Se scegliamo di guardare un thriller/drammatico è perché cerchiamo qualcosa di ansiogeno e terrificante, che sappia farci stare con il fiato sospeso fino all’ultimo, come nei più classici lavori di questo tipo. Almeno, questo è quello che cerco io: un insieme di emozioni che normalmente non proverei vivendo una normale vita, come fa la maggior parte dei fruitori di film del genere e non. Quindi sono rimasto abbastanza perplesso quando ho potuto constatare che, nonostante Goodnight Mommy abbia delle buone premesse nella trama e nell’inizio, sia un film poco coinvolgente e credibile. E non avendo visto l’originale da cui è tratto questo remake (Goodnight Mommy, 2014, diretto da Veronika Franz e Severin Fiala), non posso dire se sia fedele o meno, posso solo darvi un giudizio sul lungometraggio di Amazon Prime Studios.
In Goodnight Mommy due fratelli – gemelli – vanno a stare dalla loro madre (Naomi Watts), non vedendola da tanto tempo. Il padre li accompagna lì e da quel momento diventano responsabilità della donna. Lukas ed Elias (questi i nomi dei fratelli interpretati da Nicholas e Cameron Crovetti) cercando la madre scoprono che lei ha subito un intervento al volto (non meglio specificato), quando si presenta a loro con la faccia interamente coperta da bende. I due notano però subito che qualcosa non va: quella che dice di essere la loro mamma si comporta in maniere strana, maltratta Elias e soprattutto desta sospetti tra i due fratelli. Che colei non sia chi dice di essere?
Il dramma di Goodnight Mommy
Il film inizia subito con il ritratto di quella che si potrebbe definire una famiglia felice e normale: la mamma che rimbocca le coperte ai figli mentre canta “You Are My Sunshine” e il padre che riprende il tutto, in un momento di gioco e risate. Le buone premesse portate da questo allegro inizio che lascia presagire qualcosa di drammatico, vengono subito meno. Dall’arrivo dei gemelli a casa della madre – un enorme luogo con arredamenti moderni, ma in aperta campagna, con anche un fienile alquanto sospetto – si percepisce disagio, un po’ di angoscia, ma non si vede nulla di particolarmente spaventoso o sospetto, se non per le bende sul volto della donna, che lasciano un po’ interdetto lo spettatore, come i bambini. Ma tutto questo non basta.
Gli atteggiamenti aggressivi della madre e l’evidente disagio del padre nel trovarsi in quel posto, pur andandosi a scontrare con l’immagine iniziale di famiglia felice, non riescono a coinvolgerci fino in fondo in quello che è un vortice di emozioni negative, il quale non ci fa sentire spaventati, o in pensiero per Lukas ed Elias. Anzi, appena i due iniziano a sospettare della donna, diventano i bambini più coraggiosi del mondo: niente li spaventa, neanche le reazioni che potrebbe avere la madre, per la loro disobbedienza. Ecco, il loro coraggio ci allontana ancora di più da ciò che dovrebbe trasmettere il film; anche se arrivati a metà non si capisce dove si vuole andare a parare.
Bene, ma non benissimo
Se tutto ciò non ci spaventa, comunque ci trasmette un senso di angoscia. Si percepisce che qualcosa non va, ma non si arriva fino in fondo, se non negli ultimi venti minuti, quando si inizia a manifestare un capovolgimento della situazione. Difatti, da un lato abbiamo atteggiamenti sospetti della madre; dall’altro abbiamo uno dei due gemelli che inizia a essere un po’ troppo insistente verso l’altro. Finché non vediamo qualcosa di orrifico, ma che ci rendiamo conto essere un elemento fine a se stesso, perché lì compare e lì rimane. Non se ne fa più menzione, se non in una seconda scena più tardi. Ma comunque il film un po’ funziona, se si tralasciano i primi noiosi quaranta minuti o poco più.
I toni e l’atmosfera cupa, i temporali, i poliziotti sospettosi (tra l’altro, non si capisce che ci stanno a fare, risultano abbastanza inutili) ci avvolgono, insieme ai dubbi e ad alcuni enigmi legati al fienile e alla madre dei gemelli, in un momento di sana ricerca della verità. Spingere tanto sul sospetto nei confronti della donna, pur riuscendo a spronarci verso questa ricerca, non ci prepara a quel capovolgimento che si manifesta verso la fine del film. Qui le cose iniziano a diventare più interessanti, e alcuni punti un po’ nebbiosi dell’inizio diventano più chiari.
