Trovo la velocità con la quale riesca a diffondersi la disinformazione disarmante e terrificante. Agendo come un parassita, accumula la capacità di potersi attaccare a un minuscolo pensiero nel cervello. Certo, potrete sempre scegliere di ignorarlo, ma nel momento in cui viene amplificato da migliaia di altre voci, diventa automaticamente complicato escludere il rumore che emana. E così, poco a poco, quell’apparentemente insignificante idea cresce e cresce, fino a trasformarsi nella verità più assoluta. In Hellbound, la serie soprannaturale sudcoreana di Netflix, il fanatismo religioso e i media si incontrano dopo la decisione di rendere virali le sequenze durante le quali alcune persone, soprannominate peccatori, vengono trascinate all’inferno da tre mostri formati da fumo grigio e sinistro. Intenso e affascinante, lo spettacolo cattura l’orrore di una società caotica quando i fanatici ottengono il potere sociale attraverso la paura e la manipolazione, usando la religione e la volontà di Dio per giustificare la loro acquisizione. È in gioco il concetto di “libero arbitrio”, nel bene e nel male.
Prodotta sotto gli attenti occhi di Yeon Sang-Ho, già autore di Train To Busan, e aiutato da Choi Kyu-Seok, la serie si ispira al loro webtoon chiamato The Hell. Fin dai primi episodi di Hellbound possiamo notare come non si sia voluto perdere tempo nello stabilire una realtà nella quale i demoni raccolgono le anime dei peccatori. A prima botta, infatti, i nostri tre fumanti mietitori inseguono un uomo per strada, per poi farlo a pezzi con estrema violenza, prima di farlo dissolvere sotto il potere del fuoco demoniaco, mandandolo all’inferno e lasciando dietro di sé solo ossa bruciate. È un inizio suggestivo, capace di portare lo spettatore subito a bordo rendendolo curioso di saperne di più. A differenza di altri show basati sul soprannaturale, nei quali solo coloro che subiscono dovrebbero assistere alla propria dipartita, Hellbound sovverte le certezze: qui, tutti possono essere spettatori dei peccati altrui, qualunque essi siano.
La distopia dell’attualità
Contemplando l’era di Internet, Hellbound compie un lavoro interessante nel modo in cui reagisce a questo tipo di morti religiose. In un certo senso, ho quasi avuto la sensazione di essere spettatore di un intero Paese radunatosi per assistere all’ennesimo rogo medievale ai danni di una presunta strega, solo che stavolta i partecipanti erano portatori di macchine fotografiche e mille ricerche sul condannato. Il rischio del web non viene lasciato in sospeso, grazie a uno streamer anonimo in grado di creare questi accrocchi di fanatici, chiamati i seguaci di Arrowhead, il quale rivelerà informazioni personali delle vittime, mettendo in pericolo anche i loro cari. Nulla in Hellbound è sottile o semplice, ma nasconde delicatamente il fatto che sia un racconto moderno sulle ansie sociali di un’intera nazione.
Ciò che riesce a sorprendere dunque è quanto il tono generale della serie sia gentile. Grandi bestie infernali giganti assaltano una città, schizzando sangue su auto bloccate dagli ingorghi, luci nere e vernice al neon compongono scene tagliate a stelle filanti e volti fluttuanti terrorizzano la gente comune. Ma Hellbound riesce sempre a trovare quella finezza, rallentando il suo ritmo, dando il giusto spazio ai personaggi devastati dai lutti ma confusi, che si chiedono come possano essere obiettivi dovendo scegliere tra la propria moralità e la mortalità. Avvolgendo tutti questi dettagli assieme, andiamo ad avere una storia dinamica sul bene e sul male, su enigmi etici e sanità religiosa, il che è molto più profondo rispetto alle morti infuocate di cattivi, senza nome.
Una giustizia amara
Tuttavia, per quanto catartico possa essere vedere le persone che hanno commesso comportamenti antisociali pagare il loro prezzo, ciò che segue a ruota è sempre la domanda se la punizione sia adatta al crimine. Più nello specifico, l’essere umano etichettato come cattivo merita davvero di essere inseguito, lanciato, trascinato, preso a pugni, sbranato e poi incenerito sotto il calore della luce santa da tre creature corpulenti in pieno giorno e sotto gli occhi di tutti? Un po’ come l’epilogo dell’uomo terrorizzato nella caffetteria mostratoci nella sequenza di apertura di Hellbound. Andando a cercare il webtoon, queste scene sembrano la rappresentazione esatta uno a uno, fotogramma per fotogramma del lavoro precedente, con l’aggiunta di terrore, intensità e svolazzi cinematografici. In soccorso viene la scelta di basare i momenti potenzialmente scioccanti attraverso un movimento di camera rallentato e leggiadro che, combinato all’editing magistrale anche a livello cromatico, riesce a evidenziare la portata e l’ineluttabilità della fine dei peccatori. In una maniera clamorosa.
