Quarto editoriale che continua e idealmente conclude (ma chi sa…) la rubrica, inaugurata con le lamincards di Dragon Ball e che continua sul viale della memoria con il videonoleggio e continua verso il genere young adult. Retrocultura, uno sguardo al passato con occhio nostalgico per riscoprire gli oggetti, le esperienze e le sensazioni di ciò che era. In questo articolo come si può ben intuire dal titolo si andrà a parlare di un pezzo di cuore per molto appassionati di videogiochi: le riviste di settore.
Prima di Internet, prima delle news al secondo, prima degli eventi in streaming, c’erano loro, le intramontabili e fedeli riviste di videogiochi. Quasi unico mezzo di informazione per gli appassionati che volevano sapere ogni novità sul mondo del gaming e leggere qualche succulenta anteprima o una notizia più speculativa e fantasiosa, ma che faceva volare l’immaginazione. Ma andiamo con ordine: rispolverate le cartucce del Game Boy Advance, controllate le pile e prepariamoci a immergerci nel mondo dell’informazione videoludica stampata.
L’informazione sulla carta
Tutto ebbe inizio nel lontano 1978 con l’incredibile e dirompente successo di Space Invaders, che diede il via alla grande età dell’oro dei videogiochi. Cavalcando la cresta dell’onda, molti giornali e riviste cominciarono a ritagliare spazi di pubblicazione per il tema dei videogiochi, in particolare dei cabinati arcade, l’unica forma in cui erano distribuiti all’epoca. Ma solo tempo dopo si iniziarono a intravedere le prime vere riviste dedicate esclusivamente al mondo videoludico.
Per quanto alcuni tentativi fossero già stati fatti nel 1979 in nord America e alcuni spazi erano stati dedicati nelle riviste della terra del Sol Levante che trattavano personal computer e manga, solo nel 1981 si ebbe disponibile la prima vera, ed esclusivamente dedicata, rivista sul mondo videoludico Computers & Videogames, pubblicata nel Regno Unito. Successivamente a questa arrivò anche la sua “controparte” made in U.S.A. Electronic Games. Durante il decennio che copre gli anni ‘80 nacquero anche altre due riviste seminali per l’informazione stampata videoludica: Famitsu, nota rivista nipponica fondata nel 1986, e The Games Machine, fondata anch’essa nel 1988. TGM ebbe anche una controparte italiana che va in stampa ancora adesso.
Dopo il suddetto, Famitsu è la testata più longeva del mondo cartaceo videoludico. Per tutta la fine del secolo scorso queste riviste di genere ebbero un grande mercato. Nel solo Regno Unito, negli anni ‘90, giravano un milione di copie al mese tra tutte le pubblicazioni dei periodici del settore. Fino ai primi anni del 2000 queste riviste hanno accompagnato la vita videoludica di molti videogiocatori, chi non ricorda PS Mania, Game Republic o K?
Purtroppo, come molte cose di inizio millennio, l’approccio alle notizie a sfondo videoludico è cambiato grazie – o per colpa – dell’avvento del web. Con la velocità delle informazioni della rete, la carta stampata, in particolare quella sul tema videoludico, ha perso valore. Nel momento in cui andavano in stampa erano già notizie vecchie. Decretando di fatto la fine delle riviste per videogiochi lasciando dietro solo un retrogusto amaro di malinconia.
Lettura tangibile
Il web ha dato molto ed ha donato a tutti, ma al contempo ha tolto molto e ha privato tutti. Non era solo il contenuto delle riviste, era anche Il piacere della scoperta, il piacere dell’attesa: leggere nel numero precedente un’anteprima di un editoriale o di un gioco in uscita e dover attendere un intero mese per sapere se le proprie aspettative erano state soddisfatte. E dopo l’attesa si aveva finalmente nelle proprie mani quel piccolo compendio cartaceo che per tutto il mese ci teneva compagnia. Una sola lettura non bastava, si stava ore a contemplare le immagini, a rileggere le recensioni per poterne trarre tutte le informazioni possibili, assaporare ed immagazzinare ogni parola e lasciarsi trasportare dalla magia e dall’importanza di cui quelle parole si facevano carico.
Quelle informazioni dentro di noi lasciavano un segno, un marchio bruciante di passione che divampava sempre più e vibrava in sintonia con la passione videoludica. Spesso leggendo gli articoli e le anteprime che erano presenti su quelle riviste mi dicevo “un giorno scriverai per queste riviste, ci sarà il tuo nome in calce agli articoli”. Tuttavia, con il tempo il numero delle riviste si è sempre più affievolito e con loro i ricordi a esse associate. Non c’è più spazio per l’attesa, per il dolce sfogliare delle pagine, per la magia. Ora le informazioni viaggiano alla velocità di un battito di ciglia, subito disponibili a portata di un clic.
Una frenesia digitale, dove non importa più come l’informazione è trattata ma quanto si è veloci nel pubblicarla. Risultato: una gargantuesca mole di informazioni che comunicano, ma non arricchiscono, né appassionano. Molti, compreso il sottoscritto, conservano ancora le vecchie riviste del settore, sfogliandole di tanto in tanto con un sorriso di nostalgia. Perché in quelle pagine si trovano frammenti di un tempo, perduto, passato… ma non dimenticato. Quelle riviste hanno lasciato in noi un ricordo prezioso, un tributo a un’epoca in cui l’attesa e la contemplazione erano parte integrante delle nostre vite.
Vi lascio con un monito: cercate di prendervi un attimo per rallentare e ritrovare un po’ di quella magia perduta. Voi avete ancora le riviste? Le sfogliate ogni tanto? Fatecelo sapere nei commenti. Come sempre, vi invitiamo a leggerci su Kaleidoverse e a seguirci sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo sempre contenuti. Se volete condividere con noi suggerimenti, consigli su nuovi film da vedere (ma anche anime, serie TV e videogiochi) o soltanto discutere delle ultime notizie, ci trovate sui nostri gruppi community, su Facebook e Telegram.