Activision settimane fa aveva lanciato verso i cheater una sfida, annunciando l’implementazione del sistema anti-cheat Ricochet in Call of Duty Vanguard e Warzone. Pochi giorni dopo l’annuncio, si scoprì come il software fosse stato leakato e prontamente caduto nelle mani di potenziali hacker, che hanno da subito potuto studiarlo per ideare metodi con il quale aggirare questo nuovo sistema.
Eppure, la diffusione di questa prima versione del sistema anti-cheat è avvenuta in realtà secondo un piano ben stabilito dell’azienda, che ha così potuto testare gli aspetti più fallaci di Ricochet in modo da poter intervenire ancora prima del lancio dello stesso. Facendo dunque da tester veri e propri, i cheater hanno ottenuto solo un piccolo vantaggio per quanto riguarda la versione di Ricochet disponibile all’uscita. Prima dell’implementazione di questo sistema, che avverrà il mese prossimo in un aggiornamento di Warzone, sono state annunciate ulteriori modifiche anche alla politica di sicurezza di Call of Duty, svelando delle novità piuttosto importanti su come verranno gestiti i cheater.
La nuova politica sulle misure di sicurezza di Call of Duty
In un recente post pubblicato sul blog del sito di Call of Duty, il team appartenente al dipartimento di sicurezza e dell’anti-cheat Ricochet ha voluto aggiornare gli utenti sullo stato delle misure di sicurezza, e sui continui upgrade che sono in atto verso la nuova tecnologia contro il cheating. Tra le aggiunte che sono state comunicate, risaltano soprattutto dei cambiamenti che sono stati immessi nella politica di sicurezza in Call of Duty Vanguard: infatti adesso, in casi estremi di cheating, sarà possibile arrivare a sottoporre gli utenti a ban permanenti, che si estenderanno anche oltre il titolo specifico a cui si stava giocando.
Si afferma in modo alquanto esplicito: “Le sospensioni permanenti sono durature e finali, e possono essere applicate in titoli passati, presenti, e futuri appartenenti al franchise di Call of Duty”. Nel post, lo studio spiega che questa tipologia di intervento sarà attivato solo dopo una costante e ripetuta violazione delle politiche sulla sicurezza, tra incluso il cheating all’interno del gioco. Lo stesso potrà avvenire nei confronti dei giocatori che cercheranno di nascondere, offuscare, mascherare la loro identità e quella dei dispositivi hardware con cui stanno giocando.
Resteranno comunque le sospensioni temporanee, che potranno arrivare dalle 48 ore fino a due o più settimane, a seconda della gravità dell’infrazione. I giocatori potranno però fare ritorno al gioco una volta terminato il periodo di sospensione. La battaglia di Activision verso il cheating prosegue sempre più ferocemente; vedremo in che direzione essa andrà a portare i suoi titoli. Continuate a seguirci sul nostro sito Kaleidoverse per altre notizie sul mondo dei videogiochi, anime, serie TV e film. Entrate nel canale Telegram per rimanere sempre aggiornati e seguite il canale YouTube per visionare ulteriori contenuti interessanti.