Apriamo gli occhi, spegniamo la sveglia e prendiamo in mano il telefono. Queste tre azioni in sequenza sono ciò che la maggior parte degli esseri umani fa ogni mattina nel ventunesimo secolo, ma cosa succederebbe se un giorno, guardando il nostro smartphone, scoprissimo che l’umanità è in potenziale rischio di estinguersi? Da una parte lo stiamo vivendo con la pandemia, anche se la malattia che stiamo combattendo è “invisibile”, al contrario di una cometa di dieci chilometri di diametro diretta direttamente verso la Terra. Durante la visione di Don’t Look Up, il nuovo film scritto, prodotto e diretto da Adam McKay, vi ritroverete senz’altro a pensare alla situazione che stiamo passando, ma il charm del cast composto da grandi nomi dell’industria cinematografica e la satira esilarante riusciranno a bilanciare i toni drammatici della pellicola, trasportandovi in un viaggio a dir poco spaziale.
In Don’t Look Up la studentessa di astronomia Kate Dibiasky, interpretata da una versione edgy di Jennifer Lawrence e l’astronomo nonché professore Randall Mindy, rivestito da un Leonardo DiCaprio invecchiato ma sempre affascinante, fanno una scoperta a dir poco sconvolgente: una cometa ancora non identificata che al 100% colpirà la Terra in circa sei mesi, distruggendo completamente il pianeta ed estinguendo la razza umana. Dopo un momento di comprensibile shock totale, i due decidono di recarsi dal presidente degli Stati Uniti, Janie Orlean (Maryl Streep), la quale decide di non prenderli sul serio e di continuare a pensare alla sua campagna politica. Provano quindi a diffondere la drammatica notizia attraverso un noto programma televisivo, e da quel momento inizia la loro scalata nei social media, i quali saranno uno degli elementi centrali della pellicola.
Abbasso le astronavi, evviva gli hashtag
Fin dai primi istanti della pellicola – o del trailer -, capiamo subito che Don’t Look Up non si tratta del classico film di fantascienza dove il realismo vige sovrano e gli scienziati sono degli eroi nazionali preparati su tutto e pronti a qualsiasi cosa. Non ci troviamo davanti al Joseph Cooper di Interstellar o all’accuratezza di 2001: Odissea nello Spazio; in quest’opera tutto è satira, ma non per questo è inverosimile. Certo, non ci sono molte possibilità che una cometa rischi di estinguerci come successe coi dinosauri, ma, come abbiamo avuto modo di sperimentare negli ultimi anni, le minacce per l’umanità esistono, e arrivano inaspettatamente. A quel punto, le reazioni delle persone possono prendere pieghe molto diverse: c’è chi nega l’evidenza dichiarando l’inesistenza del problema, c’è chi, in preda al panico, va nel caos totale, e c’è chi invece decide di affidarsi “ai piani alti”, facendo una preghiera nella speranza di essere salvato o, nel peggiore dei casi, di finire nel Paradiso.
Nel lungometraggio di McKay vediamo tutte queste reazioni soprattutto grazie ai social media che, come accennato poc’anzi, rappresentano uno dei metodi favoriti in Don’t Look Up per veicolare lo status del mondo intero. Hashtag, video reaction, tweet, tiktok: gli utenti usano ogni cosa a loro disposizione per esprimere le loro opinioni in un mondo dove ognuno può dire la sua, anche se in molti casi sarebbe meglio tacere. Nel corso della pellicola vediamo principalmente due fazioni: i sostenitori del #justlookup, ovvero coloro che credono nella cometa e cercano un modo per evitare la distruzione della Terra, e i negazionisti capeggiati dal presidente degli USA e rappresentati dall’hasthag #dontlookup – da cui il nome del film -. Quella che di base è una missione per salvare il nostro pianeta si trasforma quindi in una lotta mediatica e politica, dove il fine ultimo non è quello di sopravvivere, ma di arricchirsi e guadagnare consenso popolare (vi ricorda qualcuno?).
Quindi guardiamo su o no?
Don’t Look Up è quindi un film dallo sfondo comico, ma c’è molto di più. Oltre alla satira politica e alla critica all’utilizzo improprio dei social media, nel corso della pellicola ci vengono presentati spesso dei brevi fotogrammi che mettono in opposizione la natura e tutto ciò che c’è di bello e puro nel mondo, come i neonati o la gioia della vita, con la triste realtà del nostro sfruttamento delle risorse e dell’inquinamento. La noncuranza degli esseri umani potrebbe essere infatti una causa della fine del mondo molto più plausibile dell’impatto di una cometa, ma non essendo una tragedia con imminenza quantificabile nel tempo viene messa in secondo piano. È inevitabile quindi ritrovarci a riflettere sul nostro mondo reale, ma non mancano comunque i pensieri frivoli, come su quanto sarebbe bello trovarsi in una cena di famiglia con Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence e Timotheé Chalamet.