A tutto ciò viene coadiuvata l’illustrazione della realtà di Hellbound da un mix di personaggi composto dal detective vedovo Kyung-hoon (Yang Ik-joon), dall’avvocato Hye-jin (Kim Hyun-joo) e dal freddo leader del culto Jin-soo (Yoo Ah-In). Come stabilito poco più su, il giudizio iper-esplicito dell’uomo del bar non è un unicum del suo genere, sebbene sia il primo peccatore mostrato a schermo a essere visitato dalla testa gigante e disincarnata di un angelo, ascoltando inerme l’annuncio della sua morte addirittura datata e cronometrata. Vista la natura disordinata e tutt’altro che divina degli esseri umani, la popolazione di Hellbound tenderà a non interpretare questi eventi allo stesso modo. Che si tratti di discussioni tese faccia a faccia o di una live streaming esilarante ma tossica, il risultato è sempre la generazione del caos assoluto. Dal quale emergerà Yeon, capitalizzando il suo piano.
La triade di Hellbound
La triade di Hellbound è principalmente composta da Kyung-hoon, Hye-jin e Jin-Soo. Per il primo tutti questi fenomeni sono indagabili in maniere non troppo differenti rispetto a com’è stato gestito il caso di omicidio che ha coinvolto sua moglie, molti anni fa. Per Hye-jin, non c’è modo di esserne sicuri, a prescindere dal fatto che i suoi clienti siano dei peccatori scelti dalla faccia dell’Angelo, o decretati da giovani e indisciplinati vigilanti seguaci del gruppo Arrowhead. Nel terzo caso, non essendovi più nulla di empirico, sarà Jin-Soo attraverso la meravigliosa prova attoriale di Yoo la quale è composta da una miscela di magnetismo agghiacciante e umanità contenuta, a costruire una nuova religione chiamata The New Truth, con lo scopo di prendere il controllo.
Più ci si addentra nel cupo viaggio di Hellbound, più questi punti di vista diversi possono farci porre quesiti sempre più frequenti su cos’è realmente giusto, sbagliato, o su quanto e come la giustizia dovrebbe impattare su di un peccatore. Certo, abbiamo la possibilità di formare un’idea tutta nostra, ma non ci sarà mai modo di poterla affermare come verità assoluta. Da qui è evincibile l’astuzia nel lavoro di Yeon e Choi. Potremmo anche cercare di risolvere i mille casini della serie, ci verrebbe quasi naturale, ma dovremo scontrarci con una realtà agghiacciante. Infondo, non abbiamo altro che la stessa libertà d’azione dei peccatori.
Le nostre conclusioni su Hellbound
In sunto, nel nuovo mondo di Hellbound il libero arbitrio viene preso in considerazione, rivelando il lato ostile e arrabbiato di una popolazione vulnerabile aprendo le porte a coloro che, già carichi d’odio, speravano di poterle varcare con la speranza di mettere radici e prosperare. Siamo di fronte alla decostruzione di una realtà senza alcuna apparente via d’uscita, se non piegandosi alle leggi del contorto pensiero libero concessoci da coloro che, dall’ombra, controllano e gestiscono possibili ricadute. Lo spettacolo fin dai primi episodi è capace di mostrarci come questa discesa agli inferi avvenga, senza indicare dei possibili scenari utili a permettere all’umanità di uscirne. Il vecchio mondo è ormai da considerarsi morto, eppure continueremo a fare il tifo per Kyung-hoon, Hye-jin e chiunque dovesse voler lottare arditamente per ciò che è sempre stato. Poiché infondo, nei momenti più disperati, possiamo solo affidarci a coloro in grado di lottare per sopravvivere facendo del loro meglio. Noi vi ringraziamo per l’attenzione, rimandandovi a Kaleidoverse e al nostro canale Telegram per rimanere sempre aggiornati.
Ambientato in un mondo distopico nel quale dei cosiddetti peccatori vengono fatti fuori da tre energumeni amorfi formati da gas grigio e tanta voglia di sangue, Hellbound piomba nella nostra vita come portatore di risposte velate rispetto alla società nella quale viviamo. Questo perché, per quanto si possa essere di fronte a uno scenario utopistico, la storia è capace di trasmettere tutte le informazioni e le sensazioni utili a giungere a questa conclusione. Il tutto avviene in un climax alle volte follemente caotico e altre stranamente calmo e gentile, quasi tendente alla tenerezza. Netflix continua a fare la scelta giusta puntando su prodotti provenienti dal mondo cinematografico sud coreano, i quali si dimostrano ancora una volta capaci di realizzare opere utopistiche dando sempre un messaggio chiaro e forte. Non quanto, però, gli impareggiabili pugni degli energumeni.