A distanza di un anno e mezzo, tutti ricordano la Regina degli Scacchi. La miniserie Netflix uscita a ottobre 2020 conquistò totalmente il pubblico, diventando a 28 giorni dalla messa in onda la serie esclusiva della piattaforma streaming più vista di sempre e guadagnando cinque premi, tra cui due Emmy Awards, due Golden Globe e un Grammy Award. Insomma, basata sull’omonimo romanzo di Walter Tevis, l’opera rappresenta uno dei prodotti più riusciti di Netflix, ma non per questo è riuscita a non incorrere in problemi; nel settembre 2021 infatti, Nona Gaprindashvili, nota campionessa mondiale di scacchi, fece causa all’azienda per diffamazione, dicendo di essere stata offensivamente sminuita. La denuncia sembrava essere morta lì, ma qualche giorno fa è stato annunciato che il caso andrà in processo, riesumando lo show dal dimenticatoio e potenzialmente minandone la fama. Vediamo il perché.
Il vero fulcro de La Regina degli Scacchi è rappresentato dall’episodio finale, dove la protagonista Beth Armon diventa campionessa internazionale di scacchi battendo un avversario di sesso maschile a Mosca. Nel corso della puntata un commentatore del gioco spiega che l’uomo la aveva sottovalutata, affermando che “Elizabeth Harmon non è per nulla un giocatore importante per i loro standard. L’unica cosa inusuale su di lei, davvero, è il suo sesso. E anche quello non è una novità in Russia, c’è Nona Gaprindashvili, ma lei è la campionessa mondiale femminile e non ha mai affrontato un uomo“. Falso.
La denuncia di Nona Gaprindashvili
Nona Gaprindashvili, che emerse come una promessa degli scacchi dell’Unione Sovietica negli anni ’60, fece causa a Netflix presso la corte federale, con l’accusa che ne La Regina degli Scacchi era stato affermato – falsamente – che ella non aveva mai giocato contro un uomo. La scacchista dichiarò che la frase era “rozzamente sessista e denigratoria”, facendo notare che in realtà competé contro 59 uomini nel 1968, l’anno in cui la serie Netflix ha luogo. L’azienda statunitense, cercando di avere la rinuncia della causa, sostenne che lo show è un’opera di finzione, e che il Primo Emendamento dà ai creatori un’ampia licenza artistica.
La scusa di Netflix non è però bastata a fermare la Gaprindashvili, e in una sentenza tenuta lo scorso giovedì il giudice distrettuale Virginia A. Philips ha espresso il suo disaccordo con l’azienda, sostenendo che la scacchista presentò un’argomentazione plausibile. Inoltre, il giudice ha convenuto che le opere di finzione non sono immuni a cause per diffamazione se il soggetto in questione è una persona reale. Insomma, sembra non esserci scampo per La Regina degli Scacchi, nonostante i produttori abbiano sostenuto di essersi appoggiati a due esperti sugli scacchi per poter ottenere i dettagli corretti, e che non avevano nessuna intenzione di offendere la campionessa.
L’esito della sentenza
Nella sentenza, Philips ha notato che il tema principale della serie è rompere le barriere di genere, e per enfatizzare il successo del personaggio finzionale Harmon sono stati sminuiti quelli reali della Gaprindashvili. Nonostante Netflix abbia provato a mettere le mani avanti affermando che ne La Regina degli Scacchi è presente un avviso dichiarante che “i personaggi e gli eventi rappresentati in questo programma sono fittizzi. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.”, il giudice ha dichiarato che questo non è sufficiente per dissipare la denuncia.
Difatti, nonostante La Regina degli Scacchi sia senza ombra di dubbio un’opera di finzione, in questo caso gli spettatori potrebbero avere la falsa impressione che la Gaprindashvili davvero non abbia mai affrontato un uomo. Il giudice ha infatti dichiarato che “nel contesto Netflix ha creato la falsa impressione di star asserendo a fatti oggettivi.” Insomma, non c’è proprio modo per l’azienda di uscire da questa storia indenne, e la decisione di non commentare sulla sentenza di qualche giorno fa dimostra l’intenzione di non far diffondere troppo la storia, che rischia non solo di rovinare la reputazione del pluripremiato show, ma di arrivare potenzialmente alla sua rimozione dalla piattaforma streaming.
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