Maggio è canonicamente il mese dedicato alle mamme e all’amore che si può trovare solo tra le loro braccia. Netflix deve averci pensato quando ha deciso che proprio all’avvicinarsi della festa della mamma avrebbe reso disponibile nel suo infinito catalogo una nuova commedia dai toni toccanti e calorosi: Nonnas, che potete vedere dal 9 maggio e di cui Kaleidoverse vi parla in questa recensione spoiler free – come sempre. E, come sempre, prima di addentrarci nella trama di questa nuova pellicola, vogliamo darvi qualche informazione in più.
Nonnas è diretto da Stephen Chbosky (Noi siamo infinito) ed è stato scritto da Liz Maccie (Siren), che ha adattato per lo schermo una storia vera. Il cast annovera tra le sue fila Vince Vaughn (Ti odio, ti lascio, ti…), Lorraine Bracco (Quei bravi ragazzi), Talia Shire (Rocky), Brenda Vaccaro (Capricorn One), Susan Sarandon (Thelma & Louise), Joe Manganiello (One Piece), Drea de Matteo (I Soprano) e Linda Cardellini (Amiche per la morte). E ora, andiamo a vedere di cosa parla.
Nonnas: la trama del film
Joe (Vince Vaughn) ha perso sua madre, con cui viveva, e non sa cosa fare della sua vita: l’assenza di una figura così importante nella sua vita lo fa immergere in un vortice di ricordi e di nostalgia. E, mentre elabora il lutto, accompagnato dal suo migliore amico Bruno (Joe Manganiello) e dalla moglie di lui, Stella (Drea de Matteo), ha una folgorazione: vuole creare qualcosa per onorare la memoria di sua madre Maria. E quel qualcosa, indissolubilmente legato ai ricordi che ha di lei e alla sua cucina, prendono forma in un desiderio: aprirà un ristorante.
L’idea è impulsiva e ambiziosa: Joe è un meccanico, non un cuoco. E aprire un ristorante non è certo una cosa da poco. La caparbietà e il desiderio dell’uomo sono però più forti dei dubbi di Bruno e della reticenza delle persone di Staten Island che lo vedono comprare un vecchio locale abbandonato per rimetterlo a nuovo. Manca solo una cosa: lo chef. E Joe, a caccia della cucina italiana che mangiava da piccolo, riesce a reclutare 4 donne che lo aiutino a realizzare il suo sogno: 4 nonne.
Joe dà voce a un desiderio profondo, ma per raggiungere il suo obiettivo va a caccia di nonne.
Un omaggio a una New York
In linea di massima Nonnas è un film che gioca molto con il senso di nostalgia e con il passato, strettamente legato al percorso di Joe come personaggio. La regia riesce a comunicare questo ripercorrere i tempi andati non solo grazie all’uso di 2 fotografie ben distinte – una per il passato e una per il presente – ma indugiando su alcuni punti della pellicola che rallentano la narrazione e danno maggiore peso proprio alle riflessioni del protagonista, e che omaggiano da un punto di vista puramente visivo una zona ben definita di New York: Staten Island, uno dei punti in cui l’influenza italiana è più forte nella grande mela.
Perché l’Italia in Nonnas è molto presente – e forse si intuisce già dal titolo. La storia dietro la sceneggiatura, infatti, è tutta vera, e nell’adattarla si percepisce il profondo rispetto e l’autenticità che la penna ha adoperato. Una scrittura tanto semplice e genuina quanto profonda, che parte sì da un solo protagonista per poi andare a toccare molte altre storie e dando a ciascuna il peso che meritano. C’è poi il cast, formato da volti ben noti: partiamo da Vince Vaughn per finire con Susan Sarandon, tanto per citarne alcuni, anche se di base tutti i personaggi più importanti di questa pellicola sono impersonati da attori celebri nel panorama di hollywoodiana memoria.
L’amore che resta ai fornelli
Nonnas è prima di tutto la storia dell’elaborazione di un lutto, che si collega ai fornelli per via dei ricordi del protagonista, che nel ripercorrere i momenti più belli vissuti con sua madre finisce a pensare sempre alle mattine trascorse in cucina con lei e la nonna e ai piatti che le 2 donne sfornavano, fatti con il cuore. Questa connessione tra il cibo, la cucina e l’amore è uno dei pilastri portanti di questo film, tanto da costituire non solo il motivo per cui Joe decide di concretizzare la sua idea, ma diventa anche una sorta di sottotrama, legata a una ricetta particolare della sua infanzia che l’uomo non riesce a replicare.
È per questo motivo che l’uomo capisce che l’unico modo per arrivare al cuore della cucina della tradizione – in questo caso italiana – è cercare delle vere nonne: non per fare colpo a livello commerciale, ma per ritrovare nelle mani e nelle menti di queste donne un sapere antico e genuino, nonché l’eco delle radici che probabilmente gli italoamericani di seconda o terza generazione, cresciuti completamente negli States, non possiedono. Più in generale, è solo tornando indietro e andando alla fonte della tradizione che è possibile coglierla per tramandarla, e l’atto stesso del tramandare, del lasciare in eredità questo tipo di conoscenze, è un atto d’amore.
