Il mondo delle serie televisive italiane non può essere paragonato a quello delle serie statunitensi. Diciamocelo, in generale il cinema italiano è visto sotto una cattiva luce: vengono spesso ignorati piccoli capolavori come Perfetti Sconosciuti, mentre si ricorda solo il trash derivante dai “cinepanettoni”. Nonostante ciò, il mondo televisivo non si ferma e noi di Kaleidoverse abbiamo deciso di immolarci per la causa, guardando in anteprima la nuova serie Netflix Luna Park per darvi la nostra opinione. Starà, naturalmente, a voi decidere se ne varrà o no la pena, ma per il momento tentiamo di capire, senza fare spoiler, se a nostro questa show ha meritato la nostra attenzione, analizzandone i punti deboli, ma anche ciò che potrebbe rendere la serie uno show apprezzabile.
Il Luna Park al centro… o no?
Come possiamo immaginare dal titolo della serie, un Luna Park è al centro di tutto, più o meno. Se pensate a questo luogo sarà facile immaginare giostre, tanto cibo che farà venire mal di pancia, giocolieri, intrattenitori e tanto altro. Beh, sebbene tale parco sia di importanza fondamentale ai fini della trama, è stato un po’ deludente vedere come la maggior parte della serie non si svolga qui. Al contrario, le scene che effettivamente ci ricorderanno l’allegria di un Luna Park si limiteranno all’inizio del primo episodio. Durante il resto degli episodi ci limiteremo a vedere i vari personaggi incontrarsi e parlare in questa location, ma nulla di più.
Indipendentemente da ciò, è qui che partirà il tutto: all’interno del parco vedremmo il primo incontro tra le protagoniste, una giostraia e una ragazza abbiente di Roma, cosa che porterà in seguito l’intreccio di famiglie e generazioni. Rosa (la ragazza ricca) chiederà infatti, come vediamo nel trailer, a una cartomante (Nora) se rivedrà mai la gemella scomparsa oltre un decennio prima. È qui che sorge il mistero che ci accompagnerà durante la prima stagione di Luna Park: cos’è successo a questa gemella scomparsa?
Sfortunatamente è proprio il primo episodio che potrebbe portarvi a chiudere Netflix per non andare avanti. Sarà perché a neppure dieci minuti dall’inizio un personaggio afferma “…se mamma ci guarda, sarebbe contenta…” (e qui sento implodere i fissati con la grammatica come me); sarà perché ci viene presentato un mistero ed entro fine episodio vedremo come un personaggio abbia conservato senza alcun motivo logico delle prove relative ad esso; oppure ancora perché non ha alcun senso come le protagoniste non si siano mai incontrate prima – un pò come se voi aveste come grande fonte di intrattenimento in città un cinema e non aveste mai incontrato gli stessi lavoratori che sono lì da quando siete nati – ma se riuscirete a cliccare su “prossimo episodio” nonostante tutto questo, la serie migliorerà.
Credi nel potere delle carte?
Altri difetti della trama li vediamo a causa di un paio di scene, sempre del primo episodio, che sembrano importanti e poi cadono nel dimenticatoio. Prima di tutto una delle protagoniste, la cartomante Nora, ci viene presentata mentre ruba un portafoglio. Il problema? Prima di tutto il fatto avviene in un luogo pubblico e pieno di gente, quindi è lecito chiedersi come nessuno si sia accorto del fatto. Secondariamente, non comprendo perché ci facciano vedere Nora a rubare un portafoglio visto che poi non farà più cose del genere! Anzi, la conosceremo come un bel personaggio, onesto e leale. L’unica spiegazione che riesco a darmi, una mia congettura, è che vogliano farci vedere la cartomante come un personaggio “trasgressivo”, di quelli che vanno tanto di moda oggi. Perché dovremmo amare di più Nora vedendola compiere un atto illegale rimane un punto in sospeso.
Poco più avanti, mentre Nora parla con la nonna, anch’essa una cartomante, vedremo l’anziana donna cedere lo scettro alla protagonista, ricordandole di non mentire quando fa le sue previsioni o “le carte si vendicheranno”. Qui, non sapendo ancora i vari risvolti della storia, potremmo pensare ad una trama un po’ magica e horror, con delle carte che hanno effettivamente dei poteri sovrannaturali – anche perché, come già detto precedentemente, in questo inizio il Luna Park è ancora al centro di tutto, quindi l’idea che sia maledetto o che si trovi sopra un cimitero indiano potrebbe sfiorarci la mente -, ma no. Finita la serie ancora mi chiedo cosa intendesse la nonna.
