Entriamo nel mondo delle serie ispirate alle iconiche macchinine con la recensione di Hot wheels: A tutto gas. Il 4 marzo è uscita su Netflix la nuova serie basata sulle famose macchinine degli anni ‘60 e ‘70. Non è di certo il primo prodotto del genere data la presenza di altre serie precedenti, ma con alla base sempre le gloriose automobili. Nate dall’idea di Elliot Handler, co-fondatore di Mattel (sì lo stesso marchio delle Barbie), divennero le principali rivali delle Matchbox. Successivamente all’acquisizione dei diritti di quest’ultime, Hot wheels diventò il marchio di macchinine più conosciute al mondo.
Con questa serie si è cercato di avvicinare le nuove generazioni al vastissimo mondo delle Hot wheels che hanno caratterizzato l’infanzia di bambini e bambine di tutto il mondo. L’iconico marchio e i loro colori appariscenti le hanno rese facilmente riconoscibili ovunque le si cerchi. Sicuramente starete sottovalutando questi modellini come semplici giocattoli per bambini. Vi basti sapere che la più rara e costosa di queste vetture è la Volkswagen pink beach bomb valutata circa duecentomila dollari. Non è questo il punto però quindi proseguiamo a parlare della serie e vediamo cos’ha da insegnare alle nuove generazioni.
Sei giovani pretendenti verso il successo
La trama è a dir poco semplicissima dato il target a cui è destinato. Sei giovanissimi ragazzi si sfidano a suon di corse, acrobazie e derapate mozzafiato per aggiudicarsi il titolo di campione del Mega garage racing camp di Hot wheels. A dirigere il camp la pluripremiata campionessa Dash Wheeler la quale deciderà le prove da far svolgere ai sei pretendenti. I giovani conducenti sono Coop, Spark, Mac, Brights, Axle e Sidecar. Ogni puntata ha come tema principale una sfida lungo le tortuose strade del circuito sviluppato sopra la città. Per affrontare le ardue sfide avranno a disposizione l’intero Mega garage fornito di tutte le auto possibili. Come sempre c’è il ragazzino di turno il quale pensa di essere il più forte ma imparerà a sue spese una dura lezione.
La strada verso il successo non sarà solamente costellata di corse ma dovranno affrontare anche temi più profondi come l’amicizia e la lealtà. Essendo una serie rivolta a un pubblico giovane non c’è molta pretesa in una trama complicata ma non è da sottovalutare. Se le premesse sono piuttosto deboli gli argomenti affrontati non lo sono altrettanto. Peculiarità di questa e altre serie del genere, vedasi Jurassic World Nuove avventure, è la quasi totale assenza di una componente adulta a controllare i ragazzini. Non è né un male né un bene e quindi lascia neutrale questo aspetto legato alla crescita dei giovani campioni. L’unico che sente l’influenza del proprio papà è Axle solo perché anche il padre è un campione di grande fama.
La crescita personale dei protagonisti
Se da una parte abbiamo una trama sviluppata davvero pochissimo, dall’altro abbiamo una crescita personale dei protagonisti notevole. Infatti sono più impegnati nelle relazioni interpersonali che nelle corse in sé anche all’interno delle corse stesse. Coop e i suoi avversari vivranno momenti in cui verranno messi alla prova la loro amicizia, la loro forza d’animo ma anche la capacità di fare squadra. Non sono argomenti da sottovalutare soprattutto se vengono affrontati come insegnamento di una morale per un pubblico molto giovane. Si potrebbe quasi ammettere che lo scopo della serie sia divertire e insegnare a discapito di una trama povera di mordente.
C’è un altro fattore che uno spettatore giovane magari non nota ma noi adulti sì ed è l’inclusività. I personaggi non sono tutti della stessa etnia, non sono tutti perfetti e intelligenti ma hanno delle caratteristiche personali a differenziarli. Avremo la ragazzina con una protesi al braccio, il ragazzino di colore o quello fissato col cibo e così via. Ciò che però conta in tutto questo è il loro naturale modo di accettare gli amici per quello che sono. Può sembrare un messaggio banale da trasmettere per noi adulti ma in un bambino che si approccia alle relazioni con altri bambini può essere un grande insegnamento. Partendo da piccoli si può sicuramente arrivare a creare facilmente, in un’età più avanzata, un senso di accettazione e inclusività maggiore delle generazioni precedenti.
