Sex Education si è conclusa, lasciandosi alle spalle un addio malinconico. Netflix, però, non sembra intenzionata a lasciare vuota la poltrona appartenuta alla serie, anzi: dal 5 ottobre ne propone un’altra, affine per certi aspetti, ma non troppo. Stiamo parlando di Everything Now, produzione inglese che in 8 episodi presenta dei personaggi e una storia che inglobano lo spettatore nel background adolescenziale della Gen Z. Alternando momenti drammatici ad altri più leggeri e divertenti, Everything Now apre le porte a un universo con potenziale da vendere. Ve ne parleremo in questa recensione, limitando gli spoiler per quanto possibile.
Everything Now è una serie britannica diretta da Alyssa McClelland (Second Best) e scritta da Ripley Parker (Lies We Sing to the Sea), Roanne Bardsley (Hollyoaks), Dylan Brady (The Diplomat) e Glenn Waldron (Fracture). Nel cast sono presenti Sophie Wilde (Talk to Me), Vivienne Acheampong (Le Streghe), Niamh McCormack (Dungeons & Dragons), Sam Reuben (Trust Me), Alex Hassell (Macbeth), Stephen Fry (V per Vendetta), Lauryn Ajufo (Tell Me Everything), Jessie Mae Alonzo (Newark, Newark), Harry Cadby (Little Bone Lodge) e Noah Thomas (Birthday Boy). Vediamo insieme di cosa parla.
Everything Now: la trama
Mia (Sophie Wilde) ha 16 anni e torna a casa dopo aver passato quasi un anno in un centro di ricovero per disturbi alimentari. Desiderosa di tornate a condurre una vita normale, la ragazza scopre però che durante la sua assenza i suoi migliori amici Becca (Lauryn Ajufo), Will (Noah Thomas) e Cam (Harry Cadby) hanno cominciato a bere, ad andare alle feste e ad avere relazioni. Per questo motivo scrive una lista di cose da fare assolutamente per mettersi al passo, iniziando con una festa dove, oltre ad alzare troppo il gomito, conoscerà Carli (Jessie Mae Alonzo), per la quale perderà la testa.
Mentre la lista si fa sempre più lunga Mia riallaccia i rapporti con Theo (Robert Akodoto) – il ragazzo più carino della scuola – e impara a conoscere Alison (Nianh McCormack). Oltre a cercare di affrontare i propri problemi e il recupero Mia scopre anche quelli dei suoi amici, che hanno accumulato qualche segreto, e prova a ristabilire un buon rapporto con sua madre Viv (Vivienne Acheampong) e suo fratello Alex (Sam Reuben). Tra scene divertenti e altre molto profonde e toccanti, Everything Now porta lo spettatore alla sua conclusione, che però non sembra affatto la fine della storia di Mia – il finale è aperto.
Atmosfere pop e musica iconica
Everything Now ricorda per certi versi Euphoria e per altri la già citata Sex Education, sia per i temi affrontati che per le atmosfere. La serie accompagna lo spettatore attraverso il proprio svolgimento con il monologo interiore di Mia – e con quello di altri personaggi, come Alex – accompagnandosi a volte con le voci della lista, che appaiono a caratteri cubitali sullo schermo solo per essere cancellate. È un’ottima tecnica per scandire la narrazione e si collega perfettamente con altri aspetti della serie, come la fotografia, tenue ma colorata, caratterizzata da tinte neon e decisamente d’impatto, molto diffuse in rete.
Un altro elemento caratterizzante di Everything Now è la colonna sonora, prevalentemente allegra e in linea con i personaggi della serie. Dal punto di vista del montaggio, invece, la regia predilige primi piani e molte sono le scene in cui vediamo i vari protagonisti soli e in risalto rispetto all’ambiente nel quale si muovono. Nonostante infatti il contrasto principale sia la posizione di Mia rispetto a quella dei suoi coetanei – e il suo desiderio di mettersi in pari con i tasselli dell’adolescenza – anche gli altri hanno i loro momenti di unicità su schermo, che ne evidenziano l’importanza.
Adolescenza: affacciarsi al mondo
Everything Now è prima di tutto una storia di formazione. Mia ritorna alla vita dopo mesi di isolamento e di recupero dall’anoressia e si getta nella mischia dell’adolescenza senza pensarci due volte, spinta dal bisogno di sentirsi uguale ai suoi amici e non diversa per la sua malattia. Il titolo della serie quindi potrebbe derivare proprio da questa smania della protagonista di vivere appieno ogni aspetto dell’adolescenza, anche il più trasgressivo, ma non è tutto qui.
Il percorso di Mia non è solo suo ma coinvolge tutti i personaggi della serie, sia i suoi coetanei che gli adulti. Se è vero, infatti, che l’adolescenza è un periodo della vita dinamico e mutevole, Everything Now ricorda a chi guarda che anche il mondo degli adulti non è privo di sconvolgimenti e cambiamenti repentini. La famiglia Polanco, per esempio, non si trova a gestire solo la malattia di Mia in sé, ma anche tutte le conseguenze che ne scaturiscono – ovviamente involontarie da parte della ragazza – ma che hanno un impatto sui singoli membri.
