Con questo articolo si inaugura una piccola rubrica che vi terrà compagnia per le prossime settimane: Retrocultura, uno sguardo al passato con occhio nostalgico per riscoprire gli oggetti, le esperienze e le sensazioni di ciò che era. Vorrei iniziare questa rubrica parlando proprio di un fenomeno che ha monopolizzato i primi anni del nuovo millennio, soprattutto tra i più giovani di quel tempo; l’unione perfetta tra Tv e collezionismo. Come avete potuto intuire dal titolo parliamo proprio di loro, le lamincard di Dragon Ball. In particolare quelle che facevano riferimento a Dragon Ball Z e Dragon Ball GT.
Ha un’aura potentissima!
Erano i primi anni del 2000, tutto partì da Milano, quando Edibas, casa produttrice di merchandising, perse la licenza per pubblicare le lamincard dei Pokémon. Tuttavia, ebbe la grande fortuna di acquisire i diritti per la produzione di merchandising di tutte le serie animate di Dragon Ball uscite fino ad allora: Dragon ball, Dragon ball Z e Dragon Ball GT. Ora arrivati a questo punto dell’articolo, per chi non ha vissuto quel periodo, vi starete chiedendo: “cos’è una lamincard?”. Nulla di più semplice: si tratta di carte di plastica trasparente con sul fronte un artwork di un personaggio di Dragon Ball, il suo nome (con possibile trasformazione) e statistiche attacco e difesa; sul retro, invece, si trovava l’allineamento del personaggio (buono, neutrale o cattivo), un effetto speciale e il numero della carta nella collezione.
L’accaparrarsi i diritti di Dragon Ball fu una mossa vincente per Edibas che in fretta e furia cercò di innovarsi, creando bozzetti da mandare in Giappone per farli ridisegnare dagli animatori ufficiali della serie anime. In 24 ore tutto fu pronto, impacchettato e mandato verso il Sol Levante. Appena ritornati gli artwork ridisegnati e con l’Ok di Toei Animation (che detiene i diritti di Dragon Ball), Edibas si ingegno su come creare questa nuova linea: i materiali da usare come base, i colori, il font: tutto doveva essere ben fatto e ben prodotto. L’uscita della prima serie fu semplicemente… un disastro. Vendette pochissime copie. Durante il giorno di presentazione della serie, alla fiera del fumetto di Milano, si presentarono solo una ventina di persone a ritirare i pack in anteprima gratuiti. La vera svolta avvenne con le serie successive a tema Dragon Ball Z.
La combo perfetta
Con la pubblicazione della terza serie (la serie oro) le vendite cominciarono a impennarsi e le lamincard andarono a ruba: ma cosa portò questo enorme successo? Semplice, la televisione. Anche se la serie di Dragon Ball Z è stata trasmessa originariamente in giappone dal 1989 al 1996, qui in Italia arrivò molto, molto tempo dopo. La prima messa in onda risale alla primavera del 2000 con una trasmissione nei weekend sui canali Mediaset. Ma non fu questa prima messa in onda a fare il successo di Dragon Ball Z ,né il successo delle lamincard.
Tutto cambiò con le continue repliche da parte di Mediaset, soprattutto nelle ore pomeridiane negli anni intorno al 2005-2006. Chi non ricorda le corse appena finita la scuola per arrivare a casa e non perdersi le puntate di Dragon Ball Z? Aspettare con il fiato sospeso la fine della puntata e infuriarsi per la brusca e preventiva fine dell’episodio prima del momento clou. Dover aspettare il giorno dopo per sapere se Goku sarebbe riuscito a prevalere contro Freezer e poi la mattina successiva parlarne con gli amici a scuola. Proprio in quei mesi uscì la terza ondata di lamincard (la serie Oro) e senza nemmeno dirlo fu un successo enorme. Le repliche in orario pomeridiano e le pubblicità ben mirate della nuova serie delle lamincard furono una combo perfetta per rendere questo TCG un vero e proprio successo senza precedenti.
Era praticamente impossibile non vedere ragazzi e bambini “assaltare” le edicole per comprare le bustine delle lamincard o vederli esasperare genitori o nonni per farsele comprare. Per esperienza personale, posso dire che fu una vera inondazione, non c’era un singolo bambino, compreso me, che non avesse almeno quaranta/cinquanta figurine o anche di più. Non importava nemmeno sapere le regole per giocare, si inventano e si mischiavano con quelle ufficiali. Ma alla fine per tutti era il piacere del puro collezionismo. Si arrivava la mattina a scuola e, prima di entrare, ci si confrontava su quale lamincard fosse la più bella, se si avevano dei doppioni si scambiavano con un compagno di classe.
Il tutto, poi, continuava dentro la scuola, anche durante le lezioni. Sempre pronti a scambiare le carte sotto i banchi e pronti a nasconderle, nemmeno fossimo trafficanti internazionali braccati dall’Interpol. Faceva parte del piacere nell’avere quelle lamincard e di poter condividere con i propri amici questa passione. Ricordo ancora vividamente le piccole discussioni su come si pronunciasse il nome della fusione con i Potara tra Vegeta e Goku; visto sulla lamincard era scritto Vegekuo. Questo minava alle basi le nostre certezze di grandi esperti di Dragon Ball Z, tutti sapevano che il nome era Vegeth, ma il differente nome sulla lamincard rimase un mistero per molto tempo.
What’s my destiny
Grazie all’enorme successo riscontrato dalla seconda serie, ma soprattutto della terza, ne furono prodotte molte altre e dalla seconda cominciarono a venir elencate con dei materiali preziosi. Le serie furono: la prima serie, la serie argento, Oro, Platino, Smeraldo e X Metal. Ogni serie aveva delle bustine in sintonia con il materiale da cui prendeva il nome e anche delle carte associate a tale materiale. Non era difficile dopo due, tre bustine trovare una carta dorata (o di platino o di smeraldo, in riferimento alla serie) le cui statistiche erano aumentate rispetto alla controparte normale. Purtroppo con il tempo l’entusiasmo per questo TCG è scemato sempre di più. Nel 2015, quando ormai l’entusiasmo, anche con nuove serie, regole più snelle e trasformate in un mero oggetto da collezione, il TCG non accennava più a decollare e il fallimento della casa produttrice fu il colpo finale.
Con gli anni, anche se passate ad altre case, le lamincard di Dragon Ball sono sparite quasi totalmente dal mercato. L’unica cosa che ormai rimane alla maggior parte di noi sono qualche carta in giro per casa e dei bei ricordi con cui sentirsi sempre un po’ nostalgici, ma felici di averli vissuti. Voi collezionavate lamincard? Le avete ancora in casa? Fatecelo sapere nei commenti. Come sempre, vi invitiamo a leggerci su Kaleidoverse e a seguirci sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo sempre contenuti. Se volete condividere con noi suggerimenti, consigli su nuovi film da vedere (ma anche anime, serie TV e videogiochi) o soltanto discutere delle ultime notizie, ci trovate sui nostri gruppi community, su Facebook e Telegram.