Molti, soprattutto chi ha frequentato una scuola cattolica, potrebbero essere d’accordo con l’affermazione che le suore sono spaventose, o, comunque, possono diventarlo. Questo concetto è quello che accompagna il demone Valak per il suo cammino all’interno dell’universo di The Conjuring. Con il suo arrivo nelle sale italiane dal 6 Settembre, questa suora demoniaca torna a far vacillare anche la fede del più devoto come protagonista di The Nun II. Questo sequel è diretto da Michael Chaves che nel 2021 aveva diretto The Conjuring: Per ordine del diavolo che, rispetto ai precedenti aveva lasciato il pubblico abbastanza insoddisfatto. Ora, con il passaggio di testimone da Corin Hardy (The Nun) a Chaves cosa possiamo aspettarci dal nuovo film?
La saga di The Conjuring è uno degli universi di maggior successo e apprezzati, dopo i supereroi ovviamente. The Nun ci è stato presentato come il prequel di The Conjuring, il secondo funge da ponte tra i due. Il primo rappresenta il fiore all’occhiello della saga e noi eravamo curiosi di scoprire se il secondo fosse in grado di reggere sulle spalle questo titolo e superare le aspettative. Per fortuna abbiamo avuto l’occasione di vedere The Nun II in anteprima e qui troverete la recensione di Kaleidoverse senza spoiler. Il regista ha già precedentemente commentato che questo lungometraggio sarà di sicuro più violento di quello che ci si può aspettare da un film targato The Conjuring. Questo sarà la salvezza o la dannazione del film? Non ci resta che scoprirlo.
Di cosa parla The Nun II
Il sequel di The Nun parte quattro anni dopo le vicende che hanno visto Suor Irene e Valak come protagonisti. In seguito alla raccapricciante morte di un sacerdote in Francia, la Chiesa vuole espressamente che Suor Irene (Taissa Farmiga) indaghi sull’omicidio. Viene raggiunta anche da Suor Debra (Storm Reid) per assisterla nell’indagine, che le porta in un collegio in Francia, dove trovano Maurice. La trama ha un gioco di intrecci e paralleli interessanti che tengono lo spettatore sull’attenti. Si concentra sulla contemporaneità degli avvenimenti seguendo Suor Irene da una parte e Maurice dall’altra. Questo continuo cambio di scena e ambientazione porta uno stato di urgenza che si traduce poi nell’ultima parte dove i pezzi del puzzle si congiungono e la scena diventa una sola.
Già dalla scena iniziale con il prete, si percepisce perfettamente lo stile di The Conjuring: il male in agguato da qualche parte nel buio, un senso di terrore inquietante, un suono misterioso e un’atmosfera spettrale. Anche i jumpscare, tipici di questa saga, sono ovviamente presenti. Purtroppo alla fine risulta già visto più volte, salvo qualche scena degna di nota per inventiva e creatività. Nonostante ciò, The Nun II recupera con l’intensità con cui il canone di The Conjuring viene applicato con toni inquietanti e immagini disturbanti che giocano sull’ansia e l’emotività.
Horror e la componente emotiva
The Nun II aumenta la brutalità e le scene raccapriccianti sin dalla prima scena, dove si vede la morte del prete. Inoltre, il film gioca molto sulla componente emotiva, facendo leva su familiarità e paura. Lo stesso concetto che aveva portato in vita l’aspetto di Valak come una suora viene adattato al nuovo ambiente. Nel primo film, ambientato in un monastero, il demone assume l’aspetto di una suora perché il modo più veloce per colpire la fede di qualcuno è assumere l’aspetto di qualcosa che gli sta a cuore. Anche questo film punta a turbare la familiarità in modo da risultare più sconvolgente dal punto di vista emotivo. Valak gioca con gli affetti e le paure delle sue vittime dando alle scene una maggiore inquietudine che, in un paio di casi, riesce anche a mettere a disagio.
Tristan Nyby, come direttore della fotografia, affianca Chaves e accentua in modo notevole l’atmosfera angosciante. Le scene sono intrise di ombre e giochi di luce che offrono spazio al demone per annidarsi. Il graduale manifestarsi di Valak si contrappone alle scene violente dei suoi omicidi. Probabilmente l’intenzione era di aumentare l’inquietudine per far leva sull’ansia di modo da accentuare il momento dello spavento. Purtroppo, alcune inquadrature guidano lo sguardo dello spettatore in modo troppo evidente. La sensazione è quella di una mano che ti gira il viso per farti guardare un punto preciso e questo toglie una parte di effetto sorpresa che renderebbe il film molto più spaventoso.
Le nostre conclusioni su The Nun II
Nonostante l’arruolamento di Akela Cooper come parte del team di sceneggiatura, la storia non porta nulla di nuovo o sostanziale alla trama generale della saga di The Conjuring. Ci sono aspetti prevedibili e si ha la sensazione di fretta come un impellente bisogno di passare all’ambientazione successiva. C’è una scena, in particolare, che risulta a sé stante, quasi come da riempire lo spazio per allungare il tempo del film. C’è anche un tentativo di espandere la tradizione che circonda Valak, completo di una storia breve potenzialmente interessante, ma il risultato è piuttosto superficiale. Anche la narrazione dei personaggi risulta debole, nonostante il tentativo di esplorare il passato di Suor Irene e il suo rapporto con le visioni. Anche la sua connessione con Maurice rimane abbandonata e inesplorata.
Il primo film si concentra molto di più sulla lore quasi da rimanerci impiantato. The Nun II, invece, risulta più leggero e i contenuti sono stati diluiti con più scene spaventose. Di certo dal primo film sono stati fatti dei passi avanti e l’intreccio delle due storie che si incontrano alla fine è stato ben architettato. La performance di Taissa Farmiga, nei panni di Suor Irene, è degna di nota e porta maggiore profondità al personaggio. Nuova aggiunta per il Conjuring-verse è Suor Debra, interpretata da Storm Reid. Del personaggio purtroppo si percepisce ben poco e anche la recitazione dell’attrice non riesce a dirci qualcosa in più. Mi raccomando, rimanete per la scena post credit se volete sapere la direzione della saga. Se volete rimanere aggiornati sulle notizie dal mondo del cinema, degli anime, dei manga, dei videogiochi e molto altro, unitevi al nostro canale Telegram e continuate a seguirci sui nostri canali social Instagram, Facebook e TikTok e seguiteci su Kaleidoverse e sul nostro canale YouTube.
The Nun II è un piacevole rincontro con Valak, che sembra avere più spazio per scatenarsi rispetto al primo film che era molto più incentrato sulla storia rispetto all'horror. In questo caso, però, Chaves rischia di sforare nel senso opposto: ci sono molte scene che vogliono spaventare, ma poca concentrazione sulla storia e i personaggi. Degno di nota, però, il dualismo alternato delle storie di Suor Irene e Maurice, che si incontrano alla fine del film, che però risulta un po' sbrigativo.
L'ambientazione fa davvero venire i brividi e i giochi di ombre favoriscono degli anfratti perfetti per farti vedere anche quello che non c'è, o forse proprio quello che c'è.
Per il bene della saga sarebbe stato meglio dedicare un po' più di tempo alla storia, ma complessivamente è un film apprezzabile per chi ama gli horror ed è appassionato della saga di The Conjuring.