Una lista per conoscersi
La lista di Mia racchiude non solo il desiderio di essere come tutti gli altri, ma anche tutti quei riti di passaggio – alcuni meno legali di altri – che sono ormai diventate nell’immaginario collettivo delle tappe quasi obbligate. Come la protagonista imparerà presto, però, la normalità della massa è sopravvalutata e molto spesso finta e retta da una fitta rete di bugie. Cosa più importante, la lista di Mia – all’inizio scritta solo da lei, ma poi completata con l’aiuto di tutti gli altri amici – la mette in relazione con il subbuglio emotivo che deriva dalle prime relazioni e dal rapporto con il proprio corpo. Mia non ha un rapporto positivo con il suo corpo – di questo parleremo tra poco – e affronta con un mix di paura e aspettativa l’approccio alla sessualità, che è, da un certo punto di vista, uno degli aspetti più controversi della serie.
Da un lato non possiamo che applaudire di fronte all’inclusività dimostrata – la maggior parte delle coppie sono omosessuali, ci sono accenni alla demisessualità e massima accettazione da parte di tutti – ma dall’altro non possiamo non farci qualche domanda. La positività assoluta presente nella serie nasce dalla volontà di dare più spazio all’anoressia in maniera seria, o è solo un auspicio per il futuro? Se l’obiettivo è dare speranza e mostrare un modello positivo di inclusione, la missione è più che riuscita, ma conoscendo il mondo reale non possiamo non approcciarci al tema con un po’ di scetticismo – anche perché dall’altro lato abbiamo un approfondimento sulle dinamiche dei disturbi alimentari molto reale.
La vera sfida è vivere
Se dal punto di vista relazionale conserviamo più di qualche dubbio nei confronti di Everything Now, il modo in cui l’anoressia è stata affrontata merita una nota di merito. Non sono molti i prodotti che hanno parlato di questo tema – ci viene in mente To The Bone, sempre su Netflix – e in particolare Everything Now racconta il percorso di recupero dalla malattia, che è tutto fuorché lineare. Mia combatte ogni giorno contro i propri impulsi, sempre presenti sotto forma di pensieri intrusivi che le suggeriscono di mentire e denigrano ogni cosa positiva che le capita.
Nel corso della serie viene posto il giusto accento sulla terapia e l’anoressia viene raccontata in maniera nuova e più vicina alla realtà. Finalmente vediamo gli stereotipi riguardanti questo disturbo venire smontati in favore della verità e dell’opportunità di conoscere i meccanismi che spingono in avanti la malattia. Le sedute con il dottor Nell – interpretato da Stephen Fry – sono illuminanti e approfondiscono non solo il concetto di dismorfia, ma anche le conseguenze dell’anoressia sulla famiglia delle persone che ne soffrono.
Le nostre conclusioni su Everything Now
Il nostro giudizio su Everything Now è sicuramente positivo, anche se arriviamo alla fine di questa recensione con qualche dubbio. Da un lato abbiamo un cast giovane e talentuoso, dall’altro una sceneggiatura d’impatto che affronta temi onnipresenti ma con lati sempre nuovi da trattare – è l’incedere dei tempi, dopotutto. Non abbiamo dubbi che questa serie sarà di conforto a molti spettatori e forse darà anche loro il coraggio di affrontare nuove sfide, chi lo sa.
Voi avete visto Everything Now? Se sì, cosa ne pensate? Siete d’accordo con il nostro giudizio? Se avete notato dei temi che ci sono sfuggiti o avete opinioni diverse possiamo parlarne sui gruppi community di Kaleidoverse – su Facebook e Telegram. Inoltre, se volete supportarci potete farlo seguendoci sulle pagine social e leggendo i nostri articoli sul sito, dove pubblichiamo guide sui videogiochi e recensioni di film, serie TV, anime e – di nuovo – videogiochi. Vi aspettiamo!
Ambientata nella Gran Bretagna di oggi, Everything Now racconta una storia di formazione attuale, che mette in relazione la protagonista con un mondo che sembra essere andato avanti senza di lei. Mentre cerca di recuperare quello che si è persa, lo spettatore vive con lei i dubbi e gli stravolgimenti dell’adolescenza, che comprendono l’amore, il sesso, l’accettazione del proprio corpo e di sé stessi, i rapporti con gli amici e con la famiglia. Insomma, un bel minestrone che tutti devono affrontare e che quindi crea una connessione profonda e tenera con la protagonista. La serie approfondisce inoltre l’anoressia concentrandosi sul dopo, sul recupero, evidenziandone l'uguale importanza rispetto alla fase iniziale della guarigione. La serie affronta questo tema con delicata concretezza e le relazioni sono narrate molto bene, evidenziando i punti di vista di tutti i personaggi di volta in volta coinvolti.