Nonnas affonda le proprie radici nella cucina e nell’eredità che questa arte rappresenta.
Vivere di petto
Un altro tema del film, complementare al primo, riguarda l’importanza di vivere la vita. Forse banale, ma sempre importante, e che si collega perfettamente al lutto in quanto è spesso in questi momenti di profonda tristezza che si tirano le somme della propria vita. Si riflette su ciò che è stato fatto e su ciò che si può fare da allora in avanti, e in Nonnas è forte e chiaro un messaggio: perdere una persona amata è doloroso e sconvolgente, ma questo non deve assolutamente significare fossilizzarsi nel proprio dolore e nel vivere una vita dedicata ad esso.
In questo sono esemplari non tanto Joe, che canalizza il lutto nell’apertura del suo ristorante, quanto in altri personaggi, come Antonella (Brenda Vaccaro), Gia (Susan Sarandon) e Olivia (Linda Cardellini). Si tratta di 3 donne con 3 storie piuttosto diverse, e che in qualche modo sono collegate a questo importante messaggio. Nel caso di Antonella e Olivia, accomunate da un destino simile, è evidente come la loro amicizia abbia dato forza a entrambe, mentre nel caso di Gia la vicinanza con la morte è vissuta in maniera diversa e dirompente, dando vita a un personaggio dall’animo davvero forte e spensierato, che dà importanti lezioni sia a Joe che alle altre donne.
Volti femminili
Ultima ma non meno importante è la presenza di molti personaggi femminili all’interno di Nonnas. Joe è sì il protagonista, ma lascia volentieri lo spazio alle nonne e, in generale, a tutti i personaggi femminili di questo film. Il profondo legame con la cucina, che è canonicamente un’arte che in famiglia si tramanda grazie a nonne, mamme, zie e simili, trova sicuramente ampio risalto nella pellicola, ma è anche un mezzo molto potente che permette allo spettatore di poter abbracciare le singole storie di queste persone.
C’è una sorta di indagine silenziosa delle femminilità di questa pellicola, perché nonostante tutte siano accomunate dai fornelli e dalla volontà di dare qualcosa al prossimo ci sono anche molti lati ombreggianti di questo film che emergono lentamente e danno importanza individuale a ciascuna di loro, a partire dalla burbera Roberta (Lorraine Bracco), passando per Teresa (Talia Shire) e andando a toccare Antonella, Gia e Olivia. E, da questo punto di vista, abbiamo enormemente apprezzato il senso di apertura e di comprensione che si può quasi toccare con mano in questo film e che fa sentire benvenuto anche lo spettatore.
Nonnas è un luogo dove si può trovare ristoro e dove ci si sente capiti, anche a distanza.
Le nostre conclusioni su Nonnas
Nonnas è una commedia toccante che racconta una storia vera e piena di amore. La regia indugia molto su New York e soprattutto su Staten Island, risaltando i luoghi del passato del protagonista che sono anche piuttosto caratteristici e trasmettono, dall’inizio alla fine, una forte italianità insinuata nel territorio statunitense. La sceneggiatura è semplice, chiara e riesce ad equilibrare molto bene sia la linea narrativa principale, quella di Joe, che le singolarità delle protagoniste femminili, ognuna con un proprio bagaglio narrativo da esprimere e portare a conclusione. Il messaggio finale è genuino e profondo: cucinare per gli altri crea unione e, soprattutto amore, quella tipologia di amore talmente incastonata nel prodotto finale da non poter essere eliminato.
E voi, cosa ne pensate di Nonnas? L’avete già visto? Fateci sapere la vostra in un commento qui su Kaleidoverse o sulla nostra pagina Instagram, che potete seguire per restare sempre aggiornati sulle ultime novità in campo cinematografico, seriale, videoludico e animato. Vi salutiamo – come sempre – lasciandovi i rimandi ad alcuni dei nostri ultimi articoli: la recensione degli episodi 7, 8 e 9 della seconda stagione della serie TV Andor, quella della terza stagione della serie animata Blood of Zeus e quella della serie TV The Four Seasons. Ci leggiamo alla prossima!
I pro di Nonnas
La regia omaggia New York;
La sceneggiatura semplice e lineare va dritta al cuore;
La storia è vera, senza particolari artifici, per questo funziona;
Ogni personaggio è importante;
Il ritmo è leggero e intrattiene lo spettatore.
I contro di Nonnas
Sono gli attori, è il doppiaggio? In ogni caso: regionalismi un po’ troppo forzati;
Alcuni punti della storia sembrano mancare;
Le risoluzioni di alcuni personaggi secondari sono lasciate un po’ a sé;
Anche la risoluzione del conflitto con l’antagonista lascia un po’ a desiderare;
Un momento importante del film riguarda una ricetta perduta; anche in quel caso manca d’impatto.