L’insieme di persone che amano Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, il cosiddetto fandom di Rick Riordan, l’autore dei libri, è un gruppo a dir poco meraviglioso. Non solo perché è adorabile il modo in cui essi, me compresa, chiamano l’autore “zio Rick”, o per il modo il cui lo scrittore risponde in modo comico ai vari tweet di domande che gli fanno i fan, ma perché incredibilmente tutti concordano su tutto. Amiamo gli stessi personaggi, i rapporti tra di essi, le coppie, le storie… e tutti condividono l’odio verso i lungometraggi di Percy Jackson: il ladro di fulmini e il mare dei mostri, basati sui primi due libri della saga. Proprio per questo motivo le pellicole non si sono spinte oltre questi due capitoli: nonostante il successo al botteghino, i fan erano così arrabbiati ed hanno odiato così tanto le pellicole che portarle avanti sarebbe stato un affronto.
Da poco è stata annunciata ufficialmente, proprio tramite un video di Rick Riordan, che Disney+ ha dato il via alla produzione di una serie televisiva basata sui libri, potete leggere qui i dettagli della notizia, e la partecipazione dello stesso Riordan a tale progetto ha rasserenato molto i cuori dei suoi fan. Gli stessi figli del regista a quanto pare sono fan dei testi, quindi non festeggiare sarebbe impossibile. Tuttavia, parlando a coloro che non hanno letto i libri, perché le pellicole di Percy Jackson sono così terribili? Perché c’è un grande odio verso di esse? Soprattutto, perché bisognerebbe andare oltre e leggere questi pluripremiati testi? Addentriamoci nel mondo reale di Percy Jackson e analizziamo perché i film sono un tale abominio.
Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, degli dei… particolari
La trama, bene o male, è abbastanza rispettata, sebbene i libri comincino con un Percy Jackson dodicenne e nei film tale età è stata, senza alcun motivo, aumentata a sedici anni; tuttavia se dobbiamo commentare ogni singolo aspetto errato del film questo articolo durerebbe quanto i libri stessi di Riordan. Percy è un ragazzino problematico, dislessico e iperattivo, che vive con la madre e il patrigno Gabe, un uomo costantemente ubriaco. Quasi immediatamente però scopriamo che il protagonista, naturalmente, non è un ragazzino come tanti altri: suo padre è infatti un dio dell’Olimpo, il che rende lui un semidio, costantemente in pericolo a causa del fatto che i mostri hanno una grande voglia di distruggerlo. Per proteggersi Percy dovrà andare ad addestrarsi al campo mezzosangue, una sorta di campo estivo dove si recano tutti i semidei ogni estate, talvolta rimanendo anche per il resto dell’anno.
Ogni libro è anche connotato da una specifica avventura: il semidio, accompagnato dal satiro Grover e dalla figlia di Atena Annabeth Chase, dovrà andare a ritrovare la folgore rubata di Zeus, affrontare mostri, incontrare dei e titani… tutti rappresentati in una moderna visione della mitologia che ci permette non solo di imparare, ma anche di ridere. Certo, nei libri. A chi non piacerebbe vedere Poseidone in bermuda, Ares in moto e Caronte arrabbiato perché dall’alba dei tempi Ade non gli aumenta lo stipendio? Risposta: agli sceneggiatori dei film.
Cambiamenti, cambiamenti e cambiamenti. Tutti sbagliati
La più grande pecca dei lungometraggi di Percy Jackson è una voglia di “maturità” a dir poco sbagliata. Tutto ciò che c’è di comico, ma al contempo di profondo, nei libri di Rick Riordan viene completamente stravolto nei film. I personaggi diventano seri, gli dei vengono rappresentati in un modo così standard da perdere tutto ciò che ha reso speciale il “vero” Percy. Vari dei non vengono neppure rappresentati, il che vuol dire che vi siete persi Dioniso che sbaglia sempre i nomi di tutti e che, per colpa di una punizione divina, non può bere alcolici e vede i suoi drink trasformarsi in diet coke.
