Il cinema è diventato parte integrante dell’umanità fin dalla sua nascita, adattandosi nel corso dei decenni alle esigenze sociali e alle evoluzioni della tecnologia. Questa forma d’arte ha i propri artigiani – registi, sceneggiatori, tecnici sempre più numerosi e sempre più specializzati – che si sporcano le mani modellando la realtà e riproducendola secondo il loro punto di vista. Gli attori e le attrici da questa prospettiva sono apparentemente la cosa più simile a modelli da ritrarre e disporre sulla scena. E invece no: anche loro sono artigiani, continuamente alla ricerca di nuovi modi per diventare qualcun altro.
Nel corso del tempo gli schermi – sia quelli grandi che quelli piccoli – hanno visto susseguirsi attori di tutti i tipi, e alcuni più di altri si sono confermati volti della loro generazione. Oggi non è facile sceglierne uno solo: le piattaforme di streaming presentano di continuo nuove leve, che sostituiscono velocemente i colleghi. Non tutti, però, accettano di finire nel dimenticatoio: preferiscono semplicemente percorrere una strada alternativa, più lenta rispetto ai ritmi odierni ma fonte di soddisfazioni e di film che lasciano il segno. E uno di questi è Will Poulter.
Dov’è cominciato tutto: dal laboratorio di teatro al cinema
Will Poulter (classe 1993) descrive il suo approccio al mondo del cinema come fortuito e fortunato: all’età di 12 anni la sua insegnante di teatro lo incitò a partecipare a un’audizione per un piccolo film indipendente, Son of Rambow, che costituisce il suo debutto come attore. Parlando di quel primo ruolo è lui stesso a ribadire non solo la fortuna di essere stato scelto, ma anche la casualità che lo portò a finire nei panni di Lee Carter, amico del protagonista. Ricordando quei giorni Poulter afferma anche che fu a partire da Son of Rambow che iniziò a intuire che la recitazione sarebbe stata il suo futuro.
Questa sensazione ebbe seguito piuttosto rapidamente: il secondo film al quale prese parte è infatti Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero, tratto dall’omonimo romanzo di C. S. Lewis. Non solo questa pellicola lo fece conoscere al grande pubblico, ma gli fece capire molto chiaramente, in un misto di sorpresa e timore reverenziale, la portata del mondo cinematografico, che smise di sembrare ai suoi occhi un lavoro leggero e spensierato da svolgere durante le vacanze estive. La recitazione diventa quindi una cosa importante, a cui Poulter decide di dedicarsi seriamente.
Una breve occhiata alla sua filmografia
Dopo Il viaggio del veliero, uscito nelle sale nel 2010, la carriera di Poulter non si è mai fermata, muovendosi ciclicamente dal cinema alla televisione. Tra le tante produzioni alle quali ha preso parte l’attore britannico, però, ce ne sono alcune che hanno contribuito più di altre ad aumentare la sua notorietà e gli hanno garantito dei premi, come nel caso di Come ti spaccio la famiglia e Maze Runner. Il primo film – una commedia con Jennifer Aniston ed Emma Roberts – gli è valso un BAFTA come migliore attore emergente e un MTV Movie Awards per la migliore performance rivelazione maschile e il miglior bacio.
Il secondo – adattamento dell’omonimo romanzo di James Dashner – gli ha garantito la vittoria di un altro MTV Movie Awards per il miglior combattimento con Dylan O’Brien (altro astro nascente che ha cavalcato l’onda in quegli anni per il suo ruolo in Teen Wolf). Questi due film non sono però gli unici ad avergli dato modo di brillare: The Revenant lo ha visto recitare accanto a Leonardo Di Caprio e Tom Hardy, War Machine lo ha accolto tra i ranghi di Brad Pitt, mentre Midsommar lo ha avvicinato al genere horror – in cui ha spiccato anche nel videogioco Little Hope (secondo capitolo della Dark Pictures Anthology). Non possiamo poi non citare il suo ultimo ruolo: Adam Warlock, in I Guardiani della Galassia vol. 3.
Will Poulter: le sue maschere più indossate
Nel corso della sua carriera Will Poulter si è destreggiato nei panni di molti personaggi. Inizialmente, forse per il suo volto caratterizzato dalle sopracciglia molto espressive e dallo sguardo deciso, i personaggi da lui interpretati sono stati per la maggior parte irritanti e spocchiosi, un po’ codardi e pronti a raggirare il protagonista (come accade in Il viaggio del veliero o in Maze Runner). La sua espressività, però, ha garantito la riuscita anche per ruoli dal tono più leggero, come quello di Kenny in Come ti spaccio la famiglia (che ha generato addirittura un meme).
