Complici due edizioni di LOL – Chi ride è fuori, la partecipazione a programmi di successo come Pechino Express, svariate collaborazioni con il Festival di Sanremo e una lunga serie di successi professionali, oggi i The Jackal sono una solida realtà del panorama comedy italiano. Nato nel 2005 come canale YouTube, non si può dire che il collettivo napoletano non abbia lavorato duramente per evolversi e affermarsi. Ora i The Jackal sono una vera e propria content factory. Si sono fatti strada a colpi di tormentoni e oculate scelte di marketing, restando fedeli al loro modo di comunicare e al loro personale senso dell’umorismo. L’ultima fatica del gruppo è una serie TV in sei episodi, autoprodotta in collaborazione con Mad Entertainment e distribuita da Prime Video. Ecco quindi la nostra recensione di Pesci Piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget.
Pesci Piccoli racconta la vita in un’agenzia di comunicazione di provincia, ed è chiaro che contenga molto del vissuto collettivo dei The Jackal: loro stessi, nella conferenza stampa a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare, hanno affermato che si tratta della prima serie “The Jackal al 100%”. Ed effettivamente il prodotto risulta coerente con ciò che li ha resi famosi: il loro umorismo, il loro linguaggio e la loro presenza scenica.
La trama di Pesci Piccoli riflette la storia dei The Jackal
Nel corso degli anni il fenomeno The Jackal ha assunto molteplici forme: la webserie Lost in Google, le video-parodie di Gomorra; il lungometraggio Addio fottuti musi verdi, e innumerevoli collaborazioni con artisti e celebrità nei loro video. Ai membri fondatori Francesco Ebbasta (regista), Ciro Priello (attore), Alfredo Felco (autore e social media manager) e Simone Russo (autore e produttore) si sono aggiunti numerosi giovani talenti, tra cui gli ormai ben noti Aurora Leone e Gianluca Fru. Il momento della svolta arriva nel 2011, grazie alla fusione con Ciaopeople Srl, quando i The Jackal si affermano come società di videoproduzione e content factory.
La trama di Pesci Piccoli riflette alcuni momenti della carriera dei The Jackal (uno fra tutti, l’acquisizione da parte di Ciaopeople) e l’autentica routine quotidiana nell’agenzia napoletana. A metà tra workplace comedy e sitcom (è girata quasi tutta indoor), la serie racconta avventure e disavventure di una piccola agenzia di comunicazione di provincia, alle prese con brand minori e influencer assai poco credibili. A turbare l’equilibrio della piccola azienda è l’arrivo della creative director Greta (Martina Tinnirello), che viene trasferita (o meglio, esiliata) dalla sede centrale in seguito a un litigio con un talent (Achille Lauro). Greta si dovrà adattare non solo ai ritmi lavorativi della piccola agenzia, ma anche al suo consolidato microcosmo di rapporti umani. Ciò porterà la rigida ragazza e gli eccentrici nuovi colleghi a scontrarsi, mettersi in discussione e infine crescere insieme.
Il cast di Pesci Piccoli
Nel cast troviamo volti nuovi, come la new entry Martina Tinnirello, che si fa spazio negli equilibri già consolidati degli sciacalli veterani con estrema disinvoltura. Aurora Leone, Ciro Priello, Fabio Balsamo e Gianluca Fru, che nella serie recitano una “versione fittizia” di loro stessi, danno prova ancora una volta della loro perfetta alchimia. Ognuno di loro sa far ridere in maniera diversa: sono espressioni di quattro tipi differenti di comicità, che lavorano per raggiungere un risultato comune. Poi ci sono le guest star, come Achille Lauro, il sempreverde Giovanni Mucciaccia, Herbert Ballerina, Amanda Campana. In pieno stile the Jackal, la loro presenza non si impone mai sulla scena, e non mette in ombra il resto dei personaggi.
Pesci Piccoli è più di una sitcom
La sceneggiatura di Pesci Piccoli è firmata da Luca Vecchi (del collettivo romano The Pills), Stefano di Santi, Alessandro Grespan e lo stesso Francesco Ebbasta. È una scrittura intelligente, ironica e coinvolgente, che sa dare vita a situazioni che vanno ben oltre gli schemi della classica sitcom. E infatti in svariate occasioni le dinamiche serrate della situation comedy si aprono. Ci sono puntate che hanno il sapore dolceamaro del drama, in cui lo spettatore si gode i lati più umani dei personaggi: la friendzone di Aurora, la difficoltà di Fabio di uscire da una storia d’amore, il burnout di Greta. E poi c’è una puntata in cui la serie diventa mockumentary: in un dichiarato omaggio a The Office, i personaggi rilasciano interviste a telecamere che entrano nell’ufficio. E poi si autodenunciano, con Aurora che si imbarca in una crociata contro chi si dice citazionista, e alla fine copia spudoratamente.
Le nostre conclusioni su Pesci Piccoli
I fan più affezionati al collettivo napoletano non resteranno delusi da Pesci Piccoli: c’è un estrema continuità tra ciò che sono i The Jackal e la serie stessa. Il salto dal web al piccolo schermo non ha compromesso la loro identità collettiva, anzi, ne è una celebrazione. Ma del resto i The Jackal hanno ampiamente dimostrato di sapersela cavare su dimensioni diverse, come i social, la pubblicità e la televisione. Pesci Piccoli è davvero “The Jackal al 100%”. L’unico indizio di “discontinuità” rispetto ai The Jackal dei profili social è forse la fotografia della serie. Le atmosfere cupe di Pesci Piccoli (un po’ alla David Fincher) cozzano con i colori sgargianti dell’ufficio degli sciacalli, in cui sono ambientati quasi tutti i loro sketch.
Ciononostante, Pesci Piccoli è un un prodotto estremamente fresco e innovativo, pur restando una workplace comedy profondamente italiana: così italiana che, spingendo sull’acceleratore, potrebbe avvicinarsi alle atmosfere di Boris. L’unica, vera nota dolente è il fatto che ci siano solo sei episodi nella prima stagione: alcune delle storyline avrebbero beneficiato di un po’ più di tempo a disposizione. Ma del resto, anche la prima stagione di The Office aveva solo sei episodi… E a noi, a questo punto, non resta altro che aspettare un seguito. Voi avete già visto Pesci Piccoli? Fateci sapere cosa ne pensate qui su Kaleidoverse o sui nostri canali social, dove pubblichiamo le ultime notizie in campo televisivo, cinematografico o videoludico. Se avete voglia di discutere più nel dettaglio dei prodotti e dei contenuti che vi appassionano, troverete ulteriore spazio per il confronto nelle nostre community Facebook o Telegram. Vi aspettiamo.
Pesci Piccoli - Un’agenzia. Molte idee. Poco budget. è l'ultima fatica del collettivo comico napoletano The Jackal, che si lancia nel grande salto dal web al piccolo schermo. La serie TV, autoprodotta in collaborazione con Mad Entertainment, è distribuita da Amazon Prime Italia. I sei episodi raccontano gioie e dolori di una piccola agenzia di comunicazione di provincia, il cui equilibrio è sconvolto dall'arrivo della creative director Greta. Nella serie c'è molto del vissuto collettivo dei The Jackal, e in effetti il prodotto risulta coerente con ciò che li ha resi una delle realtà più solide del panorama comedy italiano. Una sola nota dolente: sei episodi sono troppo pochi per uno sviluppo efficace di alcune storyline. Non ci resta che sperare in una seconda stagione.