Il mese di Halloween non si popola solo di serie e film horror. Netflix, infatti, ha reso disponibile ai suoi abbonati una miniserie che spazia tra il crime, il mystery e la fantascienza: Bodies, disponibile dal 19 ottobre. Diretta da Marco Kreuzpaintner (The Lazarus Project) e Haolu Wang (The Pregnant Ground), la serie conta 8 episodi che portano lo spettatore a spasso nel tempo, sulle tracce di un assassino collegato a un misterioso quanto singolare cadavere, come leggerete in questa recensione no spoiler.
Paul Tomalin (No Offence) e Danusia Samal (Out of Sorts) hanno adattato per lo schermo un graphic novel di casa DC firmato da Si Spencer, a cui è dedicato il primo episodio. Il cast è ricco e spuntano anche nomi che hanno già fatto la loro comparsa su Netflix, come Jacob Fortune-Lloyd (La regina degli scacchi) e Shira Haas (Unothodox). Altri volti importanti per Bodies sono poi Amaka Okafor (Le indagini di Roy Grace), Kyle Soller (Andor), Tom Mothersdale (Van der Valk), Stephen Graham (Boiling Point – Il disastro è servito), Michael Jibson (The Lighthouse) e Greta Scacchi (Misfatto bianco).
Bodies: la trama
La serie ha inizio ai giorni nostri – esatto, proprio nel 2023. La detective Hasan (Amaka Okafor) riceve l’ordine di sorvegliare, insieme ad altri agenti, una manifestazione di estrema destra per evitare violenze e feriti. Quando avvista un ragazzo sospetto decide di seguirlo: è così che arriva a Longharvest Lane, una via di Whitechapel, dove i due si imbattono in un cadavere nudo. La donna inizia subito a indagare sul misterioso delitto, e così scopre un fatto sconcertante: quel cadavere era già stato ritrovato in precedenza. Nel 1890, infatti, l’ispettore Hillinghead (Kyle Soller) si era occupato di un’indagine simile. E, come lui, anche il detective Whiteman (Jacob Fortune-Lloyd), nel 1941.
Quello che Hasan non può sapere è che nel futuro – nel 2053 – un’altra detective, Maplewood (Shira Haas) troverà lo stesso identico corpo, con un’eccezione: è vivo. Prende così il via la storia di Bodies, che si muove tra linee temporali differenti e ricostruisce le mosse dei quattro poliziotti inglesi, tutti impegnati nella ricerca di una verità che sembra essere completamente fuori dalla loro portata. Bodies fonde così in 8 episodi una storia che è una mescolanza di generi: ben presto dall’omicidio della vittima misteriosa (Tom Mothersdale) si affaccerà infatti una verità ben più complessa.
Vignettando verso la verità
Bodies è – come detto sopra – la trasposizione di un graphic novel, e dal punto di vista registico la serie cerca di farlo capire usando come transizioni tra le varie scene una tecnica che ricorda le vignette dei fumetti. L’escamotage non riesce però completamente, perché a partire dalla sigla iniziale – graficamente accattivante – un’altra idea prende forma nella mente dello spettatore, quella del domino. La transizione, quindi, assume una duplice valenza che collega le varie linee temporali della trama. Il cast ha svolto il proprio lavoro alla perfezione: ogni personaggio ha uno spessore e occupa per intero le proprie scene.
Ciò che fa storcere il naso è però lo svolgimento. Se all’inizio Bodies si presenta come una serie crime e mystery ben presto si rivela essere un mix di generi – si uniranno la fantascienza, il dramma e anche un pizzico di distopia. Questa unione di generi è ambiziosa e, se ben usata, permette di esplorare un’infinità di temi diversi. Nel caso di questa serie, però, la lente d’ingrandimento resta poggiata sul tavolo. I primi episodi coinvolgono anche lo spettatore più neofita del genere fantascientifico, ma non c’è un vero e proprio colpo di scena che mantenga alta la suspense. Inoltre, da quando la chiave di volta di Bodies emerge, più o meno a metà serie, la narrazione si complica, lasciando indietro i non-appassionati di fantascienza e annoiando i fan del genere.
