Dal 9 febbraio è disponibile su netflix la nuova serie, Mio Papà a Caccia di Alieni, terribile storpiatura tutta italiana del titolo originale My Dad Bounty Hunter. È una serie che mischia sapientemente vari generi, dalla fantascienza, alla commedia, fino all’avventura, con un’animazione interessante e una buona ambientazione: Mio Papà a Caccia di Alieni avrà centrato il colpo oppure è un altra insipida produzione Netflix? Svisceriamo il tutto nella recensione.
Un’avventura di famiglia
La storia ha l’incipit più abusato di tutti: una classica famiglia americana, il padre lavora troppo e non riesce mai a essere presente per i propri figli. Questo porta a un suo graduale allontanamento dalla famiglia e alla separazione dalla moglie, cosa che lo farà immergere sempre più nel suo lavoro. Arrivato il compleanno di Sean, il figlio più piccolo, che vuole assolutamente andare all’acqua-park con la sorella più grande, Lisa e suo padre, Terry, appena tornato da una lunga assenza dovuta al lavoro, sembra l’occasione giusta per riavvicinarsi. Tutto sembra andare per il meglio, Terry fa rimanere i figli a casa per la sera, per poi andare all’acqua-park la mattina seguente.
All’improvviso riceve una visita inaspettata da parte di un inquietante figuro, che con un misto tra gentilezza e velate minacce, gli chiede di eseguire un lavoro per lui. Terry sapendo che con questo lavoro può permettersi di rimanere molto di più a casa, accetta, lasciando i figli con la nonna. Tuttavia, questi non sono dello stesso avviso e volendo partecipare al lavoro del padre si intrufolano nel bagagliaio della sua auto. Nel momento in cui sbucano fuori dal suo portabagagli scoprono l’incredibile verità dietro il lavoro del padre. Terry è un cacciatore di taglie e non uno qualsiasi, ma uno intergalattico che gira per l’universo a caccia di alieni. Immediatamente i figli non varranno fare altro che unirsi al padre per vivere incredibili avventure per l’universo a caccia di malviventi o così detti.
Citazioni, citazioni ovunque
La trama e lo svolgimento, per quanto interessanti, sono figli del tipo di pubblico a cui è rivolto il prodotto, cioè un pubblico giovane, che troverà entusiasmante e coinvolgente l’incidere dell’azione e il suo svolgimento. Per un pubblico adulto ha un appeal totalmente differente non proveniente dalla trama o dall’azione, quest’ultima che rimane di buona qualità, ma dall’enorme mole di citazioni e richiami a grandi classici Sci-Fi e non, sia seriali che filmici. Non sarà raro imbattersi in veri e propri rip-off di intere scene o battute prese dai maggiori successi Sci-Fi, tra cui e non solo, Star Wars, Blade Runner e molti altri. Inoltre per chi è molto attento, e anche per chi lo è un po’ meno, è impossibile non notare l’incredibile somiglianza tra l’arma usata da Lisa e la Gravity Saber di Capitan Harlock.
Molto prominente nell’ambito della serie è la particolare cura riposta nei modelli e nella caratterizzazione visiva dei personaggi sia principali che secondari. Non che ci si aspettasse di meno, visto che dietro la creazione della serie e della sua direzione artistica c’è Everett Downing Jr. un veterano nel mondo dell’animazione. Ha lavorato come animatore sia per DreamWorks che per Pixar. Soprattutto quest’ultima casa di produzione ha influenzato in maniera considerevole lo stile della serie in cui molti dei design, specie quelli degli alieni, richiamano i colorati e gradevoli design made in Pixar. Rendendo, non nelle intenzioni, ma nei fatti la serie un enorme deja-vù delle produzioni animate della Pixar.
Una stella non tanto lontana
Come suddetto il character design, anche visto il background produttivo, è molto curato. A fare da contrappeso a questa estrema cura nei personaggi è purtroppo la povertà delle ambientazioni. Non nella poca cura visiva quanto più nella varietà, essendo una serie ambientata nella galassia, le ambientazioni potevano essere delle più disparate tra pianeti lussureggianti, città dal gusto visivo prettamente CyberPunk o pianeti dall’estetica ricercata. Invece ci si trova più spesso di quanto si dovrebbe a vedere panorami e ambientazioni che non differiscono da una qualsiasi ambientazione terrestre. Seguendo questa china ci si interroga spesso sul perché ambientare la serie nello spazio quando ci si ritrova così spesso davanti a quello che è, cioè una riproposizione di ambientazioni comuni e di stampo estetico prettamente americano.
Questo rende di fatto il tutto un po’ troppo posticcio e monotono, infrangendo l’immersione che si viene a creare dal setting spaziale che, nelle intenzioni, dovrebbe avere un respiro più ampio ma che nei fatti non si realizza. Durante la visione si intercorre spesso anche in spezzoni in tecnica di animazione classica, cioè in 2-D, con uno stile molto particolare che richiama grandemente i classici cartoni animati di produzione occidentale degli anni ’90 e primi 2000. Sono parti della produzione molto curate, probabilmente le più curate dell’intera serie e sprizzano una certa originalità, anche se create con una tecnica ed estetica estremamente derivata. Fa interrogare sul perché scegliere un approccio in 3-D quando un approccio più classico con quel tipo di stile visivo ripaga molto di più e poteva distinguere in modo netto la produzione dalla moltitudine di altre produzioni seriali in 3-D di Netflix.
Le nostre conclusioni su Mio Papà a Caccia di Alieni
Mio Papà a Caccia di Alieni è un prodotto, non originale, ma molto particolare poiché figlio di molte cose diverse, che vanno dal citazionismo spinto fino a essere un vero e proprio simulacro delle esperienze delle persone che sono dietro alla produzione della serie stessa. Conseguenza di queste cose è il trovarsi davanti un prodotto di natura derivata da molti fronti, grazie a elementi che vengono mescolati sapientemente durante la produzione. Certo è prominente il senso di deja-vù, che alcune volte risulta essere rassicurante, soprattutto per gli spettatori che hanno qualche anno in più sulle spalle rispetto al pubblico a cui è indirizzata questa serie. Specialmente questi ultimi possono apprezzare il prodotto proprio per la sua natura derivativa e citazionista, poiché la sua narrazione risulta scontata, prevedibile e poco coinvolgente.
In definitiva ci si trova, al netto dei suoi difetti, davanti a una serie piacevole indirizzata a tutti e godibile da tutti, non lasciando il segno ma di certo capace di intrattenere. Voi avete visto Mio papà a caccia di alieni? Vi è piaciuto? avete scovato tutte le citazioni? Fatecelo sapere nei commenti. Come sempre, vi invitiamo a leggerci su Kaleidoverse e a seguirci sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo sempre contenuti. Se volete condividere con noi suggerimenti, consigli su nuovi film da vedere (ma anche anime, serie TV e videogiochi) o soltanto discutere delle ultime notizie, ci trovate sui nostri gruppi community, su Facebook e Telegram.
Mio papà a caccia di alieni è un prodotto atipico, non originale, ma che sa di certo intrattenere sia il pubblico di riferimento, i bambini, che gli adulti. Questi ultimi soprattutto grazie alla incredibile mole di citazioni, sia visive che non, presenti nell'opera. L'azione è ben dosata ed entusiasmante per il pubblico più giovane e ben intrattenente per un pubblico più maturo. In definitiva al netto delle debolezze e ingenuità, di cui il prodotto è pieno, sa intrattenere e divertire tutta la famiglia. Da vedere per passare un po' di tempo in tranquillità.