La fame può avere molte facce, e non tutte sono legate al sostentamento primario delle persone. Ne esiste un’altra – più insidiosa e corrosiva – che spinge gli individui oltre i loro limiti, portandoli in alcuni casi a mangiare la polvere e in altri ad arraffare le mele dorate direttamente dal loro giardino divino. È la seconda fame a interessarci: vi parleremo infatti di una serie TV che la usa come propellente, puntando in alto, molto in alto. Fino al cielo, come dice il titolo stesso. Esatto: stiamo parlando di Hasta El Cielo, la nuova serie firmata Netflix disponibile sulla piattaforma dal 17 marzo, della quale discuteremo nella seguente recensione.
I frequentatori abituali del catalogo Netflix sicuramente avranno riconosciuto un collegamento evidente con un film – omonimo – uscito nel 2020. Ebbene, la serie TV ne è il sequel diretto, dunque vi consigliamo di dare un’occhiata alla pellicola prima di cimentarvi nei 7 episodi che inaugurano il futuro del mondo di Hasta El Cielo. Il motivo è che rivediamo la maggior parte delle facce del prodotto principale e la trama, seppure nuova, richiama spesso il passato racchiuso in quelle 2 ore di film. Ma restiamo nel presente e diamo un’occhiata a cosa accade in Hasta El Cielo.
Hasta El Cielo: la trama
È passato un po’ di tempo dalla scena finale del film, che viene chiarita una volta per tutte: Ángel è morto, lasciando vedova la moglie Sole e orfano il figlio Pablo. Lontana dalla figura della donna velata e disperata, la ragazza decide di prendere in mano gli affari lasciati in sospeso dal marito e che stanno lentamente declinando verso la loro naturale conclusione (e una perdita consistente di denaro). In questo modo Sole entra definitivamente nel mondo criminale a cui apparteneva Ángel e al quale appartiene il suo stesso padre, don Rogelio, temutissimo ricettatore.
I primi passi di Sole in quel mondo che conosce bene ma che ha potuto vedere solo passivamente fino a quel momento non sono privi di inghippi: oltre alle rimostranze paterne la ragazza deve vedersela con un ambiente spietato e in continua evoluzione, in cui sopravvivono solo i forti e i furbi. Rimette così in attività la banda di Ángel e riallaccia rapporti di tipo lavorativo con Mercedes, avvocata connivente e loro alleata. Mentre fatica per imporsi come leader a sé stante (e dunque non “moglie di” e “figlia di”) il passato fa capolino, sottoponendole una questione che non si è affatto chiusa per qualcuno: la morte di Estrella, l’amante di Ángel.
Diorama identico, situazione diversa
Se la trama è diversa e amplia l’universo di Hasta El Cielo il comparto tecnico conserva a livello generale le stesse peculiarità. Ritroviamo quindi nel cast facce familiari come quelle di Luis Tosar (Bed Time), Asia Ortega (Quando gli angeli dormono), Richard Holmes (Hasta el cielo), Fernando Cayo (La casa di carta), Patricia Vico (Box 314 – La rapina di Valencia), Ayax Pedrosa (Nome in codice: Imperatore) e Dollar Selmouni (Centauro). I tre nuovi personaggi più importanti sono invece impersonati da Álvaro Rico (El Cid), Alana La Hija del Jeque e Carmen Sánchez (The Last Island).
I nomi che firmano la regia e la sceneggiatura sono invece gli stessi del film, ovvero Daniel Calparsoro (Morire a San Sebastian) e Jorge Guerricaechevarría (Oxford Murders – Teorema di un delitto). Altri aspetti rilevanti dal punto di vista tecnico sono la colonna sonora popolata da artisti latini che mescola rap e reggaeton e il doppiaggio, che rispecchia la chiarezza del sonoro originale mettendo in risalto le voci. Non è un aspetto da sottovalutare, dal momento che nel cast ci sono anche cantanti (come Ayax Pedrosa).
Money, power, glory
Abbiamo preannunciato nell’introduzione di questa recensione che il propellente principale di Hasta El Cielo è la fame, ma non quella generalmente intesa. Quella di Sole, di Poli, di Mercedes e di molti altri personaggi è infatti pura bramosia per il potere, per il raggiungimento del gradino più alto della piramide sociale. Questo tema è evidente fin dal titolo e viene espresso in molti modi: il richiamo – puramente visivo – ai grattacieli e agli appartamenti più belli, quelli ai piani più alti ne è un esempio.
