Noi tutti o quasi conosciamo i film del regista Mamoru Hosoda ognuno di noi ne avrà visto almeno uno e ne sarà rimasto affascinato da tutte quelle storie così ben orchestrate. Stiamo parlando de La ragazza che saltava nel tempo (2006), Wolf Children (2012), The Boy and the Beast (2015). Un altro capolavoro è arrivato anche da noi in Italia, Belle, di cui noi di Kaleidoverse lo abbiamo recensito e la potrete leggere qui. Oggi noi vogliamo parlare di un altro film del maestro Hosoda è prodotto dallo Studio Chizu, candidato agli Oscar come Miglior Film di Animazione nel 2019: Mirai (Mirai no Mirai, Mirai del futuro). La sua nomination è stata la prima in assoluto per un film d’animazione giapponese non prodotto dallo Studio Ghibli.
Mirai mette definitivamente Hosoda nella massima serie dell’industria giapponese, mostrando uno spirito di romanticismo sfrenato simile a Your Name (2016), il punto più alto degli anime negli ultimi anni. Mirai è chiaramente il film più personale di Hosoda. L’autore dell’anime giapponese ha sempre iniettato un po’ di sé stesso in ciascuno dei suoi lavori: “C’è un filo comune nei temi dei miei film: La ragazza che saltava nel tempo era sulla giovinezza, Summer Wars era sulla famiglia, Wolf Children era sulla maternità, The Boy and the Beast era sulla paternità, e il mio nuovo film è sul rapporto tra fratelli e sorelle. Mirai parla di un bambino che sta provando a reclamare l’amore dei genitori.”
La storia attraverso gli occhi di un bambino
Mirai è un’epopea familiare travolgente raccontata attraverso la prospettiva di un bambino di 4 anni Kun che manifesta la gelosia per la sorella appena nata, la storia è alimentata da un viaggio emotivo intimo che salta nel tempo nel dramma animato di Mamoru Hosoda. Quando Kun vede per la prima volta la sua sorellina, Mirai, inizialmente è affettuoso. Ma poiché i suoi genitori hanno sempre meno tempo per lui, inizia a sentirsi escluso, persino risentito verso il nuovo fascio di gioia della famiglia. Kun si imbatte in un giardino magico che funge da porta attraverso il tempo. Lì incontra la versione adolescente della sua sorellina, Mirai, che casualmente in giapponese significa “futuro”. Insieme intraprendono un viaggio e attraverso la loro storia familiare, faranno amicizia con la madre che da bambina era dispettosa a cui piaceva portare il caos in casa o fare un giro in moto attraverso il paese con il bisnonno nel Giappone prima della seconda guerra mondiale.
Uno degli incanti del film di Hosoda è che assume il punto di vista infantile del suo protagonista, e quindi non perde molto tempo a mettere in discussione questi viaggiatori magici. Con le porte della percezione ora aperte un po’ di più, il piccolo Kun si ritrova sporadicamente a viaggiare nel tempo e ad assistere ad alcune delle prove della sua famiglia. Fluttuando tra gli eventi quotidiani minori della vita di Kun e i suoi toccanti soggiorni nel passato e nel futuro, il film di Hosoda privilegia i momenti di emozione rispetto ai meccanismi della trama faticosa. Nel migliore dei modi, Mirai sembra il sogno di un bambino molto saggio. Figlio unico lui stesso, Hosoda ha spiegato nel romanzo di Mirai che questo fenomeno è stata una sorpresa per lui: “Sono stato ispirato dai miei figli, in particolare dalla reazione del mio figlio maggiore quando è arrivata la sua nuova sorellina“, ha scritto. “Era adorabile e affascinante il modo in cui piangeva, come se lei stesse rubando il nostro amore, e io volevo trasformarlo in un film“.
I viaggi nel tempo non mancano mai nei film di Mamoru Hosoda
I viaggi nel tempo sono molto cari al regista che usa spesso nei suoi film. Mirai non fa eccezione, il piccolo Kun guidato dalla sua sorellina (in questo caso in una versione futura e adolescente) viaggiano nel tempo alla scoperta della loro famiglia, e da questi viaggi che il piccolo protagonista prende lezioni da ciascuno dei i suoi parenti per affrontare le circostanze ritrovate e maturare attraverso di esse. Impara come condividere meglio la sua casa, trattare sua madre e agire come parte della famiglia, oltre a conoscere il significato di ogni membro.
Il film lavora per espandere il quadro di pensiero di Kun, portandolo a vedere al di fuori di ciò che gli sta accadendo, ma anche portandolo a impegnarsi con la sua eredità e considerare ciò che la sua famiglia ha passato. Con il progredire del film, la sua visione del mondo cambia, dall’avere luogo esclusivamente all’interno di questa unica casa dalla prospettiva di questo ragazzo, alla visione di eventi passati da uno spazio al di fuori del tempo, indicando come i piccoli eventi e le scelte che le persone fanno si sommano per formare il presente. Mirai è un film che si concentra sull’intimità familiare a, differenza di tutti gli altri film che hanno tematiche diverse.
Le nostre conclusioni su Mirai
Sebbene forse non sia il film più ambizioso in termini di storia, Mirai è un’opera di una bellezza da far gonfiare il cuore e di un fascino considerevole. Ha una storia molto riconoscibile; molti di noi sono stati lì ad un certo punto, sia come fratelli che come genitori. Molti si sono ritrovati a ricordare esattamente i sentimenti di aver visto il fratellino o la sorellina per la prima volta e di aver avuto – come Kun – la sensazione che i propri genitori non avrebbero dato più attenzioni a noi ma alla nuova arrivata in famiglia. Ma anche la gelosia e la rivalità tra fratelli sono un pretesto per soffermarsi su una questione più profonda.
Il film mette le basi su un problema comune che risuona in molti di noi e lo affronta in modo carino e infantile. Quest’opera offre uno sguardo su una giovane famiglia con cui molti possono relazionarsi, intrecciando un film ricco di storia culturale e familiare, dimostrando l’importanza di imparare dalle generazioni passate per prendere quelle lezioni nel futuro. Un’esperienza dolce, carina e sorprendentemente profonda. Vi invitiamo a continuare a seguirci tramite i nostri social, Instagram e Telegram, e sul sito Kaleidoverse per non perdervi tanti articoli interessanti sul mondo di Anime&Manga e non solo.