuori Programma è un prodotto molto vicino alla realtà dei nostri giorni, definita da ormai troppe persone incapaci di rapportarsi agli altri, se non attraverso dei dispositivi tecnologici. Proprio in questo contesto, pronti a distruggere tutti gli schemi prefissati, abbiamo i nostri protagonisti Barney e Ron, che accettandosi a vicenda con i loro pregi e difetti, instaurano un bellissimo rapporto d'amicizia.