Con The creator Gareth Edwards è tornato sul grande schermo e lo fa con un film di genere sci-fi/azione. Per chi non sapesse chi è Edwards vi basti sapere che dietro lo spin-off Rogue One – A Star Wars story o anche dietro uno dei film di Godzilla (la versione con Elizabeth Olsen) c’è la sua mano. Dal 17 gennaio 2024 ha fatto il suo debutto sulla piattaforma di Disney+. Vediamo insieme di cosa parla e perché nel titolo si citano nella stessa frase Dio e androidi.
Perché succede qualsiasi cosa negli USA?
Nel 2065 una bomba nucleare esplode sopra Los Angeles per mano di una IA dando inizio alla guerra tra umani e Intelligenze artificiali. Per farlo istituisce la stazione spaziale N.O.M.A.D. (North American Orbital Mobile Aerospace Defense) capace di individuare i nemici e distruggerli con potenti attacchi. 10 anni dopo il sergente americano Joshua Taylor (John David Washington) vive spensierato in una regione della Nuova Asia, un’ampia area dell’Asia, con la sua compagna Maya (Gemma Chan) e aspettano un bambino. In un’imboscata Maya scopre che Joshua è sotto copertura per trovare il nascondiglio segreto di Nirmata, padre di Maya e creatore di tutte le IA. Decide così di fuggire ma rimane colpita da un attacco della N.O.M.A.D.
Joshua, 5 anni dopo, viene reclutato dal colonnello Howell che gli mostra un video in cui Maya è viva dandogli la speranza di rivederla. Ciò per cui viene assoldato è cercare e distruggere l’arma segreta di Nirmata, Alpha O, capace di abbattere la N.O.M.A.D. Joshua, mosso dal voler rivedere Maya, si mette subito alla ricerca dell’arma e scopre il luogo in cui è nascosta. Dopo essere entrato nel complesso scopre che l’arma è una simulant (nome degli androidi con sembianze umane) con sembianze di una bambina soprannominata Alphie. Disobbedendo all’ordine di ucciderla scapperanno e cercheranno l’ex comandante di Joshua, Drew, per avere informazioni su Maya. Quello che scopriranno metterà in moto un meccanismo di azione e reazione che porterà all’epilogo del film. Non vogliamo dirvi altro per lasciarvi i dettagli da scoprire guardando il film per conto vostro.
La convivenza tra IA e umani è solo fantascienza?
Il film mette subito lo spettatore davanti a una riflessione che si porterà fino alla fine del film e, probabilmente, anche dopo. Con l’evolversi dell’Intelligenza artificiale fin dove arriveremo con l’evoluzione e l’implementazione di tale tecnologia? Quali saranno, nel futuro, le conseguenze che prima o poi ci troveremo a dover pagare? The creator mostra un possibile scenario seppur portato all’estremo. Partiamo dal presupposto che l’intero film ruota attorno alla guerra tra umani e IA, guerra scatenata da un evento catastrofico come citato prima. L’errore commesso dall’Intelligenza artificiale ci da modo di fare una prima riflessione su questo tema. Con l’aumento dell’uso delle IA si penserà di poter azzerare gli errori commessi dagli umani ma sarà davvero così? Seppur siano computer in grado di imparare rimarrà sempre un piccolo margine di errore che dovrebbe, e dico dovrebbe, essere colmato dalla mano umana.
La convivenza con gli androidi è un elemento chiave in film di questo genere. Come già mostrato in altri contesti però (ad esempio Cyberpunk Edgerunners o Bladerunner) tutto ciò potrebbe risultare difficile. Ciò che però non mettiamo in conto è il come dovremmo essere educati dinanzi a questa tecnologia. Purtroppo siamo abituati a vedere gli androidi o qualsiasi cosa di tecnologico come al nostro servizio ma ciò è vero fino ad un certo punto. Dovremmo iniziare ad entrare nella mentalità che la tecnologia è uno strumento che può aiutarci nelle nostre vite, aiutarci a migliorarla e non a renderci solo l’ego più grande. Una comprensione di tutto ciò che è innovativo porterebbe benefici notevoli a tutti ma per farlo bisogna partire dall’educazione a queste innovazioni.
