Sono disponibili su Prime Video i primi due episodi della serie “Ascolta i fiori dimenticati”, miniserie evento di sette episodi, tratta dal romanzo dal titolo originale “The lost flowers of Alice Hart” (come sempre titolo molto più calzante di quello italiano). Ci si trova davanti a una trasposizione importante da parte del servizio Prime Video poiché all’epoca dell’uscita il libro fu un “piccolo” caso letterario – quelli con cui le case editrici vanno a nozze – tradotto in diverse lingue e pubblicato in più di 25 Paesi. Non per nulla per la serie si è mosso un nome importante di Hollywood come quello di Sigourney Weaver, che figura anche tra i produttori esecutivi. Questi primi due episodi ci avranno convinto? Svisceriamo il tutto nella recensione.
Il fuoco divampa
Come indicano le scritte in sovraimpressione, prima di ogni episodio, questa serie tratta temi delicati compreso – e aggiungerei soprattutto – abusi domestici. Perché di questo parla la serie, di come la violenza, perpetrata principalmente da chi ci è vicino, lascia dei segni spesso indelebili. Ma andiamo con ordine. Questi due episodi introduttivi catapultano lo spettatore nella campagna australiana e i suoi spazi sconfinati e incontaminati. In questi luoghi naturali si fa la conoscenza della famiglia Hart, formata da Clem (Charlie Vickers), Agnes (Tilda Cobham-Hervey) e la piccola protagonista Alice (Alyla Browne). Una famiglia all’apparenza felice e coesa. Apparenza infranta quasi immediatamente dalla violenza di Clem dirompente, brutale nei confronti di Agnes e Alice.
Un giorno dopo l’ennesima violenza ai suoi danni Alice medita di dare fuoco a tutta la proprietà assieme al padre. La cosa si compie ma per un tragico incidente, nelle fiamme la piccola Alice perderà entrambi i genitori. Rimasta in coma si prenderà cura di lei Sally, una bibliotecaria che la bambina ha conosciuto in una delle sue fughe in città. Come richiamata dalle fiamme del lutto si presenterà in città anche June (Sigourney Weaver), nonna paterna di Alice. Essendo la sua parente più prossima – con gran rimostranze da parte di Sally – prenderà con sé la piccola per portarla lontano da lì e poter ricominciare a vivere. La nonna manda avanti una grande coltivazione di fiori. Qui Alice si stabilirà insieme a lei dove vivono anche altre donne e ragazze vittime di violenza.
Cliché e stereotipi
Come detto poco sopra la serie tratta temi molto delicati e importanti. Temi come l’abuso domestico su donne e bambini, i traumi psicologici e fisici e di come essi possano lasciare nelle persone segni indelebili. Rimane sempre un lavoro di scrittura complesso affrontare questi temi attraverso la serialità, per quanto alcuni prodotti ci siano riusciti egregiamente.
Soprattutto la strutturazione dei personaggi – come la loro tridimensionalità – e la loro psicologia, li rende veri, tangibili come se le loro ferite fossero quelle dello spettatore. Purtroppo in queste prime due puntate Ascolta i fiori dimenticati non è riuscito in un tale compito. Non per le vicende in sé che indubbiamente scatenano empatia negli spettatori, quanto nei suoi personaggi. Ci troviamo di fronte a uno dei lavori più poveri e scialbi sui protagonisti e la loro tridimensionalità che si possano ricordare nella serialità da qui ad almeno due anni addietro. Ci si trova davanti a una strutturazione e a un approfondimento nullo. In particolare i genitori della piccola protagonista, non personaggi fatti e finiti, ma due sagome di cartone che sono stereotipi viventi.
Il padre Clem è il cliché dell’uomo violento, dispotico e che sfiora la psicopatia, senza causa, senza motivazioni, senza presupposto. D’altro canto, la madre Agnes è il contraltare perfetto per un personaggio violento bidimensionale, poiché anche lei bidimensionale. Rappresentazione stereotipata della figura angelica, non per bellezza ma per bontà, ogni suo movimento, ogni sua parola è gentile, perfetta, aurea ma terribilmente monotona.
Due figure che invece di far empatizzare lo spettatore rendono solo più semplice la rottura della sospensione dell’incredulità che farà prendere sempre più coscienza di quanto essi siano solo presenti per fare da contraltare l’uno all’altra e di come la loro funzione si limita a un mero bisogno d’avanzamento dell’intreccio. Purtroppo le debolezze nella sceneggiatura non nascono e muoiono con i genitori di Alice, ma continua con la totalità del paese dove viene imboccato allo spettatore il solito cliché della comunità che sa e vede ma che non fa nulla. Tutto questo contribuisce ancor di più a rendere la vicenda finta, patinata e lontana da una realtà possibile e spesso – tragicamente – vera.
Le nostre conclusioni sulle prime due puntate di Ascolta i fiori dimenticati
Per quanto queste puntate siano, ovviamente, introduttive per la serie sanno troppo di già visto. Ci si trova davanti a un prodotto che sembra scritto seguendo un manuale. Ogni cosa nella serie è da repertorio, un cliché o peggio uno stereotipo. Inoltre si sente come i temi, per quanto sentiti, non riescono a trovare lo spessore emozionale e narrativo né tanto meno l’abilità per essere messi in scena. Probabilmente questo è un problema che la serie si porta dalla fonte letteraria originale. Da contrappeso a questa situazione narrativa sono di certo la regia e le prove attoriali. La prima riesce a mettere in luce le bellezze dell’Australia più bucolica e mai selvaggia, quasi materna rappresentante un momento di pace prima di tornare a immergersi nei drammi che si parano davanti allo spettatore.
Le prove attoriali invece risultano molto buone, a volte anche di prim’ordine. In particolare sono da lodare le interpretazioni della giovane Alyla Browne nei panni di Alice, Sigourney Weaver nei panni di June e Alexander England nei panni di John Morgan. Con assist della regia che riesce a dare risalto anche a loro con primi piani e piani medi. Voi avete visto queste puntate? vi sta piacendo l’andamento degli episodi? Attendete i prossimi? Fatecelo sapere. Come sempre, vi invitiamo a leggerci su Kaleidoverse e a seguirci sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo sempre contenuti. Se volete condividere con noi suggerimenti, consigli su nuovi film da vedere (ma anche anime, serie TV e videogiochi) o soltanto discutere delle ultime notizie, ci trovate sui nostri gruppi community, su Facebook e Telegram.