Le parti sono poi andate via via ampliandosi, dando modo al pubblico di poter vedere il talento di Poulter molto più a fondo. Questo si può vedere, per esempio, in Midsommar, dove Mark è sì irritante e saccente, ma ricopre quasi il ruolo dell’aiutante: è l’unico a vedere che qualcosa non va (pagandone poi il prezzo). Anche in Perché non l’hanno chiesto a Evans? abbiamo un’evoluzione: un ruolo completamente positivo e da protagonista (insieme a Lucy Boynton), che evidenzia la versatilità della sua presenza su schermo, in grado di adattarsi in modo camaleontico.
La scala del successo va percorsa lentamente
Il percorso di Will Poulter – da un piccolo film indipendente all’ultimo arrivato in casa Marvel – fa riflettere. L’attore si è infatti preso il suo tempo, approcciandosi al cinema con calma e senza correre verso il successo, come molto spesso accade. Questo sicuramente sembra averlo reso una persona equilibrata e impegnata in molte attività di sostegno e di beneficienza, come si vede sul suo profilo Instagram. Questo atteggiamento deriva forse dal primo impatto che l’attore ha avuto con il cinema.
Essere catapultato in un mondo di adulti da piccoli indubbiamente ti cambia, a maggior ragione se i tuoi mentori ti trattano come un adulto. Questa linea di comportamento, unita sicuramente al suo carattere, lo ha reso più consapevole nei confronti della sua professione e del mondo del cinema, che è tutto fuorché facile. Considerare attentamente i ruoli e i messaggi che i film comunicano ha un impatto sulle persone, e questo Will lo capisce perfettamente, come ribadisce ogni volta che ne ha l’occasione.
Le storie insegnano sempre qualcosa
Una cosa che colpisce molto, ascoltando Will Poulter raccontarsi durante le interviste, è l’importanza che l’attore dà alle storie che interpreta, così come alle persone che lo hanno guidato e lo guidano tuttora nella preparazione a un determinato ruolo. Ogni storia ha sempre qualcosa da insegnare, sia allo spettatore che all’attore. Questo modo di affrontare la recitazione non solo sembra garantire un’immedesimazione profonda, ma favorisce lo sviluppo da parte dell’attore di una maggiore sensibilità.
Parlando di Little Hope, per esempio, Poulter ha ammesso di non amare particolare il genere horror, ma di aver appreso moltissimo sui processi alle streghe di Salem. Allo stesso modo Detroit, nel quale interpreta Philip Krauss, ha rappresentato per lui un punto cardine nella sua formazione: per entrare al meglio nel ruolo ha studiato la situazione delle persone afroamericane negli States degli anni ‘60. La possibilità di imparare, poi, diventa generale quando si rivolge ai mentori che lo hanno aiutato a farsi strada nel mondo del cinema, fornendogli preziosi consigli e spalleggiandolo per farlo avanzare.
Ancora tanto da offrire
A cosa è servito questo breve excursus nella carriera di Will Poulter? A cercare nei pezzettini di lui sparsi nei film cui ha preso parte ciò che lo rende uno degli attori di punta della sua generazione. Sicuramente, oltre alla presenza sullo schermo che resta impressa di lui colpisce il modo in cui si approccia alla recitazione: lo fa in maniera molto reale, assorbendo le vite dei suoi personaggi e delle storie che li muovono traendone importanti insegnamenti che lo spettatore percepisce (indirettamente).
Che cosa dire quindi alla luce di tutto? Sentiremo ancora parlare di Will? Ovviamente sì: la sua comparsa all’interno dell’universo Marvel (nel quale interpreta un personaggio davvero interessante) sicuramente si dimostrerà un’opportunità sia per lui che per noi spettatori. Voi cosa ne pensate? Vi piace Will Poulter o non avevate mai sentito parlare di lui? Fatecelo sapere con un commento sulle nostre pagine social, seguiteci su Kaleidoverse e iscrivetevi ai nostri gruppi community (Facebook e Telegram) per discutere con noi delle ultime uscite e degli ultimi trend.