Sapete cosa sono i Desktop Film o i Computer Screen Film? Sono quei lungometraggi che si sviluppano interamente attraverso lo schermo di un computer o altri dispositivi, solitamente appartenenti al/alla protagonista. Unfriended: Dark Web si svolge esattamente in questo modo, come il suo predecessore, del quale però mantiene soltanto la tipologia di riprese. Inutile dire che tale stile di inquadrature si presta ottimamente allo sviluppo di storie horror e/o thriller, in quanto rende molto più semplice l’immedesimazione nelle azioni svolte dal/la protagonista. Infatti, in questo film del 2018 appena approdato su Netflix, vediamo lo svolgersi della storia nell’arco di un’unica serata, tramite lo schermo del computer del protagonista.
Matias si ritrova per le mani un dispositivo Apple usato che cerca di utilizzare per sviluppare Papaya, un programma che dovrebbe aiutarlo a farsi capire e a capire meglio la compagna Amaya, sordomuta. Il ragazzo partecipa a una videochiamata di gruppo con i suoi amici, per la serata giochi, durante la quale si concentra molto sul suo nuovo acquisto, perché continua a ricevere strani messaggi per il precedente proprietario. Intanto, il Mac continua a crashare. Si scopre, infatti, che la memoria del computer è piena e, tra i tanti file disponibili, viene trovata una cartella con ben 960 giga di video. Matias e i suoi amici adesso si trovano a dover fronteggiare qualcosa di inaspettato, che va oltre ogni loro immaginazione.
La forza dei Desktop Film
I Desktopo Film sono sicuramente una tipologia molto interessante e dall’alto potenziale, in quanto riescono a mettere a proprio agio lo spettatore, tramite lo svolgimento di azioni che compiamo quotidianamente anche noi sul nostro computer. Ed è proprio in questo che si trova la forza di Unfriended: Dark Web, perché da subito, trovandoci di fronte a qualcosa di familiare, tendiamo a rilassarci, preoccupandoci meno per ciò che ci aspetta. Ma nel momento in cui iniziano i problemi, l’ansia sale anche al fruitore del film, oltre che ai protagonisti. Questo perché ci immedesimiamo pienamente nei vari personaggi.
Insomma, perdere il controllo del proprio computer (spesso significa perderlo della propria vita) è qualcosa che reputiamo orribile già di per sé; se poi ci aggiungiamo anche elementi di tensione esterni, come sparizioni, strani video ed elementi macabri, ecco che otteniamo un cocktail di ansia e paura che dai personaggi passa a noi spettatori. Sebbene sia una trovata geniale, bisogna però riuscire a sviluppare una storia che mantenga sempre alta non solo l’attenzione, ma anche l’ansia (perché ricordiamo che Unfirended: Dark Web è un horror/thriller) e la paura per ciò che accade. In questo particolare film, per esempio, la concentrazione rimane abbastanza alta fintanto che Matias continua a stare attivamente al computer. Per esempio, passando da un programma all’altro, rispondendo a strani messaggi su Facebook, o perché gli vengono (e quindi ci vengono) spiegati determinati aspetti del computer e il modo in cui funziona il Dark Web – sorvolo sul modo in cui viene trattato quest’ultimo, perché lo conosco solo per fama. Quando tutto ciò viene a mancare o diventa più debole, si fa fatica a credere a quanto si sta vedendo. Se inizialmente sembra quasi di stare al proprio computer e di essere quindi noi gli utilizzatori di quel Mac, dal momento in cui l’azione diventa più viva e si allontana dal desktop, l’attenzione cala inesorabilmente e torniamo a essere normali spettatori.
Unfriended: Dark Web, un altro horror mediocre?