Ciò che è vero e ciò che non lo è
Questo bel capovolgimento della situazione, che mette i gemelli sotto una luce diversa e che dà allo spettatore delle risposte – finalmente –, purtroppo non basta a rendere Goodnight Mommy un buon film. Se, per fare un esempio, “You Are My Sunshine” fosse stata trascinata per tutto il tempo, magari in scene cruciali un po’ in sottofondo, forse saremmo rimasti più tempo con il fiato sospeso, chiedendoci se la madre fosse lì in agguato da qualche parte. Si tratta di una canzone molto dolce, ma che nel giusto contesto può risultare agghiacciante, ma resta solo un esempio. Certo, l’intento del film è di mostrarci – citando la madre – quel “sottile confine tra ciò che è vero e ciò che non lo è”, ma non lo fa per niente bene, e lo rende noto solo negli ultimi venti minuti.
Insomma, non vale tanto la pena sorbirsi più di un’ora di mediocrità, per avere solo un finale accattivante. Prendiamo Shutter Island, il famoso film con Di Caprio, Mark Ruffalo, Michelle Williams e Jackie Earle Haley, diretto da Martin Scorsese: vediamo una storia che viene a galla man mano che il protagonista prosegue nella sua ricerca. Lo spettatore viene coinvolto al massimo e mette insieme i pezzi insieme a Di Caprio, fino ad arrivare a un finale veramente esplosivo e inatteso, che lascia tutti interdetti. Quindi, per capirci, prendete Shutter Island, rendete noiosa la ricerca della verità, aggiungete un capovolgimento efficacie ma debole e avete ottenuto Goodnight Mommy.
Le nostre conclusioni su Goodnight Mommy
Goodnight Mommy, contrapponendo i gemelli Lukas ed Elias alla madre, prova a creare suspance e voglia di verità, ma lo fa in maniera poco accattivante. Seppur con un capovolgimento e un colpo di scena finale abbastanza riuscito, il film non risulta essere eccezionalmente coinvolgente. I toni e l’atmosfera cupa, i temporali, l’ambientazione tutta ci trasportano vagamente in quei luoghi, ma rimaniamo comunque distaccati, non ci si immerge a fondo nel mondo dell’opera. Tuttavia, risulta essere un buon intrattenimento per quell’ora e mezza di durata, basta non aspettarsi Shutter Island o thriller di questo livello.
Insomma, un film che non spicca in nulla e resta nella mediocrità per la maggior parte del tempo, con pochi sprazzi finali di buone idee. Se avete trovato questa recensione di vostro gusto non posso fare altro che invitarvi a restare collegati sul nostro sito Kaleidoverse.it, dove potrete trovare altri articoli come questi, interviste e tutte le news provenienti dal mondo del cinema, dei manga e delle serie TV. Inoltre, vi invito a seguirci sul canale Telegram per non perdervi nessuno dei nostri articoli e su tutti gli altri social.
Goodnight Mommy ci racconta la storia di due fratelli gemelli uniti da un profondo legame, che si trovano a passare l'estate con la madre. Dopo aver visto il volto bendato della madre e dopo aver subito maltrattamenti, Lukas ed Elias iniziano a sospettare della donna, convinti sempre di più che non si tratti della loro vera madre. Nel cercare delle risposte, tra l'atmosfera generale del posto e i sentimenti dei bambini, si prova a far immergere lo spettatore, ma senza riuscirci. La ricerca della verità diventa noiosa: non solo i bambini ma anche noi non riusciamo a vedere cosa si cela dietro quelle bende e quale sia la verità, così non ci sentiamo partecipi e non riusciamo a sintonizzarci con Lukas ed Elias. Fortunatamente arriva il risvolto tanto atteso, che però non basta a risollevare il film, nonostante sia un colpo di scena abbastanza efficace. Potete scegliere di guardare questo lungometraggio se vi accontentate di riuscire a immergervi solo negli ultimi venti minuti, il finale è l'unica cosa che vale di Goodnight Mommy.