Altro dettaglio fondamentale sta in una grande mancanza di spiegazioni, di nuovo, senza alcuna ragione. Partiamo da un presupposto: ogni ragazzo che va al campo mezzosangue deve essere riconosciuto dal suo genitore divino, altrimenti potrebbero passare la vita senza sapere la verità sul loro parente. Se ciò accade, i ragazzi sono condannati a passare ogni estate nella casa di Ermes (in quanto ogni mezzosangue dovrebbe stare nella casa del suo genitore divino), il dio dei viandanti. Ciò è fondamentale perché colui che si rivelerà essere il cattivo principale della saga lo diventerà proprio per una rabbia verso questa condizione, tanto che dalla sua parte ci saranno una buona parte di semidei non riconosciuti dai genitori. Un messaggio forte e importante, che nei film viene ridotto a: “sono cattivo perché voglio il potere”. La tristezza e il “ma che cosa sta succedendo?” dominano chiunque ami i libri e ha provato a dare un’opportunità ai film.
Le pecche dei film di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo
Analizzando più nel dettaglio i film, essi sono anche caratterizzati da una serie di buchi di trama a dir poco ridicoli, ma siccome ci vorrebbe troppo tempo ad elencarli tutti mi limiterà a descriverne solamente uno per pellicola, quelli che più mi hanno fato storcere il naso. Per quanto riguarda Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – il ladro di fulmini, l’intera storia ruota attorno al fatto che Percy deve raggiungere gli inferi con lo scopo di salvare sua madre, lì intrappolata. Per far questo intraprenderà un viaggio assieme a Grover e Annabeth per trovare delle sfere grazie alle quali potranno poi scappare dagli inferi. Tre sfere per la precisione. A voi l’arduo compito di capire perché non ha senso che tre personaggi vadano in cerca di tre sfere per portare fuori da questa specie di prigione se stessi più un’altra persona. Gli sceneggiatori sembrano essersi accorti solo alla fine delle riprese che tre più uno fa quattro e che quindi cercare tre sfere per far uscire dall’inferno quattro persone potrebbe non essere una cosa molto intelligente. Piccolo appunto: i semidei sono dislessici, non incapaci nelle addizioni.
Per quanto invece riguarda Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – il mare dei mostri, che è un abominio ancora peggiore, la cosa più assurda sta nel fatto che viene inserito in modo sbagliato un elemento fondamentale: la foschia. Riordan immagina la foschia come una sorta di “confundus” del mondo di Harry Potter: una sostanza costantemente presente ovunque che impedisce agli umani di vedere tutto ciò che c’è di magico. Un disastro dovuto a un titano, ad esempio, viene visto come una catastrofe naturale. Nella seconda pellicola di Percy Jackson la foschia è… una sostanza presente in una lattina spray, utilizzabile in caso di bisogno. Nonostante questo, nonostante cioè venga specificato in modo eclatante che la foschia non è un elemento presente in natura, gli umani non vedono comunque gli elementi magici del mondo. Contraddire i libri è un discorso, ma per contraddirsi da soli ci vuole davvero del talento.
Nelle mani di Rick Riordan
Come già detto, per descrivere nel dettaglio tutto ciò che c’è di sbagliato nei film di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo dovrei stare qui una vita intera (anche solo per parlare della meravigliosa ossessione di Percy per il cibo blu), ma spero di avervi trasmesso un minimo non solo quanto questi film siano orripilanti per coloro che hanno letto i libri, ma anche perché c’è un così grande desiderio di vedere la serie televisiva, sapendo quanto Rick Riordan ne è coinvolto. I libri sono un qualcosa di eccezionale: trasmettono dei messaggi importanti con tanta comicità, al contempo sono in grado di insegnare tantissimo sulla mitologia greca e le avventure affrontate dai nostri eroi sono meravigliose. Sperando di avervi incuriositi non solo per quanto riguarda la serie in arrivo, ma anche verso i libri della saga, vi invitiamo, come sempre, a non perdere alcuna novità del mondo cinematografico seguendoci sul nostro sito e unendovi al nostro canale Telegram.