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Home»Anime / Manga»Studio Chizu: le sue ideologie e opere
Anime / Manga

Studio Chizu: le sue ideologie e opere

Sabrina PalamaroBy Sabrina Palamaro17 Marzo 2022Nessun commento6 Mins Read
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Oggi nelle sale cinematografiche italiane approda l’attesissimo nuovo lungometraggio dello Studio Chizu, Belle. La pellicola rispecchia a pieno la particolare ideologia che contraddistingue le opere dell’encomiato Mamoru Hodosa. Ma precisamente chi è costui? Scopriamo insieme maggiori dettagli su uno dei più grandi registi viventi nell’industria dell’animazione. In un primo momento della sua carriera, Hosoda lavora come animatore presso la Toei Animation. Esordisce alla regia nel 1999, attirando l’attenzione del pubblico con i primi due film del franchise Digimon: Digimon Adventure e Digimon: Bokura no War Game. Successivamente, lascia per un periodo la sopracitata azienda e viene annunciato dallo Studio Ghibli il suo ruolo di direttore per Il Castello errante di Howl.

Tuttavia, a causa di divergenze d’opinioni con i principali membri dello staff, rinuncia all’incarico finendo per essere sostituito da Hayao Miyazaki. L’artista decide così di tornare alla Toei fino al 2005, anno che segna la svolta. A seguito della direzione di un episodio di Magica Doremì, viene notato e assunto da Madhouse. Inizia così un nuovo capitolo della sua evoluzione professionale, protratto fino al 2011. I riconoscimenti non tardano ad arrivare; grazie a La ragazza che saltava nel tempo (2006) e a Summer Wars (2009) il regista si aggiudica diversi premi, come il Japan Academy Prize, e ottiene molte critiche positive. Inoltre, è proprio in questi anni che entra in contatto con un altro grande professionista: Yūichiro Saitō

Studio Chizu

Lo Studio Chizu, uno studio d’autore

Hosoda e Saitō co-producono La ragazza che salvata nel tempo e nel 2011 decidono di fondare insieme lo Studio Chizu. L’importanza di tale pellicola è riscontrabile anche nell’immagine scelta come logo della società, chiaro riferimento a Makoto Konno, protagonista del film. Questa nuova attività viene descritta da Saitō come uno “studio d’autore”, ovvero un luogo in cui degli artisti si riuniscono per valorizzare nel miglior modo possibile l’operato del regista, assicurandone massima libertà d’espressione.

La filosofia sulla quale si innesta l’intero merchandising è che nel mondo dell’animazione esistono ancora tanti temi inesplorati e scenari sconosciuti. Si evince quindi la volontà di fare da pioniere in nuovi territori per offrire al pubblico una crescente varietà di lavori. Non a caso “Chizu” in giapponese significa mappa e manifesta la grande esuberanza ed energia di Hosoda. Di fatto, i personaggi da lui creati sono caratterizzati da grande forza interiore e vitalità per poter scegliere e coltivare un futuro di propria spontanea volontà.

Studio Chizu

Wolf Children – Ame e Yuki i bambini lupo

Il primo lungometraggio dello Studio Chizu è Wolf Children – Ame e Yuki i bambini lupo, prodotto in collaborazione con Madhouse nel 2012, dove, sia per lo stile che per la complessità della tematica, risulta evidente l’influenza di Hayao Miyazaki. L’opera guadagna circa 55 milioni di dollari e vince il Japan Academy Prize per il film d’animazione dell’anno, mentre in Italia viene divulgata dalla Dynit il 13 novembre 2013. Esiste anche una trasposizione a fumetti, disegnata da Yū su testi di Hosoda e serializzata dalla Kadokawa Shoten su Comic Ace.

 Le vicendono seguono 13 anni della vita di Hana, una studentessa di appena 19 anni che si innamora perdutamente di un affascinante e fiabesco uomo-lupo. I giovani si sposano e nascono due bambini-lupo: la maggiore Yuki (neve) e il minore Ame (pioggia). La famiglia conduce una vita serena e riservata per nascondere la natura non proprio umana dei piccoli. Purtroppo però un giorno il padre scompare: Hana scopre della sua morte accidentale durante una battuta di caccia, per procurare prede per i piccoli. Nonostante il dolore, la ragazza decide di farsi coraggio e si trasferisce in campagna per permettere ai figli di crescere senza problemi e di decidere se vivere da esseri umani o da lupi.

The Boy and the Beast

Il secondo progetto è The Boy and the Beast, pubblicato nel 2015. Il riscontro è decisamente positivo, incassando 49 milioni di dollari e vincendo per la seconda volta il Japan Academy Prize for Animation of the Year. Il titolo sancisce inoltre la collaborazione fra lo Studio Chizu con il distributore francesce Gaumont, assicurando così un target di pubblico molto più ampio. Le vendite internazionali sono di fatto decisamente importanti per l’incremento della visibilità delle opere di Hosoda. Una delle peculiarità del film è definita dal mix visivamente impressionante di animazione disegnata a mano e CGI, con elementi introspettivi e action.

La storia è ambientata sia nel mondo degli umani che in quello dei bakemono, due universi che non devono mai intersecarsi. Tutto inizia quando Ren, separato dal padre dopo il divorzio, perde a nove anni anche l’altro genitore rimastogli. In fuga dai parenti che vogliono decidere del suo futuro, segue una misteriosa figura incappucciata lungo uno stretto e buio vicolo, che si rivela essere l’accesso a un mondo parallelo: Jūtengai (il regno delle bestie), dove scopre il nome di quel misterioso essere: Kumatetsu. Costui sembra all’apparenza incapace di educare chicchessia, perché per primo avrebbe bisogno di qualcuno che gli impartisca le buone maniere; ciononostante, prende come discepolo Ren. Ribattezzato col nome di Kyūta, il giovane imparerà da Kumatetsu le tecniche giuste per affrontare le battaglie che la vita pone dinanzi.

Mirai, penultimo film dello Studio Chizu

Giungiamo al penultimo prodotto di Hosoda: Mirai. Il film viene presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2018, nella sezione parallela Quinzaine des Réalisateurs, e ottiene una nomination come Miglior Film d’Animazione durante la cerimonia dei Premi Oscar 2019. Traguardo precedentemente raggiunto soltanto dallo Studio Ghibli. Si aggiudica inoltre il terzo Japan Academy Prize nel marzo 2019. L’incredibile professionalità, passione e creatività del regista giapponese ricreano un quadro pittorico delicato, perfetto per catturare inevitabilmente lo spettatore e trasmettere messaggi profondi ed evocativi. Vi lasciamo con la sinossi della pellicola e vi aspettiamo sui nostri social, Instagram e Telegram, per sapere le vostre impressioni sull’imperdibile Belle. Continuate a seguirci sul sito Kaleidoverse per non perdervi nessuna novità sul mondo di Anime&Manga, cinema e molto altro.

Kun, per i primi 4 anni della sua vita, è stato coccolato e viziato, ha monopolizzato le attenzioni dei suoi genitori in quanto figlio unico. Ma ora la musica a casa è cambiata con l’arrivo della neonata Mirai. La sorellina ai suoi occhi è colpevole di rubare l’amore dei suoi genitori, così in preda alla gelosia, Kun finisce nel un giardino misterioso dietro casa, dove una porta magica gli permette d’incontrare una Mirai adolescente, venuta dal futuro. I due affronteranno una serie di avventure, che permetteranno al piccolo Kun di comprendere come diventare un buon fratello maggiore.

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