I Pokémon sono uno degli elementi identificativi della generazione ‘90-2000, indipendentemente dal livello di conoscenza che se ne ha. Sapere di potersi portare in giro comodamente in tasca o nello zainetto una schiera di mostriciattoli venduti come amichetti digitali ha fatto la fortuna del marchio nipponico. La fama del franchise è poi continuata finché i videogiochi non hanno cominciato a moltiplicarsi e ad estendersi su console sempre più nuove.
Chi scrive – come la maggior parte dei suoi coetanei – ha subito in pieno la prima ondata della Pokémania, entrando in contatto con Game Boy, puntate mandate a ripetizione durante il pomeriggio, carte da gioco, riviste specializzate, album da colorare e pupazzetti di varie dimensioni. E, sempre come la maggior parte dei suoi coetanei, crescendo si è un po’ allontanata dal mondo variopinto e sempre più vasto che ha accompagnato contemporaneamente sia i videogiochi che l’anime.
L’arrivo di Pokémon GO e la riscoperta del franchise
Le cose sono però cambiate con l’arrivo negli store digitali di Pokémon GO: una vera e propria orda di ex-patiti si è infatti catapultata a scaricare il mobile game e io, ovviamente, ero tra questi. Pokémon GO rappresentava ai miei occhi una seconda possibilità di poter rientrare in un mondo che avevo abbandonato perché non potevo permettermi di stare al passo con le release (tuttora in corso, vedi Pokémon Scarlatto e Violetto e le innumerevoli guide che abbiamo dedicato a questi due nuovi capitoli).
L’app, infatti, tranne che per gli acquisti in-game, è completamente gratuita se si dispone di uno smartphone e di una connessione dati. Non bisogna però fare confusione: Pokémon GO è infatti molto diverso dai giochi Nintendo, perché diversa è la sua funzione. Gli sviluppatori hanno dovuto pensare da un punto di vista nuovo, e hanno scelto di rendere protagonista ciascuno di noi: il giocatore diventa allenatore nel vero senso della parola, e può portare un compagno con sé.
Come funziona Pokémon GO
Grazie alle dinamiche di gioco è infatti possibile incontrare Pokémon nei luoghi pubblici, catturarli, fare rifornimento presso i Pokéstop (che danno Pokéball, pozioni, uova e altri utili strumenti) e prendere il controllo delle Palestre. Queste due categorie di luoghi d’interesse sono state inglobate bene nel mondo reale, dal momento che sono state inserite in corrispondenza di monumenti o luoghi peculiari dell’ambiente circostante che possono essere fruite anche in modalità AR. Nel corso degli anni, poi, sono state aggiunte altre funzionalità che hanno puntato a rendere l’esperienza in game divertente e quanto più coinvolgente.
Uno degli elementi sicuramente più caratteristici di Pokémon GO, poi, è l’esistenza di tre squadre, nelle quali il giocatore viene smistato durante i suoi primi passi nel gioco. Ogni squadra (la Blu, la Gialla e la Rossa) ha un mentore e caratteristiche specifiche. Inoltre, entrare a far parte di una squadra denota come naturale conseguenza l’appartenenza a un gruppo: questo fa sentire i giocatori parte di qualcosa e li spinge a cercare altri allenatori nelle vicinanze con cui fare amicizia e giocare.
L’unione fa la forza ovvero: giocare a Pokémon GO insieme
Alcune azioni di gioco possono essere effettuate solo insieme ad altri giocatori fisicamente vicini, come lo scambio dei Pokémon (proprio come accadeva nei primi giochi). Inoltre, è possibile lottare insieme per prendere il controllo delle Palestre (in una sorta di ruba bandiera virtuale), partecipare ai Raid contro Pokémon particolarmente potenti per batterli e ottenerli e lottare tra allenatori. Lo scoppio della pandemia, qualche anno fa, ha inoltre costretto Niantic a concedere incontri da remoto, oggi ancora disponibili se si dispone di biglietti appositi.
Anche l’introduzione della Lega Lotte GO ha contribuito a tenere i giocatori in app durante quei mesi difficili, azzerando i confini forzatamente imposti dai lockdown. Inoltre, la possibilità di inviare i Pacchi Amicizia ai propri amici è stata gradualmente migliorata nel corso del tempo, rendendo la funzione simile all’inviarsi delle utili cartoline che fanno scoprire, a chi riceve il pacco, luoghi nuovi e a volte anche molto distanti da sé, decorati da sticker collezionabili.
Non solo pro: i contro della mia esperienza
Questa esperienza di gioco un po’ al confine tra reale e digitale mi affascina molto, ma ciò non significa, ovviamente, che non siano presenti delle criticità. La principale – che esperisco quotidianamente – riguarda proprio le interazioni con gli altri giocatori. Se, infatti, è molto bello giocare insieme a Pokémon GO, è anche vero che chi vive in una realtà provinciale (e ben lontana dalle grandi città) può avere qualche difficoltà a conoscere giocatori.
E, anche tramite l’uso di piattaforme esterne che servono proprio a connettere allenatori da tutto il mondo (come questa qui), ci sono comunque azioni difficilmente realizzabili, come lo scambio dei mostriciattoli, che in qualche caso rende le evoluzioni molto più complesse. Inoltre, per quanto la necessità di camminare per schiudere le uova e fare rifornimento sia utile e salutare, capita che soprattutto i giocatori più giovani che vivono in località piccole non dispongano di Pokéstop sufficienti per un’esperienza di gioco gradevole.
Si può sempre migliorare
Niantic dovrebbe quindi lavorare su una maggiore autonomia per i singoli giocatori, rendendo la cooperazione con gli altri una scelta, non un obbligo. Inoltre, dovrebbe stabilire dei criteri concreti che rendano più accessibili Pokéstop e Palestre ai giocatori geograficamente e/o fisicamente meno fortunati (i Pacchi amicizia e i biglietti per i Raid da remoto non bastano). Solo continuando a lavorare assiduamente alla realizzazione di un’app completamente ibrida con la realtà si riuscirà a soddisfare tutti.
In questo articolo l’autrice ha voluto dire la sua su Pokémon GO: adesso tocca a voi! Avete l’app? Siete più lottatori o camminatori? Avete delle critiche costruttive che vorreste far sapere a Niantic? Fatecelo sapere con un commento su Kaleidoverse o sui nostri gruppi community (Facebook e Telegram). Inoltre, condividete questo articolo e seguiteci sui social, dove parliamo delle ultime tendenze del mondo dei media e dello spettacolo. Vi aspettiamo!