Raffa è una docuserie in tre puntate uscita il 27 dicembre su Disney+ che ripercorre la lunga e strepitosa carriera di una della donne più rivoluzionarie della TV italiana. Ma chi era Raffaella Pelloni (in arte Raffaella Carrà) e perché è diventata l’icona del cambiamento non solo nella TV italiana ma anche in quella straniera? Decise di cambiare cognome per evitare che venisse sbagliato e unì la classicità (Raffaello Sanzio) alla modernità di Carlo Carrà.
Raffaella nasce a Bologna il 18 giugno 1943 da papà Raffaele Pelloni e mamma Angela Iris Dell’Utri. Dopo soli due anni da quando si sposarono decisero di divorziare. Raffaella si trovò quindi a fare la spola tra Bologna, dove studiava, e Bellaria il paese in cui la mamma gestiva il Caffè centrale. Successivamente si trasferì a Roma per proseguire i suoi studi di danza prima all’Accademia nazionale di danza e poi al Centro sperimentale di cinematografia.
L’inizio di una lunga carriera
La carriera della Carrà inizia grazie all’ispirazione di sua nonna Andreina, violinista, e di questo dovremmo ringraziarla. Nella docuserie troveremo volti dello spettacolo come Fiorello, Tiziano Ferro ma anche Bob Sinclair. Tra i tanti intervistati vi è Gino Stacchini, il suo primo fidanzato, che ricorda Raffaella come la donna che con frenesia corre incontro alla felicità. Una delle peculiarità della Carrà era la consapevolezza di poter arrivare a piacere a tutti e possiamo affermare che, questa sua filosofia di vita, ha funzionato.
Quando venne invitata a presentare La hora de… ci fu l’inizio del cambiamento nella TV spagnola. Tutto ciò avvenne in un periodo storico difficile per la Spagna, e la TV spagnola, essendoci ancora lo strascico della dittatura di Francisco Franco. Il suo essere ballerina, cantante e presentatrice accese i riflettori su di lei facendola diventare subito amata dagli spagnoli e non solo. Una delle sue canzoni più iconiche, Fiesta, non ebbe subito il successo che uno sperava, ma lei non demorde e continua a portarla nei suoi concerti e programmi. Ma la consacrazione a regina del pop arriva con A far l’amore comincia tu che venne tradotta, oltre che in spagnolo, in inglese (la cantò a Top of the pops), tedesco e francese. Bob Sinclair, con l’aiuto di Raffaella, riuscì a far vivere le stesse emozioni dell’originale come racconta lui stesso nell’intervista.
La paura dell’abbandono e del tradimento
Raffaella, scottata dall’abbandono del padre, vivrà costantemente con questa paura. Le persone che entravano a far parte degli affetti più cari non dovevano essere toccate. Lei stessa disse che un suo grande difetto era proprio l’essere possessiva. Questo elemento viene sottolineato con un video in cui Raffaella, a Domenica In, parla di sua mamma dopo le accuse fatte dalle testate giornalistiche. La additarono come disinteressata alla salute della madre che era ricoverata in ospedale. La sua reazione fu un messaggio pieno di rabbia espresso con tono fermo e deciso come una vera prima donna.
Questo suo carattere forte e deciso faceva parte però della Carrà ma non della Pelloni. Fuori dal palcoscenico era tutt’altra donna, fragile ed empatica come spesso dimostrava nei suoi programmi. Ebbene sì a volte veniva fuori il lato Pelloni di Raffaella e questo contribuì in una maniera smisurata a renderla amata da tutti gli italiani. Ricordate il gioco dei fagioli in Pronto Raffaella? (erano 10944 se ve lo state chiedendo) La gente iniziò a chiamare non solo per giocare, ma per dimostrare l’affetto e la compagnia che lei riusciva a dare. Altro motivo per cui iniziarono a chiamare fu per fare appelli e spesso Raffaella si metteva il cuore in mano e con la sua grande empatia aiutava le persone in difficoltà per come poteva. Spesso stava male anche fuori dalle scene per via di questo a dimostrare che lei non era una donna che faceva show.
