Il mediometraggio, rilasciato in questi giorni su Disney+, è il primo e, probabilmente non per molto, unico Special Presentation del MCU (titolo che richiama una vecchia testata fumettistica Marvel), il quale si discosta abbastanza dai soliti canoni a cui i prodotti della casa delle idee ci ha abituato. Con un tono più maturo e un incidere più adulto, richiama glorie del passato e i classici mostri Universal, mantenendo un comparto tecnico interessante e una buona colonna sonora, che visto il regista era imprescindibile. Con una durata di poco più di 50 minuti (titoli di coda compresi) Werewolf by Night si posiziona a metà tra un film e un episodio televisivo, assorbendo il meglio dei due linguaggi. Sarà riuscito a fare centro?
Una cosa di famiglia
La vicenda trattata è abbastanza semplice: Ulysses Bloodstone, noto patriarca di una dinastia di cacciatori di mostri, è morto e la sua arma, la pietra Bloodstone, un artefatto magico molto potente, deve passare a un altro abile cacciatore. Così la vedova Verusa chiama alla veglia i più abili cacciatori di mostri da tutto il mondo, tra i quali i protagonisti della pellicola: Jack Russell (Gael García Bernal) e la ripudiata figlia dello stesso Ulysses, Elsa (Laura Donnelly ). Tale riunione nasce per testare le loro abilità con una caccia a un mostro particolarmente potente, in modo da poter decretare il prossimo possessore della pietra, nonché prossimo leader dei cacciatori. Werewolf by Night fa molto in poco tempo, in qualsiasi altro prodotto questo aspetto sarebbe un grave difetto ma non qui, dove la brevità giova al racconto ma soprattutto al ritmo, rendendolo uno dei suoi punti di forza.
Escludendo i primi cinque/dieci minuti, che sono concessi a una veloce introduzione dei fatti e dei personaggi, il restante minutaggio è pregno di azione e sviluppo trasversale rendendo la visione molto dinamica e sempre interessante, anche se con uno svolgimento dell’intreccio molto lineare e, in ultima analisi, banale. Si viene subito catapultati nella caccia, decisamente inconsueta rispetto a quello che lo spettatore si potrebbe aspettare. Dove il ruolo di cacciatore e mostro è commutato, spesso invertito in modo da far percepire allo spettatore un sottotesto. Un messaggio non troppo velato in base al quale il vero mostro sarebbe l’uomo, il quale dà per certa la mostruosità solo attraverso un’analisi esteriore di chi ha davanti, scegliendo a seguito di questo assunto egocentrico di eradicare tale “mostruosità”. Di per sé è un messaggio molto nobile, ma la pellicola deve pedantemente addurre questo concetto, poiché prende per assodato che lo spettatore sia poco attento o sciocco per afferrarlo in caso fosse più nascosto.
Gli anni ‘30 in bianco e nero…
La regia è stata affidata a Michael Giacchino, talentuoso compositore di colonne sonore, al suo primo lavoro dietro la macchina da presa. Riuscendo, anche con una relativa inesperienza, a impostare una messa in scena mai vista prima in un prodotto MCU. Il tutto porta una certa freschezza sia visivamente che narrativamente nella formula ormai quasi standardizzata dei prodotti MCU. Questo fa ben sperare in una svolta più matura di alcuni prodotti della casa delle idee, cambiamento di cui si sente il bisogno. Ci si sarebbe aspettati qualcosa del genere da Moon Knight che successivamente non ha avuto riscontro.
La riproposizione dello stile cinematografico anni ‘30, come ci si aspettava già dai trailer funziona… e anche molto bene; a più riprese si ha la sensazione di essere tornati indietro nel tempo e di trovarsi a guardare un classico Monster Movie Universal come Frankenstein o Dracula. Quest’effetto è accentuato ancora di più dall’uso di scenografie ed effetti speciali pratici. Infatti questo progetto, al contrario della maggior parte dei prodotti MCU, si avvale di una vera scenografia invece di un asettico green screen. I mostri trasposti sullo schermo per la maggior parte con effetti pratici, costumi e make-up rendendo il tutto un poco posticcio, sì, ma in piena continuità con l’ambientazione e la messa in scena. Tutto questo insieme all’ottima colonna sonora, composta da Giacchino stesso, riesce a trasmettere molto bene le atmosfere orrorifiche di altri tempi. Ciononostante, non tutto è perfetto, perché in alcuni momenti il filtro che dà questo look anni ‘30 sembra leggermente fuori luogo e quasi imposto dove una dicotomia cromatica avrebbe giovato maggiormente. Ad ogni modo si tratta momenti specifici che non rappresentano l’interezza del prodotto.
