Immaginate di poter uscire da voi stessi. Di poter toccare l’aria, o di poter vedere i suoni del mondo intorno a voi sotto forma di singolari macchie di colore. Immaginate, infine, di potervi distaccare dal vostro corpo per poter entrare negli alberi, e di uscire da questa esperienza rinvigoriti, cambiati e, soprattutto, migliori. È quello che accade in Come cambiare la tua mente, la nuova docuserie di Netflix in uscita il 12 luglio incentrata sul rapporto tra mente umana e sostanze stupefacenti.
La serie è l’adattamento del libro omonimo di Michael Pollan. Il testo si concentra sul rapporto tra mente e droga, esplorato da un punto di vista inaspettato e provocatorio. L’obiettivo di Pollan non è denunciare un uso scorretto delle sostanze psicotrope di cui parla, bensì mostrarne degli utilizzi alternativi, legali e proiettati al miglioramento delle condizioni di vita di determinate categorie di persone.
Un documentario sulle piante?
La serie è composta da quattro episodi, ciascuno dedicato ad una sostanza specifica: LSD, psilocibina, MDMA e mescalina. Questi composti chimici hanno anche in comune la loro origine vegetale: questo è evidente fin dalla sigla iniziale, nella quale le quattro piante dalle quali derivano appaiono sotto forma di bellissime illustrazioni. Si tratta di erbe diffuse e a disposizione di tutti, come la segale cornuta, o la psilocibina, un fungo diffuso in tutto il mondo.
La scelta di evidenziarne l’origine vegetale non è secondo noi un caso, in quanto collocare le piante nel loro habitat sembra mitigare agli occhi del pubblico la nocività delle sostanze sintetizzate. E, come si evince fin dai primi minuti, l’obiettivo è di Pollan è proprio quello di fornire un punto di vista alternativo e positivo sull’uso delle sostanze psicoattive, tanto demonizzate e temute dall’opinione pubblica americana (ma anche europea).
Navigando tra le porte della percezione
Non ci è sfuggito l’insolito appellativo con cui Pollan definisce gli individui che fanno uso consapevole di queste sostanze. Egli li definisce degli psiconauti, ovvero naviganti tra le varie porte della percezione. Ed è proprio a loro che Pollan cede la parola, nel corso di Come cambiare la tua mente. Vengono quindi dipinti, grazie alle loro testimonianze, quadri strani e meravigliosi, in cui gli oggetti che definiscono la vita quotidiana assumono connotati difficilmente immaginabili. E Pollan stesso, da bravo ricercatore qual è, si fa psiconauta, assumendo le varie sostanze di volta in volta per poterne dare un’impressione del tutto personale.
È una linea di pensiero piuttosto non convenzionale, quella che viene comunicata in Come cambiare la tua mente. Intervistando gli psicoterapeuti, gli scienziati e i pazienti emerge infatti una visione d’insieme sull’uso di queste sostanze ben differente dal senso comune loro attribuito. A grandi linee, potremmo quindi dire che queste persone sono dell’opinione che un uso controllato e sporadico di queste sostanze possa, in sostanza, alleviare i fardelli del corpo umano, ampliando la nostra percezione e dandoci un livello in più per poter assimilare il mondo che ci circonda.
La droga come panacea da tutti i mali?
Non proprio. Se, infatti, a prima vista la serie sembra avere come obiettivo quello di legittimare il consumo di queste sostanze su larga scala, il messaggio di fondo è diverso. Quello che Pollan vuole provare con la sua indagine non è che le sostanze psichedeliche non sono dannose e possono quindi essere depenalizzate: il discorso è molto più complesso. Pollan – così come gli esperti intervistati per la docuserie – vedono queste sostanze come degli strumenti in grado di dare sollievo e alleviare le pene dei consumatori. Detto questo, però, non affermano di certo che liberalizzarne la vendita sia la soluzione, anzi.
