Le serate “Netflix and chill” saranno molto meno eccitanti e profonde senza gli stravaganti ragazzi di Sex Education. Naturalmente, non sono più dei bambini, come la serie di Laurie Nunn che ha fatto il suo affascinante debutto nel 2019, e che è andata avanti abbastanza a lungo che la maggior parte di loro sono chiaramente diventati degli adulti o sono sul punto di diventarlo. E mentre questo significa che la serie sta finendo al momento giusto, questa quarta e ultima stagione è pervasa da un senso di malinconia completamente guadagnato. Sin dal primo episodio fino all’ultimo, seguendo le varie avventure sessuali e sentimentali dei personaggi, Sex Education ha sempre propeso verso una sottile emotività, che la rende una delle serie più originali degli ultimi anni.
Impostato contro una visione selvaggiamente colorata delle scuole superiori (quando vedrete l’ultima stagione capirete l’ironia di questa affermazione) questa serie ha ancorato da tempo la sua narrazione su un potente motto: il sesso e le ansie che lo accompagnano sono centrali nella scoperta di sé di ogni adolescente. Con lo studente-sessuologo Otis Milburn (Asa Butterfield) al timone, lo show ha affrontato temi sempre più spinosi un po’ in tutti i campi: dall’ansia da prestazione alla disforia di genere e letteralmente tutto ciò che c’è nel mezzo. Il titolo già da subito è stato una promessa provocatoria: non passa un episodio senza che la serie insegni ai suoi spettatori una cosa o due sul sesso, l’intimità, la sessualità, il genere, le relazioni e persino i benefici della terapia stessa. Quindi, cosa potrà insegnarci quest’ultima stagione?
Skins reiventato dalla Gen Z
Possiamo salutare il crudo realismo e il sessismo casuale, al suo posto troveremo pareti pastello, interni americani anni ’50 e un’accoglienza sincera e calorosa per ogni forma di espressione sessuale e di genere. Dalla sua prima stagione non è difficile capire perché Sex Education è una delle serie comiche più amate di Netflix. Grazie alla sua narrazione brillante, divertente e commuovente e i suoi amabili personaggi. Da Adam che riesce a venire a patti con la sua bisessualità, all’identità non binaria di Cal, questo era uno spazio sicuro per adolescenti e adulti, c’era anche una storia sulla rottura coniugale e depressione per il preside Groff. E con l’ultima e quarta stagione lo show raggiunge il suo apice per lasciarci con degli insegnamenti che rimarranno con noi anche dopo l’ultimo episodio.
Se all’inizio di quest’avventura conosciamo Otis ed Eric come reietti di Moordale, questa volta li vediamo entrare nel loro ultimo anno, al nuovissimo e decisamente più liberale Cavendish, che li accoglie con colori pastello e bandiere della comunità LGBTQIA+ e un clima più aperto e assurdamente positivo. Otis sogna di riavviare la sua clinica del sesso, ma è in procinto di un brusco risveglio sotto forma di O di Thaddea Graham: un terapista sessuale professionista che governa il Cavendish. E mentre i due si scontrano, ci ritroviamo a seguire un groviglio di trame e a conoscere nuovi personaggi, mossa audace dato che la serie affronta gli ultimi 8 episodi e deve concludere gli archi narrativi di più di dieci personaggi, dando spazio a temi diversi.
Sex Education cresce con i suoi personaggi
I personaggi di Sex Education hanno molto da affrontare in questo finale. Ognuno con i suoi problemi, lo show vuole dare spazio e visibilità a tutti. Gillian Anderson è ancora una volta sublime nei panni di Jean. La sessuologa ha a che fare con la depressione post parto e l’ansia di tornare al lavoro, quando un’opportunità come presentatrice radiofonica si materializza. Entrambe le circostanze aprono la porta a due nuovi personaggi: l’arrivo della deliziosa Lisa McGrillis come caotica ma ben intenzionata sorella di Jean, Joanna, e Hannah Gadsby come produttrice del programma radio della sessuologa. Aimee si riconferma una gemma per lo show, dove splende più forte rispetto alle stagioni precedenti. Wood lascia cadere senza sforzo i pensieri non filtrati di Aimee e si connette allegramente con l’inclinazione del suo personaggio a creare gioia nei momenti bui.