Una nuova rappresentazione degli androidi
Una delle innovazioni presenti nel film è la rappresentazione degli androidi. L’androide che mira a sembrare sempre più ad un umano è un cliché ancora presente. Questo aspetto viene messo in risalto creando addirittura la razza dei simulant. La differenza tra umano e androide, salvo particolari casi, starà nella nuca. Quella di un simulant presenterà infatti una sorta di anello mostrando i meccanismi con cui viene sorretto il capo. Questa scelta risulta particolarmente elegante e piacevole da guardare. Interessante anche la stazione spaziale N.O.M.A.D., che richiama vagamente il design in stile Halo, oltre che alla sua funzione. Immaginate un mega scanner capace di controllare il territorio sottostante alla ricerca di IA.
La visione complessiva del mondo immaginato da Edwards è apprezzabile sotto ogni punto di vista. Non rende diversi in modo troppo visibile gli umani e gli androidi andando a creare quasi una visione idilliaca di una futura convivenza tra queste due fazioni. L’idea che l’uomo sia una macchina perfetta e l’androide imperfetto è interessante ma preoccupante allo stesso tempo. Questo cliché andrebbe totalmente sradicato dall’immaginario collettivo per iniziare a educare in maniera esatta il pubblico a ciò a cui stiamo andando incontro. Siamo perfettamente consapevoli di non essere macchine perfette e che, neanche la migliore mente al mondo, possa creare una macchina perfetta nella sua totalità. Ci sarà sempre e comunque quello 0,1% di errore che ci deve essere per potersi migliorare col tempo. Infatti tutto ciò che ci circonda è frutto di errori su errori che ci hanno poi portato al risultato finale.
Le nostre conclusioni su The creator
A parte alcuni elementi già citati sopra, il film è apprezzabile per il comparto grafico e le ambientazioni. Come trama risulta un po’ debole seppur intrisa di svariati elementi per fare delle riflessioni anche abbastanza profonde. Non ci lascia completamente l’amaro in bocca perché è un prodotto di un livello più che accettabile ma a cui purtroppo manca una trama altrettanto forte. Complessivamente presenta una realtà a cui ci stiamo già approcciando e a cui non possiamo più sfuggire. Il film va visto con un occhio di riguardo per apprezzare davvero la profondità del tema trattato cercando di fare almeno una considerazione su ciò che si è visto. Seppur ambientato nel 2065 è una dimensione che dovremmo già sentire parte della nostra vita. La tecnologia, anche nel campo delle Intelligenze artificiali, sta facendo passi da gigante. Presto potremmo davvero trovarci a doverci interfacciare con un androide e dovremmo porci la domanda: quale sarà la mia reazione e quale sarà la sensazione che proverò?
E voi come pensate sarà il futuro? Avete un’idea totalmente diversa o siete in linea con ciò che avete visto in questo e altri film? Fatecelo sapere nei commenti attraverso i nostri canali social Facebook, Instagram o direttamente su Telegram sul canale dedicato. Vi ricordo inoltre che sul sito di Kaleidoverse troverete questa e tante altre recensioni come, ad esempio, Griselda o gli episodi di True detective Night country. Ma non solo, troverete approfondimenti e guide di vario genere quindi andate a curiosare sul nostro sito per scoprirle! Non ci resta che salutarvi e vi aspettiamo numerosi nei commenti, alla prossima!
Nell'immaginario comune della convivenza tra umani e androidi avremo sempre questa idea che l'umano è perfetto e la macchina imperfetta. Questo cliché viene presentato anche all'interno di questo film anche se con piccole differenze. Di fatto avremo una buona parte della popolazione che non vuole questo tipo di convivenza e viceversa. Con The creator Edwards ci catapulta nel 2065 dove l'errore di una IA compromette il già delicato equilibrio tra umani e androidi scatenandone la caccia da parte di USA e Occidente. Un baluardo di speranza invece rimane in quella che viene chiamata la Nuova Asia, un'ampia area comprendente varie regioni dell'Asia appunto, nel quale viene accettata di buon grado la convivenza con le IA. Joshua vivrà in prima persona il dilemma di uccidere o salvare questa nuova tecnologia. La risposta non è del tutto scontata, come molti penseranno, andando a minare la sua integrità come umano. C'è da dire che a muovere questo sentimento c'è un'emozione non replicabile: l'amore. Nel complesso il film ha delle ambientazioni stupende, un comparto grafico degno di nota ma ciò che manca è una trama solida. Non è che non esiste ma le basi sono deboli e non vanno per niente a minare l'integrità del film che rimane apprezzabile in tutto e per tutto. Si consiglia la visione con una particolare attenzione al tema della convivenza umani/androidi per poterne fare una riflessione approfondita e domandarsi noi come vivremmo questa situazione che è ormai alle porte.