Dal 20 gennaio è disponibile su Netflix il fanta-distopico coreano Jung_E diretto da Yeon Sang-ho, regista famoso soprattutto per Train to Busan con cui ha raggiunto la fama internazionale: sarà riuscito in questa suo nuovo progetto ad aggiungere un’ottima pellicola alla sua filmografia, oppure ci si trova davanti all’ennesimo prodotto insipido made in Netflix che serve solo a rimpolpare il catalogo? Svisceriamo il tutto nella recensione di Jung_E.
Fantascienza insipida
Tutto prende il via in medias res sul campo di battaglia dove una narrazione testuale spiega il contesto in cui la pellicola getta lo spettatore. L’innalzamento dei mari ha reso il pianeta quasi invivibile, il che ha portato l’umanità a costruire delle basi spaziali ad anello attorno al pianeta per sopravvivere. Tre di queste stazioni pianificano e mettono in atto un’insurrezione per acquisire indipendenza e fondare una propria repubblica, dando inizio a una guerra su larga scala tra il governo terrestre e le tre stazioni ribelli. La mercenaria Yun Jung-yi (Kim Hyun-joo) ha la possibilità di sferrare il colpo di grazia alle basi ribelli, ma fallendo finisce in coma irreversibile. Dopo anni di guerra incessante, un progetto di clonazione cibernetica della mente della famosa mercenaria, da impiantare negli androidi da battaglia, potrebbe mettere fine alla guerra civile. Il progetto gestito dalla figlia della mercenaria sta prendendo però delle pieghe inaspettate.
L’intreccio che viene presentato allo spettatore non spicca per originalità, né presenta dei guizzi narrativi interessanti o esaltanti che possano risollevare la qualità generale della sceneggiatura, cosa che porta chiunque abbia alle spalle almeno due o tre film Sci-Fi a discernere totalmente la vicenda in poco tempo. Ci si ritrova spesso durante la visione ad avere un incredibile senso di deja-vù dovuto sia in parte alla natura incredibilmente derivativa del prodotto, sia alla quantità eccessiva, quasi comica, di cliché del genere. Oltre ai numerosi richiami di altri prodotti, l’incipit che introduce il tutto è estremamente simile, quasi a rasentare il plagio, alla trama che fa da cardine alla serie classica di Gundam, rimarcando ancor di più la natura ridicolmente derivativa che permea l’intero prodotto.
Ghost in the Shell dei poveri
Al contrario di quanto l’incipit fa credere allo spettatore, Jung_E non tratta di una guerra tra robot o di guerra in generale, ma delle persone che lavorano al progetto per creare l’androide perfetto. Il canovaccio narrativo ricalca molte opere venute prima e insieme a esso anche il character design è estremamente derivativo; non può non far tornare alla mente in particolare Ghost in The Shell, specificatamente il film animato del 1995 diretto da Mamoru Oshii. Le fabbriche, i vestiti e soprattutto il design degli androidi ricalcano in modo perentorio e pedantesco il classico dell’animazione del ‘95 rendeno Jung_E un prodotto ancora più monotono e derivativo.
Il tutto filtrato attraverso il punto di vista della figlia della famosa mercenaria che in qualche modo è diventata capo scienziato del progetto. Questa scelta narrativa è usata per far empatizzare lo spettatore con lei, dando l’impressione che un progetto del genere può portare solo sofferenza alla protagonista, ma per quanto sia un nobile intento esso fallisce miseramente e su più fronti. Ogni tentativo di creare un ponte emotivo tra lo spettatore e i protagonisti porta solo al risultato di rendere la pellicola ancora più noiosa e infarcita di situazioni e dialoghi che rasentano il cringe più assoluto. Interazioni tra i protagonisti che sono sempre blande e terribilmente bambinesche nei dialoghi e nelle intenzioni.
Svogliatezza…
È impossibile parlare di Jung_E e non nominare due aspetti che affossano ancor di più, e maggiormente, la fruizione della pellicola: la recitazione e gli effetti speciali. Partendo dalla prima che, con grande disappunto, è uno dei punti più bassi dell’intera pellicola, paragonabile a un film televisivo di bassa lega. Recitazione che risulta spesso, anche per i diversi standard coreani, troppo carica, eccessivamente teatrale ed enfatica e molto, troppo, spesso involontariamente comica avvicinando il tutto più verso lo stile e l’impostazione di una soap opera coreana, che a un film Sci-Fi dalle tematiche stratificate e complesse.
Gli effetti speciali, invece non possono nemmeno essere considerati decenti: erano anni che non capitava un prodotto di, relativamente, alto profilo con un comparto effetti speciali così scadente, non è possibile salvare nessun aspetto relativo alla CGI. Alcune scene sembrano estrapolate direttamente da qualche MockBuster della Asylum productions e nel confronto spesso questi ultimi sembrano persino di miglior fattura rispetto alla CGI di Jung_E. La scarsa qualità della pellicola è anche rimarcata, oltre che dalla pessima CGI, dal costante riutilizzo spasmodico di alcune scene durante tutta la durata della pellicola imprimendo ancor di più un senso di svogliatezza nella produzione del lungometraggio.
…e pigrizia
Dalla terribile pigrizia e negligenza che ammanta questa produzione non si salvano nemmeno le fasi finali del lungometraggio. Una produzione che si assesta sulla sufficienza, dovrebbero dar sfogo al pathos e al crescendo che si sono andati a creare per tutta la durata della visione; ma questo è un altro motivo di disappunto e delusione, visto che per l’intera durata del lungometraggio non si crea nessuna tensione e nessun pathos a cui dar sfogo, né nessun tipo di appagamento dato dal finale. Finale che risulta infarcito di svogliatezza narrativa come non si vedeva da anni, dando in pasto allo spettatore una becera scusa che darà il via allo showdown finale pieno anch’esso di pessima CGI e probabilmente uno degli esempi più scadenti degli effetti speciali della produzione.
Le nostre conclusioni su Jung_E
Jung_E è in modo inequivocabile un film poco riuscito. Chiunque abbia un minimo di amor proprio, e di amore per la narrazione Sci-Fi, dovrebbe evitare la visione e, visto il grande catalogo Netflix, investire il proprio tempo in altri prodotti. Non è possibile salvare nulla di questo prodotto che risulta anche una macchia nella filmografia di Yeon Sang-ho che prima di questa infima produzione poteva vantare una buona filmografia. Speriamo di poterlo veder tornare ai buoni risultati che ha avuto con il zombie movie Train to Busan e relegare in fine Jung_E al posto che gli spetta: cioè il dimenticatoio.
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Il regista di questo lungometraggio è Yeon Sang-ho, già regista di Train to Busan, un buon zombie movie e più in generale un buon film. Purtroppo l'ultima fatica, Jung_E, non si è rivelata all'altezza delle sue produzioni precedenti. Durante la visione si hanno momenti apprezzabili per quanto oscurati dalla natura estremamente derivativa di molte situazioni ed è indubbio che il regista abbia voluto inserire messaggi che molto spesso ritornano nel suo modo di fare cinema come la critica sociale, l'amore incondizionato che supera le avversità e la speranza. Infarcendo il tutto con scena d'azione ben coordinate e girate ma che in definitiva non elevano il tutto alla sufficienza, non rimane che attendere il prossimo lavoro del film-maker coreano.