Il mondo – da quando Internet ha fatto la sua comparsa – è cambiato: assunto lapalissiano che ha avuto moltissime conseguenze in ogni singolo campo dell’agire umano, compreso quello letterario e cinematografico. Cos’ha a che fare tutto questo con Citadel (questa la recensione), la nuova serie di Amazon Prime? Beh, qualche anno fa usciva al cinema un altro prodotto intriso d’azione e di spionaggio. Il titolo era Skyfall e il suo protagonista era un James Bond stanco e braccato da un nemico che sembrava essere ovunque. M (Judy Dench) in quel film si dichiarava stanca e vedeva tramontare dietro di sé l’età d’oro dello spionaggio, ostacolato da un mondo digitalizzato e alla luce del sole.
I fratelli Russo – dietro tanti successi targati Marvel – sembrano aver ascoltato le sue parole e aver visto una sfida, che li ha portati ad allearsi con un team di produttori e sceneggiatori di tutto rispetto con una visione ben precisa: lo spionaggio non è morto, è solo cambiato. E Citadel lo dimostra. La serie – che sarà composta da sei episodi – esce il 28 aprile su Prime Video ma noi di Kaleidoverse abbiamo potuto guardare i primi due episodi in anteprima. Inoltre, Martina Leva – membro della nostra redazione – ha anche avuto l’onore di poter assistere al Q & A con alcuni membri del cast e dei fratelli Russo in persona, che hanno risposto alle domande dandoci una visuale ancora più completa del prodotto, di cui vi parleremo qui senza spoiler.
Citadel: cosa sappiamo della trama
Ogni nazione ha la sua organizzazione segreta: CIA, MI6 e Mossad sono solo alcune di quelle più famose. In questa struttura compartimentata per asset politici si erge Citadel, un’organizzazione di spie internazionale formata da elementi di tutto rispetto. In particolare spiccano Mason Kane (Richard Madden) e Nadia Sinh (Priyanka Chopra Jonas), i migliori in assoluto. Durante una missione, però, tutto va storto: spunta una nuova organizzazione, Manticore, determinata a cancellare dalla faccia della Terra Citadel e tutte le sue risorse. Così accade: Mason e Nadia restano vittime di un incidente ferroviario.
Otto anni dopo ritroviamo Mason: adesso si chiama Kyle, ha una moglie e una figlia e non ha alcun ricordo di quella che era la sua vita prima di quell’incidente ferroviario. L’uomo avverte il vuoto di un passato che non conosce ma di cui sogna frammenti sparsi, così decide di trovare un modo per poter scoprire chi è in realtà. È in questo modo che Bernard Orlick (Stanely Tucci), suo ex-collega e coordinatore, lo ritrova. Messo alle strette da una situazione a cui fatica a credere, Mason/Kyle decide di aiutare Orlick, che lo ha richiamato in azione per un motivo ben preciso che riguarda i membri di Manticore.
Una fusione di menti e brividi visivi
I fratelli Russo non sono i soli nomi che hanno contribuito a mettere in piedi quella che ha tutte le premesse per essere una serie al cardiopalma. Spiccano infatti anche Newton Thomas Sigel (Cherry – Innocenza perduta) e Brian Kirk (City of Crime) alla regia. Gli sceneggiatori sono invece Bryan Oh (Life on Mars), David Well (Hunters), Josh Appelbaum (Tartarughe Ninja), Jesse Alexander (Alias), Melissa Glenn (Zoo) e Angela Russo-Otstot (The Gray Man). La serie porta ovviamente la firma degli Amazon Studios, che hanno dato l’idea ai fratelli Russo.
“La vera sfida è stata scrivere [Citadel] ma ogni sfida è un’opportunità. [In questo caso] quella di connettere supereroi e spie, i legami di una vita normale e noiosa e anche dare una visione globale”, hanno detto i fratelli Russo durante il Q & A. Questa volontà di dare universalità è molto evidente e si percepisce a pelle già a partire dal montaggio della serie, che sfida le nostre percezioni, dilatando i tempi e offrendoci visuali insolite che favoriscono l’immedesimazione con i personaggi spaesati e all’erta.
È ancora un mondo di spie
Le spy stories si riconfermano – a discapito di M – come piatto forte del cinema e della serialità degli ultimi anni. Dopo la comparsa di Kingsman e di John Wick, due franchise che dipingono mondi dentro al nostro carichi di segreti, Citadel appare come il tentativo di puntare più in alto, sviluppando le basi delle storie venute prima di lei. Questo entusiasmo si percepisce guardando la serie, ma è stato confermato dagli stessi membri del cast durante il Q & A al quale ha partecipato Martina. “È un modo unico e bello per globalizzare l’intrattenimento. È sempre stato un mio sogno creare qualcosa di così grande”, ha dichiarato infatti Priyanka Chopra Jonas.
La particolarità di questo progetto – che è solo all’inizio del suo percorso e promette di darci tante altre sorprese in futuro – è usare lo spionaggio per unire le persone, non per dividerle. “[È] creare qualcosa che è per strada accanto a te, nella casa del tuo vicino”, ha affermato Richard Madden. Le spie, dunque, non devono essere viste in questo prodotto come esseri subdoli che agiscono nell’ombra per favorire la propria nazione, perché le nazioni stesse sono divisive, per quanto belle e caratteristiche possano essere. Citadel non vuole certamente dichiararsi come serie sovversiva, ma semplicemente dimostrare che il bene comune esiste e solo mettendo da parte le divisioni si può ottenere.
Dualismi e stravolgimenti
Anche i personaggi di Citadel sono scritti in maniera diversa rispetto alle spy stories canoniche. Mason Kane “è un uomo diviso a metà, i cui due lati si sovrappongono”, ha aggiunto sempre Madden parlando del suo personaggio. Lo stesso discorso potrebbe applicarsi al personaggio di Nadia Sinh, di cui tra l’altro la sua interprete si è dimostrata molto entusiasta. Anche Stanley Tucci ha avuto modo di parlare di Bernard Orlick, dicendo che: “Bernard è diverso perché è una combinazione di personaggi, il tecnico, l’agente sul campo ma anche il supervisore, quindi è stato emozionante [interpretarlo]”.
Non solo i tre protagonisti: nel corso dei due episodi emergono una profondità e uno spessore che fanno davvero pensare a un mondo dentro al mondo, rendendo la storia che ci viene raccontata estremamente realistica. I quattro episodi restanti sembrano già da adesso prospettare ulteriori stravolgimenti dei canoni del genere, regalandoci una quantità non indifferente di sorprese che promettono molto bene. “La serie è come una cipolla che si sbuccia lentamente ed è una lettera d’amore [al genere] delle spy stories”, hanno dichiarato i fratelli Russo.
Le nostre conclusioni su Citadel (per ora)
Il nostro cammino con Citadel è appena iniziato: gli episodi continueranno a uscire fino al 26 maggio. Noi saremo lì, a verificare se queste prime impressioni si sono dimostrate vere o solo fumo negli occhi. Se la serie riesce davvero a comunicare il suo messaggio universale e a sistemarsi bene nei cuori degli spettatori siamo fiduciosi che avrà un futuro radioso e sorprendente. Nel frattempo ci godremo il viaggio di riscoperta di Mason/Kyle e le battute sarcastiche di Bernard Orlick (non sarebbe stato degno di Stanley Tucci, altrimenti).
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