Negli ultimi anni Microsoft ha cercato in tutti i modi di superare Sony dopo la pesante debacle subita durante la scorsa generazione. Se con le esclusive l’azienda non avrebbe mai potuto competere, ha preferito competere sui servizi e sulle acquisizioni di software house. Il colosso di Redmond ha “conquistato” sviluppatori di grosso calibro tra cui Mojang, Double Fine, Ninja Theory, Compulsion, inXile e Obsidian. La ciliegina sulla torta non poteva che essere Bethesda Softworks, che ha di suo uno spessore non indifferente. Il Microsoft Store è ancora un disastro, anche se, in questo caso, Windows 11 potrebbe finalmente apportare alcuni miglioramenti. Inoltre, per chi fosse interessato, il software di sistema può essere provato immediatamente.
Hermen Hulst, d’altro canto, ha agito tempestivamente con altre acquisizioni ma di indubbie qualità. In effetti, Il capo di PlayStation Studios ha voluto ammantare Microsoft con un po’ d’ombra per via delle loro spese folli e “immotivate”, secondo lui. Egli, infatti, punzecchia la controparte “verde”, affermando che Sony non è impegnata in una “corsa agli armamenti” di acquisizione perché “siamo molto selettivi riguardo gli sviluppatori che vogliamo acquisire“. Non è un caso, infatti, che Sony abbia voluto mirare più su aziende come Bluepoint e, soprattutto, Housemarque. La prima è un’azienda che ha svecchiato nel migliore dei modi dei titoli come Shadow of The Colossus e Demon’s Souls. La seconda, invece, ha sfornato titoli come Returnal, titolo nel quale abbiamo speso diverse guide a riguardo. Proprio grazie a quest’ultimo, Housemarque sembra voler ripartire con “esperienze più grandi“.
Ritornando a Microsoft e Phil Spencer, egli ha confermato i motivi per il quale un’acquisizione di uno studio è salutare per l’industria. Egli ha risposto che “Avviare una nuova attività è un grosso rischio. Avviare uno studio di videogiochi lo è ancora di più. E se una squadra si assume effettivamente il rischio di avviare una nuova società, avviare uno studio, costruirlo negli anni, costruire il suo valore, per poi dire che non dovrebbero vendere, penso che sia solo una follia. Ciò non sta a significare che ogni team debba necessariamente vendere il proprio studio, ma penso che sia una parte naturale e salutare del nostro settore che alcuni team avviino uno studio. Certo, molti di loro falliranno, ma mi congratulo sempre con quelli che ce la fanno. Quando i team arrivano da noi, realizzano quel valore attraverso l’acquisizione“.
Un botta e risposta interessante tra Microsoft e Sony che, anche in un contesto così lontano come le acquisizioni, sembrano avere due filosofie quasi opposte. Se siete ancora interessati a questa vicenda, seguiteci sul nostro canale Telegram e Kaleidoverse.it!