I vecchi libri, se si cerca in modo grossolano, sono facili da trovare e da leggere. La vecchia musica, al giorno d’oggi, è facile da reperire e da ascoltare. Anche per i vecchi film e programmi televisivi vale lo stesso, grazie ai numerosi servizi proposti. Per quanto riguarda i vecchi videogiochi, invece, è ben più complicato. Mettendo da parte le sfide di metterci le mani su di essi, il cambiamento della tecnologia può renderli quasi impossibili da reperire. A sollevare la questione non è un tizio qualunque, ma Phil Spencer, il capoccia di Xbox.
Quella potenziale perdita della storia dei videogiochi è qualcosa a cui pensa continuamente Phil Spencer. Come cita egli stesso, “vorrei davvero che come industria ci riunissimo e aiutassimo a preservare la storia di ciò che riguarda i giochi, quindi non perdiamo la capacità di tornare indietro“, ha affermato durante una nuova intervista al canale Kinda Funny Games. Ultimamente, infatti, abbiamo visto episodi come la conservazione di pezzi unici come la demo per PC di Super Mario Bros 3 fatta da id Software. Facendo un paragone con il museo fondato da William S. Paley, egli riporta:
“Penso a quello che il Paley Center ha fatto per la TV. Paley ha visto presto che l’industria televisiva si stava preparando a buttare letteralmente via i nastri su cui erano trasmessi questi vecchi programmi TV, e ha detto: ‘Ehi, voglio archiviarli perché a un certo punto, qualcuno vorrà tornare indietro e guardare lo spettacolo di Ed Sullivan o qualcosa del genere, e quelle cose non dovrebbero essere buttate via.'”
Gli appassionati di retrogaming impegnati hanno affetto per vecchi PC, console oscure e copie “reali” di giochi in scatole, complete di manuali, schede di registrazione e sentimenti. Se dobbiamo dare attenzione a considerazioni più ampie sulla conservazione del gioco, Phil Spencer pensa a tutt’un altra soluzione. Egli ritiene che il cloud gaming possa svolgere un ruolo molto più importante, perché elimina la necessità di investire in hardware vecchi o trovare emulatori. In un senso simile, Spencer ha affermato che console (o anche meglio, PC) più recenti beneficiano di servizi online come Xbox Live e Game Pass; questi non servono per il solo scopo di conservazione, ma bensì sono anche un modo per tracciare possibili futuri che altrimenti non potrebbero ottenere.
Phil Spencer comincia sollevando la questione Xbox Live e di come potrebbe essere gestita, sottolineando la sua effettiva importanza per la sussidiaria Microsoft. Egli è convinto che “voi” potete “vedere più persone giocare a qualcosa come Prey, o Dishonored, o potete tornare indietro con Fable, parlare di quei giochi, e per noi mentre ci sediamo come organizzazione creativa e osserviamo ciò a cui le persone sono interessate, ci dà più dati per pensare a cose che potremmo raccogliere e portare avanti con nuove idee e nuovi team che potrebbero volerlo fare“. Inoltre, lo stesso boss di Xbox rincara la dose sull’effettiva importanza di Game Pass e del suo sistema di “conservazione” dei titoli.
“Game Pass è stata sicuramente un’ottima fonte. L’incontro con Bethesda fu fantastico e fummo in grado di inserire così tanti dei “vecchi nuovi” giochi, o “nuovi vecchi”, in Game Pass e tornare indietro con l’eredità abbiamo con alcune delle IP. Anche pensare a cose come Rare Replay è stata una cosa davvero interessante da fare per noi, e lasciare che le persone vadano a provare alcune delle vecchie IP Rare.”
Il capo di Xbox conferma che Microsoft continuerà a fare cose del genere, perché il modello di business del Game Pass lo rende fattibile. “Non deve essere una versione GAAS [game as a service] di un gioco. Può essere tipo ‘ehi, questo gioco si trova lì’ e la gente si diverte sul servizio“. Qui sotto consiglio la visione dell’interessante chiacchierata avuta proprio con il CEO di Xbox, soprattutto a chi mastica un po’ di inglese.
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