Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato in un breve articolo, della mining farm scovata dalla polizia ucraina. Questo nascondiglio fece scalpore perché al suo interno furono ritrovate ben 3800 PlayStation 4 Pro. All’inizio tutti avevano pensato che il loro utilizzo fosse, per l’appunto, quello di creare monete virtuali per poi rivenderle. A distanza di qualche giorno la Security Service of Ukraine (SBU) ha scoperto che le console di Sony venivano utilizzate per creare generare account di FIFA 21 pieni di crediti e carte di FUT.
Fin dal giorno della scoperta i più esperti erano un po’ sorpresi dagli hardware utilizzati in questa fabbrica di criptovalute. Difatti, solitamente per eseguire un’operazione di mining si prediligono hardware molto più potenti come, ad esempio, le schede grafiche di ultima generazione. Le PlayStation 4 Pro, seppur abbiano la capacità computazionale sufficienti per minare Ethereum o altre criptovalute non vengono mai utilizzate perché il rapporto tempo di produzione e quantità di energia utilizzata non è conveniente.
Risulta essere profittevole se l’energia elettrica utilizzata viene sottratta illegalmente dalla centrale elettrica vicina proprio come in questo caso. Proprio il folle metodo per non pagare la bolletta della corrente ha fatto sì che il gruppo di criminali venisse arrestato.
Crediti di FUT attraverso i BOT
Il percorso per accumulare i crediti di FUT era piuttosto semplice e del tutto automatizzato. Questi 3800 account eseguivano un numero di partite folle. A fine di ogni partita FUT anche senza vincere, ti premia con dei crediti, se una persona – in questo caso il bot – ha la possibilità di giocare tutto il giorno è facilmente comprensibile che quell’account possa riempirsi di crediti. Ma c’è di più, sempre attraverso i BOT, si cercava di intercettare la compravendita di carte rare, le quali venivano vendute o tenute nell’account. Quando il profilo utente in questione possedeva un buon numero di crediti o presentava al suo interno qualche carta rara semplicemente veniva messo in vendita per qualche decina o centinaia di euro. A quanto pare sembrava essere un’attività redditizia soprattutto se – come detto in precedenza- la bolletta della corrente la paga lo stato.
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