Con la recente uscita del Netflix Original Don’t Look Up abbiamo potuto godere per circa due ore e mezzo di una eccezionale satira della politica contemporanea e della vita stessa, con personaggi ispirati a persone reali ed eventi con i quali si potrebbero fare molti parallelismi con quelli degli ultimi due anni. Seppur la Cometa di Dibiasky non sia in rotta di collisione con la Terra in questo momento, è facile vedere questo MacGuffin come uno specchio dei cambiamenti climatici e del COVID-19 che stanno drasticamente mutando il modo in cui viviamo; in questo senso Don’t Look Up provvede a dare una comica raffigurazione della nostra attuale realtà, tentando anche di far riflettere su ciò che sta accadendo attorno a noi.
Il film ci racconta di una coppia di astronomi che tenta disperatamente di far rendere conto all’umanità che la fine dei tempi è vicina, e di far prendere questa apocalisse con serietà. Dopo che la Dottoressa Kate Dibiasky scopre una cometa in rotta di collisione con la Terra, inizia una corsa contro il tempo per salvare il mondo. Tuttavia, con loro rammarico, la coppia di astronomi scopre che il mondo – Il Presidente, la comunità scientifica, i media e una grande porzione dei cittadini americani – semplicemente non se ne importa nulla, e con solo sei mesi di tempo per salvare il mondo, il Dottor Randall Mindy (Interpretato da Leonardo DiCaprio) e Kate Dibiasky hanno il compito di far rendere conto al mondo intero del pericolo imminente sulle loro teste.
Anziché finire con il classico Happy Ending tipico dei Cliché di Hollywood, Don’t Look Up finisce con la totale distruzione del pianeta Terra – un chiaro monito del fato che attende la nostra Terra se non si agisce da ora per cambiare il nostro comportamento. Il film è letteralmente costellato di attori eccezionali; grandi nomi come Meryl Streep, Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence fanno parte del cast principale, mentre tra gli attori di supporto possiamo trovare Cate Blanchett, Tyler Perry, Sir Mark Rylance e persino Ariana Grande. Don’t Look Up non si da freni quando si tratta di criticare l’attuale clima politico, e nessuno – dal presidente, agli alti piani del governo ai media iperbolici – è al sicuro da questa pellicola satirica.
Kate Dibiasky – Greta Thunberg
Il personaggio di Kate Dibiasky, seppur non perfetto, fa da specchio alla giovane ambientalista Greta Thunberg. Dibiasky è, comprensibilmente, preoccupata per il destino del mondo, e non ha paura di mostrarlo. Eppure quando il personaggio interpretato dalla Lawrence si infuria per ottenere l’attenzione del mondo per far rendere conto della serietà della situazione, quest’ultimo di tutta risposta la trasforma in un meme. Quando Greta ha raggiunto l’attenzione dei Media nel 2018, ha ottenuto una risposta molto simile; la sua rabbia e preoccupazione per il mondo è stata sfruttata da molti che erano in disaccordo con il suo messaggio genuino. Anziché concentrarsi sulle prove scientifiche che ha presentato, ella è stata semplicemente ridicolizzata per aver esposto le sue emozioni e preoccupazioni per il pianeta – esattamente come Dibiasky.
Peter Isherwell – Elon Musk, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg
Il personaggio di Peter Isherwell (interpretato da Mark Rylance), CEO della BASH, la grande compagnia di cellulari di Don’t Look Up, potrebbe essere definito come una grande amalgama di tutti i magnati multimiliardari che conosciamo: Elon Musk, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos e tanti altri. Nella sua prima apparizione nel film, Isherwell viene presentato come un eccentrico e strampalato genio della tecnologia, ma con il proseguire del film si viene a scoprire dei più sinistri tratti che si nascondono in questo personaggio. Isherwell, come tanti altri magnati della tecnologia del nostro mondo, ha subito il fascino dei viaggi spaziali.
Isherwell darà la priorità al profitto e ai soldi anziché preoccuparsi di risolvere funzionalmente il problema che pende sulle teste di tutti – una critica molto comune nei confronti delle persone più ricche di questo pianeta che stanno investendo miliardi di dollari per finanziare viaggi spaziali personali anziché affrontare il cambiamento climatico. Isherwell in aggiunta usa la sua compagnia telefonica per raccogliere i dati personali delle persone – al punto tale che è capace di predire come morirà una persona – e che fa da chiaro parallelismo a Mark Zuckerberg che ha affrontato abbondanti cause legali per il Data Mining attuato da Facebook.