La massa è antagonista della scienza in molti casi, come nel caso della mescalina, o dell’MDMA. Più di una volta, infatti, si fa riferimento alla larga diffusione di queste sostanze, che ha poi portato, in seguito, alla loro proibizione negli Stati Uniti (così come nel resto del mondo). Eppure, molti degli studiosi affermano che questo non sarebbe mai avvenuto, se le sostanze fossero rimaste in un ambiente prettamente clinico e supervisionato. La lotta alla droga, dunque, deriva dall’uso smodato e senza alcun controllo di queste sostanze tra la gente comune, che non ha la più pallida idea di come usufruirne senza subirne le conseguenze più negative.
La cura dei mali del ventesimo secolo
E dunque, in un contesto controllato, le sostanze psichedeliche continuano la loro corsa, provandosi delle medicine dagli effetti benevoli. Queste droghe, infatti, vengono usate sperimentalmente per alleviare le angosce dei malati terminali, o per contrastare la persistenza di disturbi mentali cronici come il Disturbo da Stress Post Traumatico o il Disturbo Ossessivo Compulsivo, e funzionano. A rafforzare la nuova concezione di questi prodotti c’è, poi, una solida base scientifica alla base di ogni singolo episodio. Non solo parole: di ogni sostanza viene analizzata l’origine, descrivendone gli effetti e prescrizioni d’uso.
Vengono infatti messe in guardia le persone dall’uso indistinto dell’LSD – non adatto a tutti perché si confà alla psiche dell’utilizzatore. Vengono anche mostrate le modalità di somministrazione dei farmaci all’interno di sedute di terapia particolari, somiglianti all’accoglienza in un nido caldo e comodo. C’è anche, però, una forte impronta di denuncia sociale alla base della serie, che solleva più di una volta domande di carattere etico. È giusto legalizzare queste sostanze? E fino a che punto? Allora i decenni di lotta alla droga non sono altro che abili campagne di disinformazione?
Le nostre conclusioni su Come cambiare la tua mente
Pollan non intende rispondere a queste domande, bensì lasciare che sia lo spettatore a rifletterci su. Nonostante lo scopo del suo lavoro sia quello di dimostrare che le droghe possono essere usate anche a fin di bene non tutti sono d’accordo, e lui lo sa. È emblematico, a questo punto, l’ultimo episodio, dedicato alla mescalina, in cui viene evidenziato un conflitto interno agli stessi utilizzatori che sembra rinforzare un approccio cauto alla questione.
Sì, si tratta di comuni erbe medicinali, o meglio: si trattava. È indubbio che l’aver esposto alcune di queste sostanze al grande pubblico ne abbia leso l’immagine e le proprietà benefiche. Se inventassero una pillola per essere felici, chi non la comprerebbe?, chiede Pollan. Ed è proprio questa smania di ottenerla che ha portato alla paradossale demonizzazione delle sostanze psichedeliche. Dopotutto, il troppo stroppia, e noi esseri umani siamo tristemente famosi proprio per la nostra tendenza ad eccedere ogni volta che ne abbiamo l’occasione.
Speriamo di avervi convinto a guardare Come cambiare la tua mente. È una docuserie che dipinge sul muro un caleidoscopio di situazioni dalle quali trarre sicuramente giovamento, ma anche una grande voglia di approfondire e ragionare. È un altro modo per cambiare la propria mente, in fondo: ragionare e ampliare le proprie vedute sul mondo. Se vi piacciono le nostre recensioni, seguiteci su Kaleidoverse e sulle nostre pagine social, dove parliamo anche di cinema, anime e videogiochi tra news e approfondimenti.
Come cambiare la tua mente è il titolo della nuova docuserie Netflix, anche se potrebbe sembrare una domanda posta allo spettatore che vi si approccia. In quattro episodi, infatti, Michael Pollan si cala in un'indagine a stretto contatto con la natura e la scienza, evidenziando un modo alternativo e culturalmente molto difficile di intendere l'uso di alcune sostanze stupefacenti. Seguendo la sua esplorazione al confine tra gli stereotipi e il loro superamento, Come cambiare la tua mente espone con rigore scientifico, disegni evocativi e effetti speciali le conseguenze dell'uso delle sostanze psichedeliche sulle menti degli esseri umani, cercando di smuovere le coscienze e ampliarle per poter considerare, anche soltanto per ipotesi, un punto di vista positivo e clinicamente riconosciuto sulla droga.