… e rosso
La cosa che stupisce e prende alla sprovvista di questo excursus dal solito canone filmico Marvel è soprattutto, abituato da anni a prodotti Marvel con un tasso di violenza visiva molto basso ed edulcorato, la violenza estremamente presente. Sempre chiara, quasi mai celata e molto spesso esaltata. Esaltazione che negli ultimi minuti della pellicola raggiunge lo zenit presentandosi come una naturale catarsi purificatrice a base di sangue. Si va così a delineare un finale che alza di molto l’asticella qualitativa del prodotto, rendendolo degno di essere visto anche solo per assaporare gli ultimi incredibili minuti fatti di luci, ombre e violenza, facendo di questi una delle sezioni finali meglio riuscite in un prodotto MCU da anni.
Considerazioni smaliziate
Gli spettatori più smaliziati potrebbero avere intravisto un significato più celato di quello apparente nel finale di Werewolf by Night che si presta a un’interpretazione meno classica. Jack Russell è un personaggio calmo, controllato, conformato e quasi sottomesso, rendendolo la perfetta personificazione dell’essere umano nella società repressiva, costretto a reprimere i suoi istinti primordiali/sessuali. Questa repressione fa crescere in lui una bestia, un animale incontrollabile che, al contrario del suo io “umano” può esprimere la sua sessualità. Elsa è, dal canto suo, sessualmente libera e in parte non toccata dalle repressioni e dalle regole della società. In ogni caso è comunque assoggettata a essa e incatenata da un preponderante “complesso di Elettra” che la pone in uno stato di auto costrizione, pronta a esplodere nel momento di acquisizione dell’oggetto del desiderio. Questo è espressione edipica al femminile di una brama freudiana di eliminare la matriarca per poter possedere sessualmente il padre (non per nulla genitore e pietra condividono lo stesso nome).
Il finale si presta anche ad altre interpretazioni. Come una violenta presa di potere. Un ricambio generazionale che permette un rinnovamento dell’istituzione battezzata con, e dal, sangue. L’eradicazione violenta di ogni membro precedentemente appartenente alla vecchia istituzione è necessaria. Senza la cancellazione totale di ogni seguace della vecchia dottrina quella nuova non potrebbe nascere o, nel caso riuscisse, sarebbe corrotta, deformata dalle forme e dai colori di quella precedente, statica nelle sue scelte. Quindi si preferisce eradicare con il sangue perché esso è anche la rappresentazione grafica e l’analogia perfetta per il simbolo del potere, la BloodStone stessa. Elemento che in mano alla nuova generazione non ha più il vincolo di oggetto violento, ma di collaborazione e, soprattutto, capace di dare sfumature e colore a una giovane istituzione lontana dagli stilemi del passato per intraprendere una strada nuova e differente.
Le nostre conclusioni su Werewolf by Night
Werewolf by Night è indubbiamente un prodotto di pregevole fattura. Soprattutto a livello tecnico e di messa in scena. Messa in scena che è alla spasmodica ricerca di citazioni e richiami, anche registici, ai classici dell’orrore, riuscendo comunque a trovare una sua impostazione e una sua dimensione tale da permette al prodotto di allontanarsi dall’insieme di opere forse troppo simili rilasciate dal MCU. 50 minuti tenuti su da un buona dose di azione la quale rende il tutto ben ritmato e piacevole. Da elogiare sono decisamente la regia, un’opera prima molto buona, pur non presentando guizzi geniali, e l’ottima colonna sonora che infiocchetta il prodotto.
In definitiva, è una pellicola nella media all’interno del panorama cinematografico, ma un prodotto di pregevole fattura nelluniverso filmico Marvel. Vista anche la breve durata, è un antipasto, un assaggio di quello che potrebbe arrivare di nuovo da parte della casa delle idee, e forse materializzare un comparto, una nicchia di prodotti più maturi e consapevoli che non cercano spasmodicamente di accontentare tutti e non cercano di inserire una comicità spesso fuorviante. Non ci rimane altro da fare se non attendere. Voi cosa ne pensate di Werewolf by Night? Vi è piaciuto? Vorreste più prodotti così? fatecelo sapere nei commenti. Per altre recensioni come questa, approfondimenti, notizie e tanto altro ancora vi invito a seguirci anche su Instagram, TikTok e sui nostri canali Telegram e Youtube e qui su Kaleidoverse.
Werewolf by Night è un prodotto nella media con qualche buono spunto ma è decisamente un ottimo prodotto nel panorama MCU. Che con una formula differente porta una ventata di freschezza nei prodotti della casa delle idee, esplorando anche ambiti differenti dal classico supereroismo in salsa Marvel. Un mediometraggio che richiama le atmosfere e le inquadrature dei classici Monster Movie Universal, non proponendo nulla di rivoluzionario, ma qualcosa di godibile e ben ritmato. Ottimo biglietto da visita per Michael Giacchino alla sua prima prova dietro la macchina da presa, sperando continui su questa china. Consigliato a chi cerca un film MCU che non sia un film MCU.