“Qualche bugia di tanto in tanto aiuta tutti gli uomini a vivere d’incanto”. Ah, la canzoncina di Willy Wonka non faceva così? Poco male: il film protagonista di questa recensione, in fondo, smonta completamente questa affermazione. Il titolo è I Nostri Segreti e la piattaforma di riferimento è Netflix, che lo ha reso disponibile il 17 maggio. Prodotto dalla succursale olandese, I Nostri Segreti (in inglese, più accuratamente, Faithfully Yours) è un film che ruota intorno al gioco che si instaura tra le persone quando si usano le bugie, mostrando un risvolto pericolosamente inaspettato della partita.
Diretto da André van Duren (La Furia), che è anche sceneggiatore insieme a Elizabeth Lodeizen (Hunter Street) e Paul Jan Nelissen (Godforsaken), I Nostri Segreti è un thriller che si guarda tranquillamente in una serata e stimola le meningi dello spettatore quanto basta. Le protagoniste principali hanno il volto di Bracha van Doesburgh (Innamorarsi ad Amsterdam) e di Elise Schaap (Dalla paura all’amore), che ci rendono complici dei loro piani per un fine settimana in cui nulla andrà come programmato.
I Nostri Segreti: la recensione parte dalla trama
Bo (Bracha van Doesburgh) e Isabel (Elise Schaap) sono amiche. Salutati i rispettivi mariti, Milan (Nasrdin Dchar) e Luuk (Gijs Naber), le due partono per un week-end all’insegna della cultura. O meglio: è questo quello che dicono alle famiglie. La verità è che una volta raggiunta la loro meta le due si separano, dando inizio a un fine settimana all’insegna dei sotterfugi e dei tradimenti. È tutto organizzato in modo da non far sospettare niente ai coniugi, ma le cose prendono una piega inaspettata quando Isabel scompare nel nulla, lasciando Bo a gestire gli strascichi dei loro alibi, pericolosamente incrinati.
Dal punto di vista più tecnico il film non presenta elementi stilistici di spicco: la trama è piuttosto lineare se inquadrata nei canoni del genere d’appartenenza. Sicuramente il filo della coerenza è facile da intravedere senza problemi nel corso della pellicola, perché ogni scena è girata con cura e con limpidezza (cosa che, per un thriller, è sia un vantaggio che uno svantaggio). La sceneggiatura è invece semplice e non richiede un enorme sforzo di ragionamento: lo spettatore, se avvezzo a prodotti del genere, si ritrova a essere coccolato, perché le ipotesi formulate derivano da indizi facilmente afferrabili.
La fiera della menzogna
Come accennato sopra il tema principale del film è la menzogna, vista sia come esercizio quotidiano dal quale non si può scappare, sia come errore fatale che diminuisce la credibilità del bugiardo. Fin dai primi minuti del film, infatti, si percepisce la contraddizione che caratterizza la trama: Bo è una giudice, dunque si impegna per dare un’interpretazione della legge; allo stesso modo interpreta la verità a modo suo, mentendo alla sua famiglia e, in seguito, ad altri personaggi, ponendosi in posizione di vantaggio nel gioco delle bugie e conducendolo attivamente, anche quando la situazione sembra volgere a suo sfavore.
L’abitudine a mentire viene poi descritta molto bene dal professore Michael Samuels (Matteo Simoni), che approfondisce proprio l’arte del menzogna, declinandola però in chiave leggermente negativa. Farlo è necessario, perché ricorda sia la posizione dello spettatore nel film che quella della bugia – inesorabilmente dalla parte del torto. La cosa più evidente è che la menzogna ricopre i personaggi come una sorta di seconda pelle, comunicando chiaramente che a livello universale la bugia è insita nel genere umano.
I Nostri Segreti Recensione: rompere il gioco
Nonostante la catena di bugie formi ben presto una rete, a livello di colpi di scena e di capovolgimenti al cardiopalma (auspicabili in un thriller) la sceneggiatura non splende. La trama ha un senso logico e porta a una conclusione altrettanto sensata, ma manca la scintilla che avrebbe potuto rendere I Nostri Segreti un thriller da cinema, e non da palinsesto televisivo. È normale che lo sceneggiatore, durante la stesura della storia, dissemini qua e là dei punti chiave che servono allo spettatore per cercare di risolvere il rompicapo.
Quando, però, si esagera con i suggerimenti visivi, si ottiene il risultato opposto: lo spettatore scopre di avere ragione troppo presto e arriva alla fine del film disinteressato. I Nostri Segreti stava per risultare esattamente questo tipo di film, ma un ultimo, tenue bagliore ne risolleva le sorti, dando senso a uno dei tanti sospetti iniziali e rendendolo parte fondamentale della trama. In questo modo lo stupore della protagonista diventa lo stupore del pubblico e l’equilibrio si ristabilisce, anche se un po’ in ritardo.
Le nostre conclusioni su I Nostri Segreti
I Nostri Segreti si conferma quindi un film piacevole, nonostante le pecche di sceneggiatura. La trama infatti si presenta con un presupposto interessante, ma si incastra in sottigliezze che fanno tutta la differenza quando si parla di thriller o di gialli, generi nei quali l’ingegno del protagonista deve essere uguale, se non superiore, a quello dello spettatore. L’ingrigimento morale dei personaggi serve però a rendere accattivanti le loro azioni e i loro pensieri soltanto accennati, creando dunque un motivo reale per proseguire la visione, anche se gli ingranaggi mentali non sono dovutamente premiati.
Voi cosa ne pensate? Avete già visto I Nostri Segreti? Se sì, a che punto della trama avete sentito di aver capito cosa si celava dietro? Chi scrive ha trovato il film una piacevole distrazione. Quali che siano le vostre opinioni in merito, non vediamo l’ora di sentirle. Per questo motivo, iscrivetevi ai nostri gruppi community (Facebook e Telegram) e seguite Kaleidoverse anche sui social, dove segnaliamo i nuovi articoli e la nostra partecipazione alle anteprime stampa. Vi aspettiamo!
I Nostri Segreti, prodotto da Netflix, è un thriller di stampo europeo, che trasporta lo spettatore in un luogo remoto e tranquillo dove le nostre due protagoniste, Bo e Isabel, trascorrono un piacevole fine settimana dai risvolti inaspettati. La regia è pulita, precisa e racconta con linearità una vicenda piena di domande e di dubbi, nella quale si muove un cast stoico e perfetto per impersonare quelli che a vari gradi sono tutti personaggi bugiardi, mentre la sceneggiatura riesce per il rotto della cuffia a preservare la sorpresa e la curiosità nello spettatore, forse fin troppo viziato in questa ora e mezza di film. I colpi di scena sono infatti facilmente individuabili e solo la conclusione rialza leggermente la pigrizia di una trama che si fa guardare per inerzia.