I ruoli si ribaltano
Con i presupposti sopra citati ci sentiamo di affermare il ruolo dei protagonisti come insegnanti verso gli adulti di nuovi valori. La recensione di Hot wheels A tutto gas mette in evidenza valori che piano piano stanno entrando a far parte delle nostre vite. Purtroppo la serie verrà vista solo ed esclusivamente come un prodotto per bambini basato sulle macchinine e niente di più. Pochi saranno i bambini che coglieranno alcuni dei messaggi di cui noi stessi abbiamo parlato all’interno della recensione. Questo non è di certo colpa del bambino o dei genitori che magari non sentono il bisogno imminente di educare il proprio figlio a tutto ciò. Bisognerebbe capire dove volevano andare a parare i creatori della serie mettendo tali temi in un prodotto del genere ma rimarrà un dubbio.
Questo prodotto non andrebbe sottovalutato per i temi affrontati anzi sarebbe da proporre ai nostri figli per educarli a ciò. Il valore dell’amicizia, l’essere tutti uguali a prescindere da come siamo e l’inclusività si dovrebbero far conoscere già in età come quella del target di questa serie. Solo così potremo avere delle generazioni future capaci di vivere senza pregiudizi e senza pensare a com’è chi abbiamo davanti.
Le nostre conclusioni su Hot wheels A tutto gas
Detto ciò possiamo tirare le conclusioni della nostra recensione di Hot wheels A tutto gas per tirare le somme. Graficamente è davvero spettacolare con l’uso di colori che mantengono incollati gli occhi dello spettatore. La serie di sfide affrontate dai giovani protagonisti vanno ben oltre le semplici corse come abbiamo ampiamente detto nei paragrafi precedenti. Ciò che manca purtroppo è una trama solida ma non ci si può certo lamentare dato che non siamo il target a cui mira il prodotto. Nel complesso è stato fatto un ottimo lavoro di personalizzazione delle macchine e dei tracciati proposti con elementi tipici delle piste già conosciute. Se fossimo stati noi adulti il target di tale serie si sarebbe di certo preteso di più ma per un bambino è più che sufficiente come proposta.
Siamo arrivati ai nostri rimandi social dove potrete commentare questa e le altre recensioni sul sito di Kaleidoverse. Avrete modo di farlo attraverso Facebook e Instagram o direttamente nel gruppo Telegram. Ultimamente sono uscite le recensioni sul film di Taylor Swift The eras tour, Art of love o Lol Talent Show: Chi fa ridere è dentro. Ci siamo impegnati anche nel fare un approfondimento sulla Classifica delle evocazioni più forti di sempre presenti in Final Fantasy quindi andate a leggerla per curiosità. Come sempre speriamo di leggere i vostri commenti e sapere la vostra in attesa di una nuova recensione. Alla prossima!
Il giudizio che possiamo dare a questa serie è da un punto di vista di un adulto. Sicuramente si sente la mancanza di una vera e propria trama messa in ombra da una grande voglia di insegnare una morale alle nuove generazioni. Questo è un male se si pensa al fatto che manchi una trama però un gran bene se vogliamo valutarla dal punto di vista educativo. Per noi è più facile capire che oltre alle corse vi è una enorme voglia di insegnare qualcosa allo spettatore. Per un bambino è più difficile capirlo ma da qualche parte bisogna pure iniziare no? Questo prodotto è senza dubbio un ottimo punto di inizio per creare dei sani valori alle generazioni attuali e del futuro. Nel complesso è graficamente stupendo, i colori più che accesi sono come gli occhi del rospo di Futurama, ipnotici. C'è stato un grande lavoro dietro nel voler instillare in qualche modo dei principi attuali e non è facile farlo in un prodotto per bambini ma tentar non nuoce. Può essere un'ottima rampa di lancio per poter creare altri prodotti del genere ed educare in maniera naturale ed efficace i bambini di oggi.