A dieci anni dalla prima stagione, con i mai dimenticati Woody Harrelson e Matthew McConaughey, torna un nuovo ciclo di True Detective. Tra la notte del 14 e 15 gennaio infatti Sky ha messo in onda la prima puntata della nuova stagione – Night Country – in contemporanea con gli Stati Uniti. Quarta stagione creata, scritta e diretta da Issa Lopez. Nel cast la premio oscar Jodie Foster, per la prima volta come protagonista sul piccolo schermo, e Kali Reis. Interpreti principali e protagoniste in questa nuova discesa tra brutali omicidi, cupi presagi e misteri. Come è stata questa prima puntata? Svisceriamo il tutto nella recensione di True Detective: night country.
Ultimo giorno di sole
Il tutto prende il via l’ultimo giorno di sole dell’anno a Ennies in Alaska. Nell’isolata Tsalal Arctic Research Station (una struttura di ricerca artica) scompaiono, senza lasciare nessuna traccia, gli otto uomini del team di ricerca. Ad indagare sarà la detective Liz Danvers (Foster). ad affiancarla nella prima ispezione un giovane agente. L’unico ritrovamento sulla scena sarà una lingua umana mozzata. Questo “piccolo” ma particolare dettaglio porterà l’agente Evangeline Navarro (Reis) ad interessarsi al caso. Soprattutto perché è un dettaglio che riporta in superficie ricordi ossessivi e tormentati per quest’ultima. Il conflitto tra le due è inevitabile. I loro metodi sono differenti, il loro approccio all’indagine è differente. Provengono da due mondi differenti che presto andranno in rotta di collisione. Ma cause di forza maggiore richiederanno la loro collaborazione.
L’intreccio in questa prima puntata non viene snocciolato eccessivamente. Ci si trova di fronte ad una puntata estremamente introduttiva, didascalica e quasi propedeutica allo spettatore. Che viene preso per mano e trasportato senza mai essere lasciato indietro per tutta la durata della puntata. Rendendo il tutto una sottovalutazione dell’attenzione che uno spettatore può investire in un prodotto televisivo. La struttura didascalica della puntata è presente anche su tutto l’impianto narrativo. In particolare nello snocciolare la vita privata delle due protagoniste a cui viene dato uno spazio enorme che eclissa in parte il fulcro della serie, il mistero. Per tutta la durata della puntata – poco meno di un’ora – la sceneggiatrice sembra quasi essersi dimenticata che la storia e le sue protagoniste esistono in funzione delle loro parti in un mistero e non il contrario. Tornando al fulcro della questione in maniera più prominente solo nell’ultimo quarto della puntata.
Un minestrone di idee
Come detto questo primo episodio è meramente introduttivo e si concentra prevalentemente sulle protagoniste e la loro vita privata. L’impianto narrativo non trova riscontro nelle aspettative. Vengono presentate le vite private delle due protagoniste che per quanto, di base, organiche sono imbellettate da tematiche che lasciano la sensazione di essere inserite a forza. Che spesso risultano forzate e anti climatiche. E purtroppo questa forzatura si sente nella costruzione della protagonista Evangeline Navarro. Anche lo spettatore meno attento può notare che l’intenzione di Issa Lopez era quello di creare un agente tutto d’un pezzo e dura come l’acciaio. Purtroppo questo intento cade nel vuoto. Poiché la Lopez infrange una delle regole più importanti della narrazione: Show don’t tell. Non viene mai mostrato un vero momento in cui si possano riscontrare le suddette caratteristiche nel personaggio interpretato da Kali Reis. Dimostrando un indole impulsiva piuttosto che caratteristiche più tipiche dell’archetipo che – nelle intenzioni – vuole incarnare.
In tutto questo non si riscontra una regia sapiente. Che tende a dilatare i tempi eccessivamente e che dà troppo spazio – e minutaggio – ad un paesaggio inesistente. Ci si trova, troppo spesso, durante la visione ad incappare in momenti registicamente vuoti. Che non generano tensione ne provocano una riflessione nello spettatore. Che si trova costretto a subire le scelte registiche. Questa conduzione maldestra viene perpetrata anche in momenti in cui una regia più sapiente era richiesta e dovuta, soprattutto in una serie con un’eredità culturale e seriale così importante. Le prove attoriali d’altro canto si attestano su una piacevole mediocrità. A spiccare in tutta la produzione sono senza ombra di dubbio Jodie Foster e Fiona Shaw. In questa prima puntata la Foster regala un’ottima interpretazione. Conseguenza di un’esperienza cinematografica comprovata e che riesce a dare il giusto peso al personaggio interpretato sapendolo rendere reale e tridimensionale. La seconda anche se poco presente da sfoggio di una presenza scenica che solo le interpreti di un certo calibro sanno regalare.
Le nostre conclusioni sulla prima puntata di True Detective: Night Country
Questa prima puntata soffre grandemente di una struttura eccessivamente didascalica. Che non riesce a trovare un giusto equilibrio tra il raccontare la vita privata delle protagoniste e l’investigazione. Cercando di prendere per mano lo spettatore e portarlo avanti per tutta la durata della puntata con un incedere dilatato e che non riesce a raggiungere il giusto focus su nessun appiglio narrativo. Accompagnato da una regia che non riesce a tenere il passo. Che crea una tensione posticcia, senza un vero pathos. Le interpretazioni sono nella media ad eccezione delle ottime Jodie Foster e Fiona Shaw. Il tutto viene contornato dall’indagine che in questa puntata non è assolutamente il focus, ne il nodo gordiano a cui attorno si ramificano i personaggi e le loro vite.
Tutto quello che rimane di questa puntata è un retrogusto amaro di quello che poteva essere ma che – per il momento – non è. Essendo solo la prima di sei puntate si auspica un innalzamento della tensione e del coinvolgimento indiretto dello spettatore. L’unica cosa che rimane da fare è aspettare le prossime puntate. Siete interessati alla serie? Avete visto il primo episodio? O la eviterete completamente? Fatecelo sapere sui nostri social e nei commenti. Come sempre, vi invitiamo a leggerci su Kaleidoverse e a seguirci sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo sempre contenuti. Se volete condividere con noi suggerimenti, consigli su nuovi film da vedere (ma anche anime, serie TV e videogiochi) o soltanto discutere delle ultime notizie, ci trovate sui nostri gruppi community, Facebook e Telegram.