Unfriended Dark Web, come molti horror, vive nel limbo della mediocrità. È pieno di trovate abbastanza banali per mantenere i protagonisti al computer; in alcuni casi queste motivazioni neanche esistono, per cui si fa fatica a credere che tutti possano accettare di stare lì anziché agire attivamente per lottare contro il cattivo. A proposito di quest’ultimo: il modo in cui ci viene presentato funziona. Appare sempre con un glitch del video, trattandosi di un hacker che vuole nascondere la propria identità. Questo fa sicuramente alzare la soglia dell’attenzione, ma la quasi fastidiosa presenza di questo effetto durante le sue apparizioni ci fa domandare quanto possa essere realistico che un hacker nella vita reale sia capace di fare questo tipo di cose, soprattutto perché il glitch lo segue in maniera automatica, non vediamo mai quando e se lo attiva. Tali domande scaturiscono dall’abbassamento della sospensione dell’incredulità, perché da un certo momento in poi, siccome la sua presenza diventa più persistente, non si può fare a meno di chiedersi quanto sia veritiera tale rappresentazione. Un buon film ti fa dimenticare questi dettagli, ti porta a concentrarti sulla storia principale, ponendo l’attenzione su temi ed elementi importanti. Una volta esaurita la premessa e poi la scoperta che farà andare avanti la storia, tutto sembra proseguire quasi per inerzia. Persino i personaggi, nonostante la loro persistente presenza, non sono così approfonditi e dettagliati, fatta eccezione per Matias e Amaya, dei quali scopriamo un po’ di più. Attenzione, questo non significa che il film sia noioso, ma che con qualcosa in più Unfriended: Dark Web sarebbe potuto essere un film decisamente migliore. Tutte le premesse sono buone, così come come la scelta di concentrarsi solo sul desktop del Mac, ma la storia perde di credibilità a mano a mano che ci si avvicina al finale – altro elemento discutibile, ma che ci fa capire perché si tratta di un horror.
Le nostre conclusioni su Unfriended: Dark Web
Il film ci mette di fronte a uno schermo ulteriore che non è il nostro. La storia di Matias e dei suoi amici che si trovano a dover affrontare una minaccia che inizialmente sembra poter toccare anche noi, perde troppo di credibilità sul finale, rispetto alle premesse iniziali decisamente buone. La scelta della formula di Desktop Film è molto apprezzabile e ben si lega ai generi horror e thriller, portando lo spettatore a una maggiore immedesimazione nei protagonisti. Però questo non basta, perché bisogna riuscire a mantenere una certa attenzione anche sulla storia, oltre che sul computer in sé. Tant’è che i personaggi nonostante appaiano molto sullo schermo, si mostrano poco. Sicuramente un genere che negli anni potrà regalarci ottimi prodotti.
Se quindi siete in cerca di un horror che possa almeno sembrare diverso, Unfriended: Dark Web è ciò che fa per voi. Purché siate disposti a non avere aspettative troppo alte e un’ottima sospensione dell’incredulità. Se questa recensione vi è piaciuta e vi trovate spesso a leggerne di film, serie e non solo, veniteci a trovare qui su Kaleidoverse.it, dove troverete interessanti contenuti sempre aggiornati. Non dimenticate, inoltre, di seguirci sui vari social per restare aggiornati su tutti i nostri lavori, iscrivetevi al canale YouTube per le nostre recensioni video e al canale Telegram per sapere sempre quando escono i nostri articoli.
Con Unfriended: Dark Web veniamo subito catturati dallo schermo, mezzo tramite il quale si svolge l'intera storia di Matias e i suoi amici, i quali si trovano a dover affrontare un pericolo inimmaginabile. Nonostante le buone premesse, date dalla facile immersione e immedesimazione in quelle che sono azioni quotidiane di tutti, il film non decolla mai a pieno. Anzi, nel corso del racconto l'attenzione dello spettatore tenderà a diminuire sempre più, fino ad arrivare a un finale poco incisivo e che lascia un po' con l'amaro in bocca. Tra personaggi di poco spessore, scelte opinabili e un finale che lascia un po' il tempo che trova, Unfriended: Dark Web convince solo in parte.