Sono passati poco più di quattro anni dall’arrivo di God of War sulle console di nuova generazione. Il reboot della saga storica di Santa Monica Studio ci ha portato a conoscere un mondo ricco e tutto nuovo, trasportando il giocatore nelle lontane lande scandinave con i suoi miti e leggende; ci ha portato a conoscere nuovamente Kratos, da furente generale spartano e dio della guerra in cerca di vendetta, a uomo in cerca di pace dal suo passato e guida per il suo amato figlio Atreus per il quale farebbe di tutto, anche sfidare nuovamente gli dèi. In questa recensione di God of War Ragnarök proveremo a raccontarvi tutte le nostre impressioni al riguardo.
Con il primo atto di questa serie abbiamo potuto godere di una storia nuova, ricca di eventi che ci hanno portato a conoscere l’epopea di un padre e un figlio in viaggio per poter realizzare l’ultimo desiderio di Faye, la madre di Atreus e moglie di Kratos, e nel fare ciò hanno avviato eventi che avrebbero portato alla distruzione dei nove regni: il Ragnarök. La tanto attesa fine ha inizio.
Edda in prosa
Gli eventi di God of War Ragnarök avvengono circa tre anni dopo il primo gioco; il Fimbulvetr, o Fimbulwinter “il grande inverno” colpisce con crudeltà Midgard e tutti gli altri regni in quanto preludio del Ragnarök stesso. In questo lasso di tempo molte cose sono cambiate tra Kratos e Atreus, la loro relazione è più solida, ricca e nella quale l’uno pone la fiducia nell’altro; e non solo loro! tutti i personaggi, protagonisti e antagonisti che sia godono di una ricchissima e profonda caratterizzazione la quale evolve e matura anche con l’andare avanti del gioco e della trama stessa. Vedremo nemesi di un tempo diventare nuovi alleati, riconciliazioni e tradimenti, il tutto in una chiave quasi filmica che ci accompagna per tutto il gioco, dando la possibilità anche al più piccolo dei personaggi secondari di splendere al massimo e risaltare come elemento essenziale della storia.
Il gioco di per sé può essere considerato come una grande metafora delle famiglie dei tempi contemporanei: le difficoltà nel rendersi una giusta figura paterna, l’attaccamento ai propri cari che talvolta può essere morboso e malsano, la sensazione di inadeguatezza nel condurre una famiglia e dell’essere una figura di importanza per i propri figli. Ragnarök ci farà riflettere su questi temi e tanto più, talvolta lavorando in modo così approfondito sulla caratterizzazione di tutti i personaggi (talvolta antagonisti) che non potrete fare a meno anche di chiedervi chi sia il vero antagonista nella storia. Aspettatevi su questo versante l’inaspettato e immergetevi in una delle migliori narrative degli ultimi anni della Next Gen Playstation.
I nove regni del mito
Se nel primo capitolo abbiamo avuto solo un assaggio di una buona parte dei regni presenti nella mitologia scandinava, God of War Ragnarök ci offre la completa varietà e anche più dei mondi esplorabili, di cui alcuni profondamente cambiati dal Fimbulvetr che porta calamità in ogni dove. Iniziando da una Midgard profondamente segnata dagli eventi del precedente capitolo e ancor più traviata dal “Grande Inverno”, avremo ben presto la possibilità di iniziare a esplorare i restanti regni, ognuno riccamente ispirato e caratterizzato per essere fedele alle prose di Snorri Sturluson, ma prendendosi qualche libertà creativa per rendere la narrativa più sinuosa.
Dall’umido Svarthalfheimr fatto di geyser naturali, lunghi fiumi e profonde miniere ricche di minerali, regno dei nani, al florido e lussureggiante Vanheimr, fatto di rigogliose foreste dalla grande biodiversità e pianure sconfinate, sino al torrido e rovente Muspheleimr, casa dell’essere primordiale Surtr, circondato da lava rovente e picchi vulcanici, i nove regni non sono mai stati cosi vibranti e ben caratterizzati. Sarà difficile non lasciarsi andare all’esplorazione della loro diversità e delle molteplici attività secondarie che ognuno di esso propone. Nonostante la loro vastità, non ci si sentirà mai sopraffatti da essi, dimostrando cosi anche un saggio equilibrio di level design da parte di Santa Monica Studio.
Botte da Berserker
Il marchio di God of War, sin dal principio dall’era PlayStation 2, è il sistema di combattimento ricco e frenetico con tante possibilità di variazioni; e se con il reboot abbiamo avuto un sistema totalmente nuovo, più complesso e stratificato, con Ragnarök possiamo vedere la piena maturità di questo meccanismo che ci ha portato a conoscere e brandire l’ascia Leviatano, e che ha portato con sé tante novità. Combattere in God of War Ragnarök è più che un piacere: è una sfida alle abilità e ai riflessi del giocatore (specialmente alla difficoltà più alta del titolo) il quale dovrà mantenersi sempre sull’attenti da ogni avversità presentata dal titolo.
Ogni arma e attacco runico è perfettamente implementata per far sì che ogni mossa si concateni con fluidità alla successiva. Gli attacchi dei compagni ci daranno bonus aggiuntivi per proseguire le azioni e a tutto tondo potremo godere di un combattimento veramente ben bilanciato e approfondito. Anche sul fronte armature e statistiche è avvenuto un profondo rinnovo dal precedente titolo. Ogni componente delle corazze ora avrà statistiche definite in modo più approfondito, bonus da equipaggiamento di set completi e amuleti che potranno darci diversi vantaggi, a seconda delle combinazioni. God of War Ragnarök ha raggiunto a tutto tondo la maturità che il sistema di combattimento del titolo precedente aveva iniziato.
Le nostre Conclusioni su God of War Ragnarök
Santa Monica Studio con God of War Ragnarök ha voluto dare molto di più di un gioco o di un esperienza unica: ha voluto impartire delle lezioni. Il titolo, oltre alla sua grandiosità visuale e auditiva e nel suo metodo di giocabilità ricco e ben evoluto, ha voluto dare una narrativa che lasciasse riflettere sui valori familiari e affettivi e sulla quale ammetterò di aver versato anche più di qualche lacrima. Il titolo è molto più di un qualcosa con cui passare il tempo; sa come rimanere impresso al giocatore, farlo emozionare e riflettere sul passaggio del tempo e sul valore dell’affetto che si prova per il prossimo.
Aspettatevi molto più che un action-adventure carico di azione, e molto di più di una trama ambientata nella mitologia scandinavi. Aspettatevi il capolavoro che è God of War Ragnarök. Oltre alla recensione di God of War Ragnarök, su Kaleidoverse.it potete trovare tante guide al riguardo (come la Guida ai trofei), ma anche recensioni di film, Serie Tv e molto altro. Per restare sempre aggiornati, inoltre, potete iscrivervi al nostro canale Telegram e seguirci su tutti i social.
God of War Ragnarök è molto più di un gioco e molto più di un esperienza. Il titolo dall'inizio alla fine ci porta a scoprire la storia di un padre e un figlio che rimangono uniti anche di fronte alle avversità di un fato che sono pronti a sfidare per cambiarne le sorti. Il titolo è ricco di eventi e attività secondarie e il sistema di combattimento ha raggiunto la sua piena maturità e complessità. God of War Ragnarök è un titolo da godersi tutto d'un fiato, che saprà emozionarvi dalla prima all'ultima ora.