Un mito per tutte le età
Diciamocelo, Raffaella è e sarà sempre un mito per tutti quelli nati tra gli anni ‘70 e ‘90 con un successo che va ben oltre le sue canzoni. Non dimentichiamo che tra gli anni ‘70 e ‘80 fu una delle prime a percorrere la strada del femminismo e della libertà sessuale delle donne. Fu anche una delle prime icone a sostenere il movimento LGBTQ diventandone portavoce e forte sostenitrice. La Carrà creò uno scandalo con la sua Tuca tuca perché la cantò e ballò con l’ombelico di fuori. Questo evento scatenò una bufera intorno a quella canzone che venne eliminata dalla scaletta per poi ritornarci grazie ad Alberto Sordi. All’uomo a cui non si poteva dire di no venne concesso di ballarla insieme a lei facendo ritornare l’ombelico e la canzone sul piccolo schermo.
Ciò che però l’ha resa un mito è la sua musica. Citate a chiunque una canzone della Carrà e subito vi ritroverete a cantarla con tanto di balletto e la sua mossa iconica con la testa all’indietro. Ancora oggi alcune sue canzoni vengono ascoltate, cantate e amate da persone di tutte le età a rimarcare quanto sia stata importante la sua presenza nel panorama musicale sia italiano che straniero. Non dimentichiamoci che Raffaella era anche una presentatrice e il suo rinnovo contrattuale con la Rai fu al centro di una polemica con Bettino Craxi. Nella docuserie viene riportato questo aneddoto in cui il Presidente definì immorale e scandalosa la cifra che la Carrà avrebbe guadagnato in soli 2 anni.
Le nostre conclusioni su Raffa
L’intera docuserie è un piacevole e malinconico viaggio nella vita della Carrà. Ogni ospite intervistato ha contribuito a scoprire dettagli della sua vita che sennò sarebbero rimasti nascosti. Essendo solo 3 puntate è stato fatto un ottimo lavoro di suddivisione della sua carriera concentrando, e dividendo, ogni sua fase. Ogni puntata si concentra su un pezzo della sua carriera partendo dalle primissime esperienze di quando era bambina. Il percorso intrapreso per far la docuserie lo rende un degno memoriale della soubrette. In 3 ore vivrete tutte le emozioni che Raffaella ci ha regalato in 70 anni di carriera rendendo la docuserie un concentrato puro di nostalgia. Innegabile che sia un prodotto davvero ben realizzato e ben pensato che farà felici tutti i fan della pop star italiana più famosa al mondo.
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Ci possiamo ritenere molto soddisfatti del lavoro fatto per la creazione della docuserie su Raffaella Carrà. C'è un attenzione nel sottolineare alcuni sui tratti che solo chi ha avuto stretti contatti con lei poteva far emergere. Non c'è una prevalenza di argomenti trattati ma, al contrario, tutto è trattato con un equilibrio maniacale. L'intera carriera della Carrà viene racchiusa in 3 semplici puntate e voi chiederete se bastano. Noi possiamo dirvi di sì perché dietro c'è stata una cura che nemmeno immaginate. Ogni aspetto della sua vita viene riproposto senza trascurare nemmeno un dettaglio andando a creare un puzzle pezzo per pezzo. E quando diciamo che non viene trascurato nessun dettaglio intendiamo proprio nessuno perché vengono presi in considerazione anche aspetti della sua vita che pochi conoscono. Con questa docuserie possiamo dire che Raffaella è ritornata, ancora una volta, sul piccolo schermo ovvero il suo habitat naturale. Per i fan più nostalgici potrà essere un colpo al cuore ma vi assicuriamo che merita di essere visto fino alla fine.