A chi non piace il Natale? È quel periodo magico che si avvicina con la fine di novembre, dove si può già sentire nell’aria: troviamo i primi addobbi per strada, le luci e negozi che si preparano, ma soprattutto ci pensa Netflix con il suo carico di film magici adatti per l’occasione. Anche oggi noi di Kaleidoverse vi portiamo una recensione di uno speciale lungometraggio in uscita proprio oggi, se per Natale cerchi una favola perfetta per celebrare le vacanze mentre si distrugge una casa di qualcuno con il suo vino e le sue decorazione, puoi considerare Un pettirosso di nome Patty un desiderio esaudito. Scopriamo insieme questo racconto.
Lo studio dietro alla creazione del film d’animazione
La Aardman, con sede a Bristol, è stata un pilastro del cinema britannico sin dagli anni ’70 e festeggerà il suo 50° anniversario l’anno prossimo. Lo studio è responsabile di alcuni dei franchise d’animazione britannici più iconici tra cui Shaun the Sheep, Wallace & Gromit e Chicken Run. Creato e diretto da Dan Ojari e Mikey Please Un pettirosso di nome Patty è un film in stop-motion davvero meraviglioso e straordinariamente ambizioso realizzato per le vacanze, ma è altrettanto facile da godersi tutto l’anno. Il progetto è stato pesentato in anteprima al BFI London Film Festival e, in una serie di novità, il film è anche il primo progetto musicale dello studio e si allontana dalla loro partnership con la BBC. Le canzoni sono usate con grande effetto e sicuramente rimarranno nelle teste del pubblico essendo divertenti e usate per servire la storia.
Un racconto delizioso
Caduta dal nido nell’uovo, Patty (Bronte Carmichael) è stata allevata da una famiglia di topi. Guidati dal loro amorevole papà topo (Adeel Akhtar), la famiglia si precipita nelle case perfezionando l’arte della furtività, rubacchiando briciole di cibo e accessori – se hai amato Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson, adorerai anche questo. Non avendo proprio il tocco delicato dei suoi familiari, Patty lotta con le sue abilità di nascosto e mette in discussione il suo posto. Patty è un personaggio così determinato a diventare un vero “topo” come la sua famiglia e crea adorabili orecchie da topo con le sue piume. Non contenta di rubare semplici briciole quando potrebbe mirare a un intero panino succoso per dimostrare di essere degna di essere un topo, la protagonista decide di infiltrarsi in una casa da sola, incontrando nuovi personaggi (sia utili che affamati) lungo la strada.
L’animazione come ci si aspetterebbe è stupenda e le interpretazioni vocali – in particolare quella di di Richard E. Grant nei panni di Magpie, una vecchia gazza burbera che Patty incontra nel suo viaggio – sono strabilianti. Magpie ha una casa piena di cose luccicanti che ha rubato e un improbabile cuore d’oro. Gillian Anderson interpreta un fatto minaccioso ma molto cool, che non vorrebbe altro che divorare Patty.
Una storia che funziona
L’umorismo funziona meravigliosamente bene sia per gli adulti che per i bambini allo stesso modo con alcune fantastiche gag visive e battute, le sequenze in cui i topi e il pettirosso cercano di rubare agli umani sono audaci e fantasiose. Lontano da Magpie che fa tutto il lavoro pesante, c’è un vero senso di fascino e divertimento per quasi tutti i personaggi e per un film che dura solo mezz’ora, questo la dice lunga sulla dedizione e lo sforzo profusi nel rendere questo un toccante racconto che sarà sicuramente apprezzato durante il periodo natalizio.
Un pettirosso di nome Patty è certamente uno degli sforzi più grandi di Aardman negli ultimi anni e per uno studio che ha guadagnato un tale livello di consensi costanti da essere elogi, questo dimostra quanto sia brillante un team creativo sia per i film più brevi che per quelli più lunghi. Questi personaggi diventeranno sicuramente i preferiti e io per prima non vedo l’ora di vedere quali avventure avranno dopo.
L’animazione curata nei minimi dettagli
Come film in stop-motion, Un pettirosso di nome Patty è sia incredibilmente bello che super giocoso nel mezzo. Realizzata non in plastilina ma in feltro agugliato (un materiale non noto per la sua malleabilità), questa produzione è magica nella sua ambizione: da una battaglia a palle di neve a uno spettacolo pirotecnico esplosivo e un fiume ghiacciato in rapido movimento. Ogni ultimo fotogramma è una gioia per gli occhi, specialmente quando c’è una festa in casa che viene saccheggiata di nascosto dagli animali sullo schermo.
Se osservi attentamente ogni scena, puoi individuare piccole uova di Pasqua: ad esempio, la casa della famiglia dei topi, con le sue cuccette con radici d’albero e coperte di foglie è piena di minuscoli frammenti che gli umani getterebbero via, come la casa del Grinch ma meno traboccante di bucce di banana e odio generale. Inoltre, è tutto meravigliosamente composto dal duo inglese The Bookshop Band, con una manciata di canzoni davvero memorabili.
Le nostre conclusioni su Un pettirosso di nome Patty
Il messaggio centrale della storia è molto semplice e non lascia nulla all’immaginazione, il che lo rende accessibile a un pubblico di tutte le età. Patty vuole dimostrare di essere degna della sua famiglia e di non essere un fallimento, ma alla fine scopre di essere moto più che “buona” o “cattiva”; lei è il suo io perfettamente imperfetto. Un pettirosso di nome Patty è un trionfo ambizioso, bello e tecnico, una storia commovente che celebra i nostri punti di forza e le differenze individuali e un racconto delizioso che dovrebbe essere installato saldamente nella rotazione delle tue vacanze per tutta la vita. Vi ricordiamo che potrete trovare il lungometraggio a partire dal 24 novembre su Netflix. Per altre recensioni continuate a seguirci sul nostro sito Kaleidoverse ed iscrivetevi ai nostri canali Telegram e YouTube, per non perdervi tanti articoli interessati di ogni genere.
Un pettirosso di nome Patty è un film delizioso in stop-motion che vi terrà compagnia durante le feste di Natale. Con la determinata Patty che si crede un topo e cercherà in tutti i modi di dimostrarlo anche alla sua famiglia. Un musical che si compone di canzoni che rimaranno impresse nella mente per molto tempo. Peccato solo per la durata di soli 30 minuti ma che comunque riescono a racchiudere il tutto.