Resident Evil è forse una delle serie videoludiche che hanno ricevuto più adattamenti, siano questi al cinema o nel piccolo schermo. Certo, avere all’attivo tanti film, non significa che questi siano stati di successo, anzi. L’ultimo di questi lavori che adattano il franchise è arrivato al grande pubblico questa settimana; la serie intolata semplicemente Resident Evil è in streaming su Netflix, ultimo di una lunga linea di adattamenti della saga horror. La domanda che tutti si pongono è se questa volta saranno riusciti a rendere giustizia a una delle saghe più importanti del panorama videoludico moderno, o se anche questa volta è stato un buco nell’acqua.
Una serie con poco da dire
Partiamo con il dire che questa nuova serie Netflix, di Resident Evil ha poco o niente. Sembra quasi di avere più a che fare con un progetto ambientato in un mondo post-apocalittico popolato da zombie e creature, a cui solo in seguito è stato attaccato il nome. Nonostante i nomi di alcuni personaggi siano quelli conosciuti, e si faccia qualche debole riferimento ad avvenimenti dei videogiochi, essenzialmente qua si ferma qualsiasi richiamo al resto della saga. Le atmosfere sono totalmente differenti, ben lontane da qualsiasi cosa ci si potesse aspettare. Purtroppo, il cambio non ha in alcun modo giovato, al contrario.
Ci troviamo davanti a un prodotto che risulta totalmente blando e, per certi versi, anonimo. Atmosfere e ambientazioni talmente generiche da risultare quasi noiose. Regia senza alcuna scelta stilistica che possa distinguerla, e che si accontenta di accompagnare la visione. Recitazioni decenti, ma senza alcun guizzo che possa migliorare la situazione in alcun modo. Ci troviamo forse di fronte al peggior risultato possibile per una serie del genere. Non un prodotto brutto o mal fatto, ma un prodotto totalmente insipido, che nel migliore dei casi non lascia nulla allo spettatore, se non un senso di apatia.
Un ritorno al passato
Forse è proprio questo senso di apatia che alla fine dei conti rende questa nuova serie così difficile da guardare. Una difficoltà che, tirando le somme, forse riesce a rendere anche i film di Resident Evil passati migliori, se comparati al titolo Netflix. Il che è sicuramente un compito non semplice, considerando la travagliata storia della serie. Nonostante la prima pellicola sia stato prodotta nel 2000, si tratta di un prodotto solo in CGI, non uscito mai al di fuori del paese, quindi inedito al resto del mondo. La prima vera e propria esperienza del grande pubblico con Resident Evil è arrivata nel 2002, con il primo dei film diretti da Paul W. S. Anderson. Nonostante l’opinione della critica non fosse positiva, e la vicinanza alla saga videoludica fosse esigua, il successo riscosso dai film ha portato alla produzione di ben sei capitoli.
C’è da dire però che, nonostante la lontananza per quanto riguarda la trama dalla serie principale, le atmosfere risultano decisamente più affini, sotto un certo punto di vista. Resident Evil è una serie che ha sempre avuto successo anche grazie ai suoi momenti completamente cliché. Una saga di giochi che non ha mai avuto paura di apparire over the top, purché questo potesse risultare divertente per i videogiocatori. D’altra part, una serie di film che spinge allo stesso modo sulla spettacolarizzazione dell’azione sicuramente risulta molto più vicina al materiale d’origine, anche se a livello di trama, i due hanno veramente poco a che spartire.
Realtà e finzione
Ovviamente, i film in live action non sono gli unici adattamenti che hanno interessato la serie. Oltre al primo, mai portato al di fuori del Giappone, Resident Evil conta diversi adattamenti animati. A partire da Resident Evil: Degeneration, nel 2008, abbiamo con questo, Damnation e Vendetta una serie di film in CGI, canonici alla storia del gioco. Questi sono decisamente molto più vicini alle sensazioni provate con i giochi originali, e vanno anche ad approfondire alcuni momenti non visti già nei giochi. Decisamente qualcosa che può essere più affine ai gusti dei fan, anche se ben lontani dal successo cinematografico e di pubblico vissuto dalla saga cinematografica.
Giusto l’anno scorso abbiamo avuto modo di vedere l’ultimo di questi adattamenti in CGI, la serie sempre Netflix, Resident Evil: Infinite Darkness. Un prodotto che, al contrario del suo fratello minore approdato questi giorni sul servizio di streaming, riesce a trasporre le atmosfere della serie molto più fedelmente. E alla fine dei conti, forse è proprio qua la differenza principale tra i due prodotti, e tra tutte le trasposizioni in altri media di Resident Evil.
L’amore per Resident Evil
Mentre i film e serie in CGI non si vergognano delle proprie radici, anzi andando a pescare da esse a piene mani, senza preoccuparsi di sporcarsi le mani, i prodotti in live action sembrano quasi risentire del loro legame con i videogiochi, a parte l’ultimo film, Welcome to Raccoon City, che presenta però ben altri problemi. Sembra quasi che, nel produrre prodotti in live action legati alla serie, si cerchi sempre di distanziarsi da questa, forse per una sfiducia nel materiale d’origine. Risulta quasi triste vedere come, un prodotto così cinematografico sotto certi versi come i giochi di Resident Evil, non riesca a convincere gli studi di produzione a dargli fiducia, e portare un adattamento più vicino alle atmosfere originali.
Forse però, alla fine dei conti, non c’è proprio bisogno di avere degli adattamenti che si avvicinino alle sensazioni provate con i giochi della saga. Basta guardare al successo che essa sta vivendo anche in questi ultimi tempi. Dopo essere stata revitalizzata con il settimo capitolo e un ottimo remake del secondo, Resident Evil sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza. Il supporto da parte di Capcom è continuo, e decisamente evidente, considerando i costanti annunci di nuovi titoli e update per i precedenti, in ogni canale di comunicazione possibile con il pubblico. E alla fin fine, è di questo che i fan della serie hanno bisogno, e non dell’ennesimo adattamento live action che ha paura a riconoscere le proprie radici, o che usa il nome Resident Evil per brand recognition.
Resident Evil è in streaming su Netflix, ma se siete fan della serie, non possiamo che consigliarvi invece di dare una chance alla serie dell’anno scorso, Infinite Darkness, di cui trovate qua la nostra recensione. Potete continuare a seguirci tramite i nostri canali Telegram o profili social, oppure unirvi alle nostre community su Facebook e Telegram!
La nuova serie Netflix di Resident Evil non è sicuramente un buon prodotto, sotto ogni punto di vista. Non mirato ai fan della serie, nonostante i richiami ai giochi e l'intenzione di inserirlo nella timeline di questi, e decisamente non mirato a un pubblico generale, visto il ritmo incostante, trama debole e in generale, un divagante senso di apatia che la visione lascia nello spettatore. Decisamente sconsigliata per chiunque voglia vedere qualcosa di legato alla serie, o che anche voglia vedere un buon prodotto zombie/post apocalittico.