Vi capita mai di impazzire quando il volume della televisione non è settato su un multiplo di cinque? Oppure odiate quando i cassetti della cucina o dell’armadio non sono del tutto chiusi? Oppure ancoravi capita di riordinare la scrivania posizionando libri, penne, quaderni e quant’altro nel modo più simmetrico possibile? Ho una notizia per voi: potreste avere un piccolissimo accenno di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Naturalmente anche se così fosse dubito che ciò disturbi la vostra vita quotidiana; insomma, non penso che quando andate in casa dei vostri amici e vedete una macchia da qualche parte iniziate a pulire, ma ci sono persone che hanno questo disturbo in modo così accentuato da avere il cosiddetto impatto funzionale, ovvero gli impedisce di vivere la loro vita in modo tranquillo. Oggi, quindi, Inside a Mind è qui per presentarvi una pellicola che tratta esattamente questo, Toc Toc.
Sei personaggi per sei disturbi
Toc Toc è un lungometraggio spagnolo del 2017, basato su una rappresentazione teatrale e distribuito in Italia tramite Netflix. A differenza di altri film precedentemente trattati in Inside a Mind, questa è a tutti gli effetti una commedia. Nonostante ben sei personaggi, ovvero il cast principale della pellicola, abbiano tutti dei disturbi ossessivi incredibilmente gravi, è una pellicola leggera e a tratti molto divertente, quindi davvero consigliabile. Certo, il modo in cui sono trattati i disturbi non è molto professionale, ma così come esistono le famose barzellette sui carabinieri, ogni tanto è giusto ridere anche di qualcosa di così serio come lo è la psicologia.
Cosa vedremo quindi in Toc Toc? I protagonisti, per colpa del difetto tecnico di un software, hanno preso tutti appuntamento nello stesso giorno e alla stessa ora con il dottor Palomero, famoso psicologo e filantropo; sfortunatamente egli è in ritardo perché il suo aereo ha avuto dei problemi, così questi sei decideranno, scoprendolo solo dopo l’arrivo in studio, di non arrendersi e sfruttare il tempo provando a migliorare autonomamente i loro problemi con un’improvvisata terapia di gruppo. Tutti hanno dei disturbi ossessivi: vedremo Emilio, un taxista ossessionato dai numeri ed in grado di fare a mente qualsiasi calcolo; Bianca, affetta da misofobia, ovvero un’insensata paura per lo sporco; Anna Maria, con manie di controllo; Federico, affetto da sindrome di Tourette (sottolineo che questa non è curabile); Lili, che ha ecolalia e palilalia, ovvero un’incontrollato bisogno di ripete parole e sillabe proprie e altrui; e Otto, maniaco di simmetria e righe, che non riesce a calpestare.
Toc Toc, ovvero un ironico dramma
Il modo in cui in Toc Toc vengono presentati i disturbi è al contempo tanto divertente quanto drammatico. Tutti i personaggi, infatti, se all’inizio ci sembrano un po’ ridicoli, successivamente faranno molta pena a causa dei disagi che provano quotidianamente. Anna Maria, ad esempio, siccome ogni volta che esce di casa poi rientra almeno una decina di volte per controllare luci, gas e quant’altro, non riesce mai ad arrivare puntuale agli appuntamenti con le sue amiche, che per questo non la chiamano più. Vedremo costantemente Bianca andare in bagno a lavarsi, anche solo dopo essere stata sfiorata; il suo disturbo è tale che lei porta con se le saponette e addirittura un asciugacapelli. Otto verrà visto nella quotidianità durante un appuntamento, ma non riesce neppure a camminare accanto alla ragazza che sta frequentando perché deve fare piccoli passi, o talvolta dei salti, per non toccare le righe. Insomma, sebbene Toc Toc sia una commedia, pian piano comprendiamo come il disturbo ossessivo-compulsivo che talvolta proviamo anche noi – in modo molto limitato – possa effettivamente danneggiare la vita di una persona.
Problemi risolvibili?