Un tuffo negli anni 60
La serie è ambientata nella Roma del 1960 e devo dire che, sebbene non nelle scene ambientate nel Luna Park, quando ci spostiamo nella famiglia di Rosa riusciamo perfettamente ad andare indietro nel tempo. I costumi, l’ambiente, le feste e tutta la tecnologia ci trasmette veramente bene una sorta di antichità. Anche gli atteggiamenti dei personaggi sono ben studiati, come le relazioni tra di essi che proseguono con molta calma e un ragazzo che prima ancora di dare un bacio alla donna che ama vorrebbe chiederla in sposa ed avere l’approvazione del padre. Sì, è una mentalità antica, ma è proprio questo il punto, quindi qui non posso che fare i complimenti a Netflix. Viene anche più volte nominata la guerra da poco finita e l’influenza che ha avuto nella vita dei parenti dei protagonisti.
Adolescenti detective e adulti fermi alle tabelline
Considerando che i protagonisti della serie sono dei ragazzi, è piuttosto semplice capire perché si trovino loro al centro di tutto, ma ciò porta un’altra nota dolente: il loro arrivare alle conclusioni. Sono sempre i nostri protagonisti a risolvere misteri e unire i pezzi del puzzle, mentre gli adulti si trovano costantemente a non capire nulla di ciò che succeda. Alcuni di loro, lo sottolineo, sono in prima persona invischiati negli intrighi di Luna Park, quindi non hanno bisogno di unire questi pezzi perché sanno già tutto, ma che altri non si facciano neppure una domanda è un po’ strano. Facendo un’analisi dei personaggi invece c’è da dire che, in generale, non sono affatto costruiti male. Ci sono litigi, si mettono in discussione ed hanno uno sviluppo abbastanza coerente, cosa che si perde quando si affrontano le relazioni tra di loro. Abbiamo ad esempio un Ted Mosbey antico che dopo un appuntamento è già innamorato ed una ragazza che si vede entrare in casa una semi sconosciuta e invece di chiamare la sicurezza la invita a colazione. Quando ti chiedi “perchè?” e non riesci a darti una risposta sensata, vuol dire che qualcosa a livello della storia non va.
Conclusioni su Luna Park… va vista?
Luna Park non è una serie che riesce a coinvolgere pienamente. Ha dei buchi di trama a mandarla avanti e domande che restano in sospeso fino alla fine, mentre al contrario ci sono alcune domande la cui risposta arriva troppo velocemente, facendo perdere l’alone di mistero che la serie voleva creare. Perfino quando ci viene presentato un caso di omicidio al contempo è svelato chi è l’assassino. Tuttavia, ha anche i suoi punti di forza: l’ambientazione è molto gradevole, i personaggi non sono male e un minimo di mistero riesce, fortunatamente, a rimanere, sebbene solo fino a metà serie. Vi incuriosiranno i background che hanno fatto nascere il tutto, ma ciò non si può reputare un motivo sufficiente per far appassionare. Quindi, naturalmente vi consigliamo di farvi una vostra opinione guardando la serie in arrivo su Netflix il 30 settembre, ma è in dubbio l’idea che possa essere tra le vostre preferite. Nella speranza che questa recensione vi sia piaciuta, vi invitiamo come sempre a seguirci sul nostro canale Telegram, su Instagram e, naturalmente, sul nostro sito ufficiale Kaleidoverse.
Luna Park è una serie televisiva che si salva per l'ambientazione e la curiosità che trasmette, ma non riesce a far nascere un vero e proprio interesse. I personaggi non sono male, ma al contempo in molte scene viene da chiedersi perché agiscano in un certo modo; quelli che vogliono essere dei misteri si risolvono prima ancora di porsi delle domande e perfino del Luna Park vero e proprio c'è molto poco. Nel complesso non parte da brutti presupposti, ma i buchi di trama e l'irrealismo quasi costante fanno sorgere tanti punti interrogativi che non riescono ad essere compensati in alcun modo.