Il punto di partenza: il corpo
Nomen omen: in Bodies il mistero iniziale gira intorno a un corpo senza vita, trovato in varie epoche da vari detective. Identico e nudo “come il giorno in cui è nato”, il personaggio di Tom Mothersdale si vede togliere il riflettore piuttosto in fretta in favore di quello di Stephen Graham, che fissa lo spettatore con aria enigmatica e quasi “monnalisesca” già dalla locandina. L’esistenza dei corpi ha dunque una spiegazione ben precisa, e gli appassionati di opere fantascientifiche e sci-fi non ci metteranno molto a dare il via a teorie e congetture.
Per quanto riguarda l’aspetto crime della serie lo spettatore segue le indagini dei quattro detective aspettando una soluzione che, però, non dà la soddisfazione sperata. E, se il finale può in qualche modo far tirare un sospiro di sollievo per il modo in cui si risolvono gli eventi, solo l’indagine di Hasan trova la sua conclusione. Il problema, però, è che si tratta di una conclusione che, ai fini della trama, appare completamente inutile e non conserva traccia di sé, nonostante le vite dei personaggi coinvolti cambino per il meglio.
Luci sfarfallanti e salti temporali
L’aspetto più fantascientifico di Bodies è costruito in maniera lineare, per quanto forse complicato per gli spettatori meno abituati a questa tipologia di trama, e questo è sia positivo che negativo. Se, infatti, raccontare la verità sul personaggio di Stephen Graham contribuisce sicuramente a chiarire il suo scopo e i suoi desideri, facendo empatizzare lo spettatore con lui, è vero anche che dare una spiegazione così semplice smorza completamente l’hype che scaturiva dalla visione del trailer.
I personaggi, infatti, sono forti, complessi e unici tutti a loro modo, ma si ritrovano ad agire in una storia che non è alla loro altezza e non riesce a sorreggerli a sufficienza. Anche gli aspetti più tecnici del mondo fantastico di Bodies lasciano insoddisfatti: non si verificano paradossi temporali, non si approfondisce il piano di Mannix né tantomeno la sua origine: il desiderio di essere amati è insufficiente come spiegazione. E gli ultimi minuti della serie risultano, alla luce di quanto appreso, un controsenso che genera ancora più domande nei confronti dell’ispettrice Maplewood. Domande che dovranno restare senza una risposta, perché probabilmente la serie non vedrà altre stagioni nel suo futuro.
Le nostre conclusioni su Bodies
Bodies parte dalle stelle e finisce quasi alle stalle. Nonostante la storia sia avvincente da certi punti di vista lo spettatore si affeziona più ai personaggi e alle loro sorti che alla risoluzione finale. Così il corpo che doveva essere l’oggetto principale della serie ne diventa in un certo modo il collante, perdendo la sua importanza gradualmente e inesorabilmente, tanto da sparire nel nulla. Lo spettatore, infatti, nulla sa del suo destino. Eppure, sarebbe bastato recuperare qualche episodio di Doctor Who per fare cento volte meglio, come insegna Steven Moffat con Colpo d’occhio.
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Bodies racconta in 8 episodi una storia in apparenza complessa e dai mille risvolti che si semplifica piuttosto in fretta. Nella Londra di quattro epoche diverse quattro detective devono risolvere un omicidio misterioso che sembra promettere una storia carica di suspense e di colpi di scena, che però si sgonfia di fronte a una narrazione lineare e troppo pesante per un prodotto simile. I personaggi in questo modo spiccano sui fondali della storia senza però avere uno scopo ben preciso e senza ricucire insieme i pezzi che l'intreccio avrebbe dovuto rendere appetibili fino all'ultimo secondo. Bodies invece sceglie una linearità piuttosto insolita per il tema trattato e lascia una conclusione tanto positiva quanto deludente e leggermente confusionaria, che opacizza di molto i tratti lodevoli della storia.