Ogni aspetto in Don’t Look Up è estremamente e intenzionalmente cringe, e a rimarcarlo vi sono le molteplici inquadrature in primo piano su dettagli senza senso come mani, occhi e borse, che aumentano il senso di parodicità della pellicola. Nonostante ciò, un elemento che non possiamo non prendere seriamente sono le personalità all’interno del film. Ogni personaggio è stato scritto alla perfezione e presenta coerenza dall’inizio alla fine della narrazione, e tutti gli attori che li interpretano hanno fatto un lavoro eccellente nella performance; nessun soggetto stona o è fuori posto, e vedere un grande cast interagire con sinergia e affiatamento contribuisce a rendere l’opera ancor più degna di nota. Ovviamente, coloro che capeggiano e portano avanti il lungometraggio sono Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence che, in ruoli inusuali per le loro corde, consegnano una recitazione di altissimo livello per la durata di 138 minuti.
C’è chimica, ma non nell’Universo
Randall Mindy, inizialmente un professore impacciato, timido e con chiari problemi di ansia, si trasforma nel corso della narrazione in un vero sex symbol e personaggio pubblico adorato dalle masse e desiderato da tutte le donne. Sebbene l’astronomo non possa essere considerato totalmente positivo visto il suo comportamento nei confronti dei colleghi e della famiglia, è impossibile non empatizzare con lui, soprattutto grazie all’interpretazione di Leonardo DiCaprio; l’attore in Don’t Look Up si presenta con qualche ruga in più sul viso, con qualche pelo bianco della barba ma comunque affascinante come sempre e in grado di conquistare l’attenzione del pubblico ogni istante in cui è presente a schermo. Il vero eroe del film però non è il dottore, bensì Kate Dibiasky, interpretata da Jennifer Lawrence.
La studentessa – che nella versione originale del film è sottolineata come “PhD Candidate” – è l’unica che rimane fedele alla causa di salvare il mondo, senza essere influenzata dai personaggi pubblici importanti che cercano di approfittare della situazione. Tutto il mondo la deride, il fidanzato la lascia e i genitori le chiudono la porta in faccia, ma Kate mantiene i suoi ideali, arrivando a incontrare Yule, un ragazzo un po’ delinquente ma che la accetta per quello che è. Riuscirà però la ragazza a salvare da sola il mondo intero? Lo scoprirete guardando Don’t Look Up, che ricordiamo essere disponibile per lo streaming sulla piattaforma Netflix. Ci sarebbe molto altro di cui parlare, dal figlio-mammone del presidente Orlean alle reference esilaranti a opere del mondo cinematografico e non solo (come JoJo’s Bizzarre Adventure), ma per oggi ci fermiamo qui, lasciandovi scoprire da voi i mille strati che compongono la pellicola di McKay e invitandovi a iscrivervi al nostro canale Telegram qualora questa recensione sia stata di vostro gusto.
Don't Look Up, il nuovo film scritto, diretto e prodotto da Adam McKay, ha fatto centro sotto ogni punto di vista. Lo sfondo satirico sull'estinzione della razza umana apre le porte a riflessioni molto più profonde, come l'utilizzo dei social media come strumenti politici, la degenerazione del pianeta per colpa dell'uomo, l'avidità dei personaggi pubblici e, più in generale, la situazione in cui tutto il mondo si trova a causa della pandemia in corso. Una fotografia attenta e quasi nevrotica e una colonna sonora accattivante fanno da cornice alle interpretazioni encomiabili di tutto il cast, che dimostra una forte sinergia e tiene lo spettatore incollato allo schermo per tutte le due ore e mezza della visione; senza dubbio la punta di diamante è composta da Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence, che in ruoli fuori dalle loro corde danno il meglio di sé e portano una performance attiva, coinvolgente e mai stancante. Insomma, non possiamo che consigliarvi di vedere questo lungometraggio, sia che siate amanti della fantascienza e vogliate vedere un'opera più leggera rispetto alle altre del genere sia che la matematica vi faccia venire il mal di mare, dato che, come detto da un personaggio, "Tienilo semplice. No matematica."