Per la maggior parte, la trama si destreggia abilmente tra queste storie. Personaggi che si separano e si riuniscono in modi nuovi e interessanti, che ti tengono attaccato allo schermo per sapere cosa ci sarà dopo. Purtroppo la complessità di alcuni archi narrativi li porta ad essere affrontanti un po’ frettolosamente o quasi abbandonati. Il che è un peccato, perché ogni parentesi aperta per ogni personaggio meritava davvero di essere seguita fino in fondo. Una delle storie più tranquille, ma più potenti della stagione segue l’esperienza di Cal con la disforia di genere in una superba performance di Saleh. E di certo, il più grande ladro di riflettori è Eric di Gatwa: con una forza magnetica fa appassionare chiunque alla suo percorso per riconciliare la sua fede con il suo orgoglio di uomo gay. Tant’è che se facessero uno spin-off solo su di lui lo guarderei senza pensarci due volte.
Le nostre conclusioni su Sex Education
Ci sono ancora molte scenette divertenti al limite del ridicolo, ma c’è anche un tono più sobrio che spesso prende piede. Mentre in altre serie TV questo potrebbe risultare discordante, Sex Education si destreggia con agilità. Alcune delle conversazioni finali tra i personaggi sono scritte in modo così nitido e sono così ben recitate che sfondano tutta la stupidità. e ci passano attraverso. In particolare, Mackey dà un monologo verso la fine che è perfettamente eseguito e incapsula Maeve con estrema grazia. È un breve momento, ma dimostra la volontà dello show di sedersi a parlare con la tristezza piuttosto che semplicemente sminuirla con una battuta. C’è ancora umorismo, ma non si sente mai come se fosse in contrasto con l’emotività.
A un certo punto ti rendi conto che non ci sono state battute a sfondo sessuale già da un po’. Non per rimproverare tali battute, ma dà un senso di maturità e crescita alla serie. Ognuno ora è in gran parte a proprio agio con se stesso e il proprio corpo, portando la storia in un territorio tematico dove dovranno trovarsi bene con le loro emozioni in età adulta. Lo show non è sempre perfetto nell’esplorare tutti i temi, ma è il più vicino di quanto si possa sperare. I momenti di chiusura in particolare sono semplicemente magnifici, offrono uno dei migliori finali che una serie come questa potesse avere. Se volete rimanere aggiornati sulle notizie dal mondo del cinema e molto altro, unitevi al nostro canale Telegram e continuate a seguirci sui nostri canali social Instagram, Facebook e TikTok e seguiteci su Kaleidoverse e sul nostro canale YouTube.
Con il suo modo ironico, ma al tempo stesso commuovente, Sex Education ci ha sempre lasciati con qualcosa su cui riflettere. In quest'ultima stagione non è da meno. la serie TV cresce con i nostri personaggi e ci lascia con una delle scene finali più belle che si potessero chiedere a uno show come Sex Education. I temi affrontati non sono pochi e quasi ogni personaggio ha un suo arco narrativo, dove cerca di affrontare i suoi problemi e cresce. Purtroppo, nonostante la durata di circa un'ora degli episodi, il tempo non sembra bastare per ogni tema ed è un peccato perché alcune situazioni avrebbero meritato un po' più di spazio. La scrittura è eccellente con alcuni dialoghi e monologhi che lasciano quasi senza fiato e gli attori danno un'interpretazione spettacolare di essi. Sex Education è il giusto mix tra divertimento ed emotività e non sono pochi i momenti che lasciano commossi, e questa quarta stagione è il finale che la serie si meritava.