Anche il finale di stagione può essere collegato a questo tema portante: senza entrare troppo nello specifico vediamo Sole, Fernan e Mercedes su un aereo privato che rientrano in tutta fretta a Madrid da una nazione estera. E, nonostante i tre siano riusciti a tirarsi fuori da una situazione difficile che ha sicuramente sconvolto gli assi del potere tra i delinquenti del loro giro, lo spettatore riesce a percepire quasi sulla propria pelle la tensione che aleggia nell’aria nel velivolo, perché gli equilibri sono inesorabilmente cambiati anche tra di loro, stipati in un aereo ad alta quota.
Il sentiero della vendetta (non) è solitario
Accanto al desiderio di potere ne emergono almeno altri due: il desiderio di vendetta e il desiderio amoroso. Concentriamoci sul secondo: uno dei nuovi personaggi, Rosa, risulta interessante e acquista importanza proprio grazie alla sua volontà di vendicare la morte della cugina Estrella, che ben presto scoperchia un vespaio dopo l’altro. Voler fare chiarezza e regolare i conti espone infatti altre situazioni, altrettanto celate agli occhi degli spettatori e dei personaggi stessi, che alzano di molto l’asticella della serie, creando molti colpi di scena.
Inoltre Rosa può contare sull’importante appoggio di Sole e – successivamente – di Marta. Il modo in cui sceglie di agire dimostra come il crimine possa essere utilizzato – all’occasione – per fare giustizia e aprire gli occhi alle persone. Infine le scelte di Rosa non la cambiano: la ragazza si muove sul filo del rasoio, tra una periferia che nasconde in bella vista armi e droga e il centro città, dove la criminalità indossa vestiti griffati e guida macchine sportive.
I sovrani migliori sono quelli magnanimi
L’ultimo aspetto degno di nota riguarda la nostra protagonista, Sole, di cui vediamo l’ascesa in un ambiente tipicamente maschile, in cui di solito le donne vengono mostrate con ruoli marginali. La ragazza riesce infatti a mantenere nel corso dell’intera serie un’ottima padronanza di sé e dei membri della sua piccola gang, comportandosi sì da leader ma discostandosi dalla linea di comando di Ángel. Il suo atteggiamento lungimirante, accorto e moderato rappresenta uno dei suoi punti di forza: non la vediamo mai cedere impulsivamente alla rabbia e riesce sempre a mantenere una parvenza di lucidità.
Sole ha un lato umano molto evidente e carico di considerazione e compassione; un lato temprato dalla perdita e dal senso di colpa che le torna molto utile più di una volta e che le procura molti alleati. Distante dalla retorica machista molto spesso presente in prodotti come questi, Sole si afferma quindi come capo valido sempre in cerca di un’alternativa che minimizzi la violenza e il danno fisico nei confronti degli altri. La ragazza non è una tiranna: vuole arrivare in cima ma in veste di regina buona.
Le nostre conclusioni su Hasta El Cielo
Non sappiamo dire con certezza assoluta se guarderemmo una seconda stagione di Hasta El Cielo. Quello che possiamo dire, però, è che ci sono degli elementi validi che la rendono una serie degna di essere guardata, anche se nell’ultimo episodio vengono calati carichi non indifferenti: colpi di scena su colpi di scena, rivelazioni sconvolgenti e atti eroici che le minimizzano, sentimenti confusi e storie incomplete. Tutto questo susseguirsi – molto serrato nell’episodio 7 – lascia lo spettatore abbagliato e con la sensazione di aver fatto indigestione di quello che vede, un po’ come nel caso delle telenovelas.
Ovviamente non vogliamo assolutamente minimizzare il contenuto di Hasta El Cielo: abbiamo infatti evidenziato molti aspetti positivi che abbiamo apprezzato e speriamo che lo farete anche voi. Se volete possiamo parlarne insieme: noi di Kaleidoverse abbiamo infatti due gruppi community (un gruppo su Facebook e un canale Telegram) creati appositamente per generare discussioni e scambi d’opinioni. Se invece volete semplicemente sostenerci potete condividere questa recensione e seguirci sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo anche contenuti più dinamici e al passo con le tendenze. Vi aspettiamo!
Hasta El Cielo - la serie riprende il mondo underground di Sole e dei ricettatori madrileñi che Netflix ci aveva presentato nel film omonimo del 2020 e compie un balzo in avanti, affrontando di petto l'ascesa al potere della vedova di Ángel. I 7 episodi che compongono la stagione conservano completamente lo spirito del film, portando a un'evoluzione dei personaggi rimasti in campo e alzando di molto l'asticella dei piani criminali che vediamo svolgersi davanti ai nostri occhi. Introducendo anche colpi di scena non così scontati, Hasta El Cielo emerge come serie nuova, distaccandosi dall'idea di una succursale al prodotto primario. L'unica vera pecca? I colpi di scena vengono svelati tutti in rapida successione, creando quasi una sparatoria metaforica che confonde lo spettatore e gli fa fare indigestione di rivelazioni.