Una delle cose che ho particolarmente apprezzato di Toc Toc è che, nonostante l’impegno dei personaggi, è molto evidente come senza l’aiuto di un vero professionista sia impossibile superare un disturbo ossessivo-compulsivo. Ciò nonostante, cinque personaggi riusciranno per un secondo a “dimenticare” le loro ossessioni – tranne Federico essendo il suo un disturbo non psicologico – anche se solo per un secondo. È molto divertente il fatto che persino noi spettatori non riusciremo a notare esattamente quel momento, ma dopo che questo viene specificato potrete tornare indietro di qualche minuto e noterete che effettivamente è successo. Proprio per questo motivo ciò è reso molto bene: i personaggi stessi non fanno caso a quell’attimo di distrazione, come potremmo noi? La cosa ancora più bella è la motivazione che sta dietro questa dimenticanza, ma naturalmente non posso dirla, perché se deciderete di recuperare Toc Toc poi sarebbe troppo evidente. È il momento clue del film, in cui dopo tanta disperazione i protagonisti ritrovano un briciolo di speranza; non hanno superato il loro disturbo, ma ciò permette loro di capire che hanno una possibilità e la motivazione è fondamentale quando si vuole risolvere un problema.
Il disagio quotidiano di Toc Toc
In generale, sebbene in modo divertente e talvolta esagerato, possiamo dire con certezza che la psicologia dei protagonisti è affrontata bene. Tutti i personaggi di Toc Toc sono andati dal dottor Palomero perché hanno affrontato dei particolari momenti della loro vita che gli hanno fatto capire quanto avessero bisogno di aiuto. Questa non è una cosa da dare per scontata, tante persone che hanno dei problemi li sottovalutano e sono convinte di avere il controllo della situazione; affermare che “il primo passo è ammetterlo” non è affatto una cosa banale come si può pensare.
Ragioniamo ad esempio su Bianca. Essa afferma come sia lecito avere paura di batteri e malattie, che da definizione sono dannosi, ma in questo modo non riesce ad avere una vita in quanto ha paura anche solo di andare a mangiare fuori: ciò comporterebbe sedersi su una sedia su cui si sono seduti altri, mangiare da posate e piatti già utilizzati del cibo cucinato da qualcuno che potrebbe non essersi lavato bene… tante piccolezze che per lei non sono tali. Quindi, Bianca è andata in terapia perché vuole guarire, vuole qualcuno che le faccia capire perché non deve avere paura di tutte queste cose, ma non è in grado di capirlo da sola siccome la sua paura è “lecita”. Questo discorso vale un po’ per tutti i personaggi, che hanno sempre vissuto dei disagi ma hanno deciso di dire basta. Credo che questo sia anche un bel messaggio che Toc Toc vuole trasmettere.
Perché vedere Toc Toc?
Toc Toc è una pellicola incredibilmente spensierata nonostante il tema trattato; ciò merita assolutamente una nota di merito perché non oltrepassa mai il confine tra semplice scherzo e presa in giro. I disturbi non vengono affatto sottovalutati, è palpabile il disagio dei personaggi nonostante a noi spettatori venga da ridere mentre li guardiamo e questo equilibrio è a dir poco perfetto. È molto bello il fatto che Federico, essendo stato in cura varie volte, riesca a darci una visione quasi da professionista, unendo quindi il punto di vista di persone semplici che soffrono del disturbo ossessivo-compulsivo a quello semi-professionale. L’unica pecca riscontrabile riguarda la figura del dottor Palomero, personaggio che vedremo solo alla fine e che mi fa domandare come sia possibile che abbia una così grande fama visto come si comporta, ma non posso accennare nulla per evitare spoiler. Nonostante questo il film si lascia guardare volentieri, trasportando dall’inizio alla fine ed alternando perfettamente un briciolo di suspense e tanta allegria. Sperando di avervi convinti a recuperare Toc Toc su Netflix, siete naturalmente invitati a non perdervi nulla del mondo cinematografico e video ludico unendovi al nostro canale Telegram e sul sito Kaleidoverse.