Presidente Janie Orlean – Donald Trump
La Presidente Janie Orlean (interpretato da Meryl Streep) è una chiarissima caricatura dell’ex presidente Donald Trump. Dal narcisismo sconfinato al nepotismo senza vergogna, il presidente Orlean li ha tutti. Quando il Dr. Mindy e la dottoranda Dibiasky informano il presidente Orlean con la notizia della cometa in arrivo, la sua preoccupazione principale diventa il come questo evento potrebbe affliggere la sua rielezione.
Anche quando la chiara ed evidente prova dell’arrivo della cometa le viene presentata, il suo scopo principale rimane quello di vincere l’approvazione degli americani, con gigantesche parate, cappellini di cattivo gusto e fuochi d’artificio. Orlean e i suoi seguaci ignorano ciecamente l’arrivo della cometa, anche quando quest’ultima è visibile ai loro occhi. Mentre alcuni elementi del personaggio potrebbero essere ispirati ad altre figure presidenziali, la sua satirica rappresentazione dell’ex presidente Trump è praticamente perfetta.
Jason Orlean – I giovani Trump
Se Janie Orlean è una parodia di Donald Trump, allora Jason Orlean (interpretato da Jonah Hill) potrebbe essere considerato un agglomerato di tutti i figli di Trump – Ivanka Trump, Donald Trump Jr., Eric Trump e il suo figlioccio, Jared Kushner. Tutti e quattro hanno ottenuto benefit dalla posizione di presidente del padre, ottenendo posizioni di alto rango per la quale non erano assolutamente qualificati – esattamente come Jason. Tutti i tratti caratteristici del personaggio di Jason sono basati su dicerie e scandali attorno ai Trump e ai loro spasimanti; L’uso di droghe, l’ossessione con l’apparenza e tanto altro, tutti inclusi in un unico detestabile personaggio.
Brie Evantee e Jack Bremmer – I Talk Show mattutini & New York Times
Brie Evantee (interpretata da Cate Blanchett) e Jack Bremmer (interpretato da Tyler Perry) sono facilmente paragonabili a qualsiasi presentatore di Talk Show. La loro vivace attitudine a favore di news leggere e il glissare su qualsiasi notizia importante è riconducibile a qualsiasi show dalle 9 alle 11 di mattina. McKay, il regista di Don’t Look Upha dichiarato tuttavia che i personaggi di Brie e Jack non erano puntati a satirizzare nessuno in particolare, bensì son stati ideati per ridicolizzare l’intera istituzione mediatica contemporanea. In un intervista, McKay ha ammesso che il New York Herald in Don’t Look Upè stato ispirato dal New York Times.
Riley Mina – Ariana Grande
La ispirazione di questo personaggio è abbastanza palese in quanto di effettivo la star interpreta il ruolo di se stessa. Ariana Grande interpreta nel film il ruolo di Riley Mina, una pop star la cui complicata relazione sentimentale ottiene click astronomici sui social media, superando di gran lunga la notizia della imminente distruzione del pianeta. Tuttavia Ariana rispetto alla sua controparte cinematografica è intensamente attiva nella scena politica, spesso puntando il dito contro altre celebrità incapaci di usare i social media per compiere buone azioni. Ariana Grande più volte ha combattuto per i diritti della community LGBTQ+, il movimento femminista e il movimento “Black Lives Matter” .
Concludiamo questo articolo con alcune parole di una delle più grandi menti della nostra realtà contemporanea. Voi continuate a seguirci su Kaleidoverse per tante altre news, anteprime e recensioni e tenetevi sempre aggiornati con i nostri canali Telegram e Youtube per tutte le ultime notizie dal mondo del cinema, dei videogiochi e serie tv.
“Ho finalmente visto “Don’t Look Up” di Netflix, la storia di una Nazione distratta dalla cultura Pop , divisa sul se dare attenzione agli avvisi degli scienziati.”
“Tutto ciò che conosco sugli show mattutini, social media, e politica, mi hanno fatto capire che in realtà il film era un Documentario.” – Neil deGrasse Tyson.