Gentili lettori, rieccoci insieme, oggi vogliamo parlarvi della nuova uscita di Netflix, Love Hard. Il film, diretto da Hernán Jiméneze e scritto da Rebecca Ewing e Danny Mackey, è stato una piacevole sorpresa. Tutto fa supporre che sia la classica commedia romantica, immancabile con l’avvicinarsi delle festività natalizie. Invece, in un modo estremamente leggero e diretto, riesce a toccare tematiche molto vicine alla nostra quotidianità. La trama scorre in modo lineare e accompagna progressivamente lo spettatore a porsi una serie di quesiti, che hanno l’obiettivo di ricondurci al fulcro pulsante della storia. Irriverente e simpatico, mostra la realtà di oggi, dove a fare da padrone sono degli stereotipi dettati da una società del tutto conformista e improntata solo l’immagine. Ma vediamolo più nel dettaglio in questa recensione senza spoiler.
Le vicende ruotano intorno a Natalie, giovane scrittrice, che ha fatto delle sua terribile vita sentimentale un lavoro, raccontando online le sue esperienze. Nonostante gli innumerevoli appuntamenti disastrosi, continua a sperare che da qualche parte nel mondo ci sia la sua dolce metà. Grazie a un’applicazione per appuntamenti inizia una conoscenza con quello che sembra essere l’uomo perfetto. Decide così di partire da Los Angeles per fare una sorpresa al famigerato Josh, attraversando l’intero paese. Molte avventure attenderanno la nostra protagonista, che dovrà mettersi in discussione ripetutamente. La magia del Natale rende tutti più romantici, quindi perché non rincorrere l’amore con tutte le proprie forze?
La ricerca della persona perfetta e la perfezione alternativa
Non sono molti i personaggi che ci accompagneranno durante il film, ma ognuno di loro ha un ruolo ben definito e caratterizzato. Partiamo da Natalie, interpretata da Nina Dobrev, una ragazza innamorata dell’amore. Diverse e disparate sono state le sue frequentazioni, ma nessuna di questa ha mai portato a una vera e propria relazione. Ciò che cerca è qualcuno con il quale poter condividere i suoi interessi, e con cui poter parlare di vari argomenti, dalla lettura dei grandi classici, alla musica e film. Insomma quello che desideriamo tutti, però lei, un pò come un’eroina, non si arrende di fronte alle svariate delusioni e continua a cercare la persona affine alla propria metà di mela.
Abbiamo poi Josh Lin, ovvero Jimmy O. Yang, che è il personaggio più interessante dell’opera. Rappresenta ciò che la massa definirebbe “diverso”, in base al suo aspetto e alle sue attitudini. Infatti non rispetta i classici canoni di bellezza, che lo vorrebbero alto, occhi chiari e palestrato, bensì è un ragazzo semplicissimo, nella media sia per l’estetica che per la sua vita. Non è un appassionato di borsa o di calcio, ma coltiva altre passioni, come l’artigianato. Ma si sa, diversità spesso è sinonimo di solitudine, ragion per cui il nostro protagonista arriverà a desiderare di essere diverso, per riuscire così a creare una connessione con qualcuno. Il terzo personaggio è Tag, interpretato da Darren Barnet, che è completamente l’opposto di Josh. Lui è la personificazione della perfezione e non solo fisicamente. Bravo nello studio, appassionato di sport all’aperto, sensibile e dolce. Il sogno di ogni donna insomma. Di contorno abbiamo poi diverse figure, come:
- Il capo di Natalie, Rex, interpretato da Lochlyn Munro. Nelle prime battute appare come il classico datore di lavoro insensibile, la cui unica preoccupazione è il beneficio dell’azienda, per poi mostrarsi in realtà come un “male necessario”. Grazie alla sua carenza di tatto riesce infatti a esporre anche la più cruda verità, dando però reali spunti di riflessione.
- La simpaticissima collega Kerry, Heather McMahan, frizzante e energica. La sua funzione è quella di sostenere la sua amica, e soprattutto con i suoi consigli pungenti e irreverenti, conduce Natalie ad intraprendere i vari step successivi per la sua relazione amorosa.
- Infine abbiamo i membri della famiglia Lin. Il papà Bob (James Sato), affettuoso ma anche leggermente impacciato quando si tratta di esprimere i propri sentimenti. La matrigna Barb (Rebecca Staab), sempre pronta e attenta alle esigenze di tutti. La nonna June (Takayo Fischer), che ho amato, aperta ad abbracciare le nuove tendenze e le nuove tecnologie. E infine il fratello maggiore Owen (Harry Shum Jr.), con la mania e l’esigenza di essere al centro dell’attenzione, e la sua ragazza Chelsea (Mikaela Hoover). Le scene più divertenti sono collegate proprio a loro, e nel loro insieme creano un’ambiente familiare unito e caloroso. La bravura degli attori e la veridicità delle varie personalità descritte, portano il pubblico ad immedesimi perfettamente.
Il messaggio intrinseco di Love Hard
In un mondo in cui l’apparenza e i social media fanno da padrone, è sempre più difficile esprimere se stessi con le proprie debolezze e peculiarità. Paradossalmente, nonostante la tecnologia abbia unito ogni parte del mondo, la solitudine è un sentimento che accomuna molte persone. Il peso di sentirsi “diversi” dai canoni prestabiliti dalla società, porta al progressivo auto convincimento che mai nessuno ci accetterà e amerà per ciò che si è. Ciò genera due reazioni, la prima è quella di nascondersi dietro ad uno schermo , e riuscire a svelare le proprie insicurezze solo attraverso un filtro.
La seconda è la continua ricerca di nuovi escamotage, che ci rendano più attrattivi agli occhi degli atri. Inizia così un processo di costruzione di qualcun’ altro, di una versione di se stessi più accattivante. Ben presto però, una mezza verità si trasforma in una bugia, che a sua volta ne crea altre, formando infine un vortice senza uscita. Il risultato è che si perdono completamente di vista il proprio focus, e i propri valori, sentendosi così degli sconosciuti a se stessi. Alle volte però, è proprio toccare il fondo che aiuta a comprendere ciò che realmente conta. Infatti il fascino di una persona non è definito da fattori estetici, tantomeno da una fotografia sui social, ma dall’insieme di tutte le sfumature di carattere che ognuno di noi, nella sua unicità possiede. Di conseguenza la vera bellezza è data dalla forza di non avere paura di essere se stessi.
Ciò che ho apprezzato di più di Love Hard è che ha affrontato una tematica così attuale, così vicina alla nostra generazione, in un modo diretto ma anche estremamente divertente. Il film risulta essere piacevole ed emozionante, e dona anche molti spunti su cui riflettere. Ciò che mi resta di questo lungometraggio è una ritrovata consapevolezza che non è tutto oro ciò che luccica, e che nella vita quello che realmente conta, non è ciò che è bello, ma ciò che piace. Vi consiglio quindi la visione di quest’interessante commedia romantica, e come sempre, se non volete perdervi nessuna novità sul mondo del cinema, e non solo, sintonizzatevi sul nostro sito Kaleidoverse e iscrivetevi alla nostra pagina Telegram e al nostro canale YouTube
Love Hard si presenta come la classica commedia romantica, immancabile con l'avvicinarsi delle festività natalizie. Tuttavia è stata una piacevole sorpresa constatare che l'opera ha molte più cose da offrire. Infatti tocca una tematica estremamente attuale, legata alla nostra quotidianità, ovvero l'eccessiva importanza che si tende a dare all'aspetto esteriore. Gag divertenti, ma anche importanti spunti su cui riflettere, tutto questo all'interno del nuovo film Netflix.