Lo scorso 20 dicembre Disney+ ha sancito il rilascio di una delle serie più attese del 2023, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, scatenando una miriade di elogi e commenti positivi per una prodotto che, fino a qualche tempo fa, nessuno sperava di vedere su schermo. D’altronde, il flop cinematografico del 2010 prima e del 2013 poi, con protagonisti Logan Lerman (Percy) e Alexandra Daddario (Annabeth), seguiti dall’inevitabile delusione dei fan – nonché dall’interruzione della discussione su un possibile terzo film -, aveva fatto perdere le speranze agli accaniti lettori della saga. Ma oggi siamo qui, a scrivere la recensione di una serie tutta nuova su Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il Ladro di Fulmini.
Quella di Percy Jackson è una di quelle saghe fantasy con cui non si può sbagliare. Abbiamo visto come i fan non digeriscano cambiamenti troppo asfissianti e marcati, o stravolgimenti eccessivi, pena il fallimento della trasposizione. Ce lo hanno insegnato in questi anni, con i tanti (troppi) flop live action. Anche in questo caso Disney (anzi, Riordan) ci propone diversi cambiamenti e molte vicende imprecise e lontane dall’opera originale, ma sono stati cambiamenti capaci di inficiare la bontà dell’opera generale? Ci troviamo davanti a un altro flop?
Percy Jackson in breve
Percy Jackson non è un dodicenne come gli altri. È un ragazzo difficile che ha cambiato tante scuole. La madre fa il possibile per tenerlo al sicuro in una scuola capace di comprendere le sue problematiche e aiutarlo. Percy è dislessico, iperattivo e soprattutto un cerca guai. Riesce a farsi cacciare dall’ennesima scuola, la Yancy Accademy, ma questa volta qualcosa è diverso. Nel tentativo di difendere l’amico, Grover, da una bulla, la scaraventa nella fontana, ma non lui direttamente: la ragazza si ritrova nella fontana come spinta da una forza invisibile.
Da questo momento in poi, la vita di Percy cambia completamente. Scopre di essere un mezzosangue, figlio di un dio greco. Le divinità greche e i mostri della mitologia sono tutti reali. A questo punto, l’unica cosa che il ragazzo può fare è rifugiarsi nel campo Mezzosangue dal quale, insieme a Grover e una nuova amica – Annabeth – dovrà partire per portare a termine un’impresa, che gli permetterà di salvare il mondo e… sua madre.
Libro o serie TV?
Da sempre ciò che vediamo su schermo, se tratto da un libro, non risulta mai identico all’originale. Percy Jackson non fa eccezione. Quello che troviamo nel prodotto Disney è una serie di variazioni che lasciano però inalterata l’anima della storia. Lo stesso Rick Riordan ha affermato che l’opera ha ormai venti anni e che molte cose oggi le scriverebbe diversamente. Per questo motivo ha deciso di approfittare dell’occasione e svecchiare un po’ la storia, pur lasciando inalterati i capisaldi.
Apprezzabili sono cambiamenti come il background di Medusa, il modo in cui si svolge la prova di Ares o il carattere della madre di Percy; tuttavia, diversi elementi non sono soddisfacenti, per il lettore più accanito, come il miscuglio di alcuni eventi, la rappresentazione delle divinità o il carattere di alcune di esse. A conti fatti, al netto di miglioramenti e scelte poco azzeccate, libro e serie se la giocano alla pari a livello di coinvolgimento. Comunque sia andata e comunque la pensiate, difficilmente avrebbero potuto fare peggio dei film della Fox, un’accozzaglia di eventi presi da più libri e per niente coerenti.
Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo su schermo
Grazie a Disney abbiamo potuto finalmente vedere realizzati i nostri sogni da adolescenti. Vedere i nostri beniamini su schermo, dopo aver letto tutte le loro avventure, ci porta un po’ di nostalgia, oltre che di spettacolo. Visivamente, infatti, la serie è ineccepibile. Dai costumi agli effetti speciali, alle ambientazioni, è tutto azzeccato. A partire dal Campo Mezzosangue, realizzato per essere il più vicino possibile alle descrizioni dei libri. Continuando poi con i mostri e i poteri messi in gioco, un ottimo utilizzo della CGI.
Grande assente tra gli effetti speciali è la foschia. Benché se ne parli brevemente, non ci viene mai mostrata in alcun modo. Non credo che l’intenzione del regista fosse quella di farci sentire dalla parte dei semidei facendoci quindi vedere le cose come stanno realmente. Questo elemento caratteristico sarà essenziale più avanti, in una futura (probabile) seconda stagione, oltre a essere un ottimo espediente per giustificare l’invisibilità dei mostri all’occhio umano, nonché causa di disavventure per i protagonisti (come titoli di giornali assurdi dovuti alle allucinazioni dei mortali).
I rapporti con le divinità
Punto centrale della saga letteraria di Percy Jackson è sempre stato il rapporto genitore (divino e non)/figlio – oltre al voler raccontare la mitologia classica ai più giovani. Già i greci ci hanno tramandato leggende e miti in cui si parlava delle divinità in maniera non sempre positiva: rapimenti, violenza, distacco emotivo. Tutti elementi che bene o male Rick Riordan è riuscito a inserire e approfondire nei suoi romanzi. Tuttavia, alcune cose (come la sopracitata storia di Medusa) non ricevettero la giusta importanza e il giusto peso. È qui allora che per la serie Disney è intervenuta la mano dello scrittore, aiutato dagli sceneggiatori per creare background e vicende più precise.
Tuttavia, il distacco delle divinità (che ricordo essere il motivo per cui parte la storia di Percy Jackson) non si percepisce qui in maniera così netta. Tutta la storia nasce per l’insoddisfazione di alcuni semidei a causa dell’assenza dei genitori divini, ma dall’inizio alla fine (proprio nel finale) ci vengono mostrate divinità un po’ troppo vicine ai figli. Da qui nasce la domanda: nelle prossime stagioni come si svilupperanno questi rapporti? Avranno lo stesso impatto e le stesse catastrofiche conseguenze che hanno avuto nei romanzi? Se tutto va bene lo scopriremo nei prossimi anni.
Le nostre conclusioni su Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo
Se siete reduci dei film di Chris Columbus e Thor Freudenthal sul nostro eroe Percy Jacskon, allora dovete assolutamente vedere questa serie. Disney, insieme all’aiuto di Rick Riordan è riuscita trasporre fedelmente l’inizio delle avventure di Percy e dei suoi amici. Nonostante gli evidenti cambiamenti (in meglio o in peggio) e una costante sensazione di fretta e velocità, la serie riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore, dall’inizio alla fine. Non importa se siete lettori veterani o se avete letto oggi il primo capitolo della saga, perché la serie può essere apprezzata da tutti.
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Rick Riordan, tramite Disney è riuscito a portare la sua creatura su schermo, rendendole giustizia dopo i fallimenti cinematografici del 2010 e del 2013. Nulla a che vedere, quindi con i precedenti flop. Anzi, Riordan ci regala dettagli e background migliori e più approfonditi per i personaggi che abbiamo imparato a conoscere attraverso il romanzo. Non tutti questi cambiamenti, però sono necessariamente delle migliorie. Tra le tante cose la serie eccelle nelle interpretazioni del giovane cast, nella messa in scena dei combattimenti e nell'utilizzo di ottimi effetti speciali; tuttavia, è forte la continua sensazione di velocità, risultando in un continuo salto da un evento all'altro, quasi senza intermezzi o spiegazioni. Spiegazioni che nei romanzi sono importanti ed essenziali, perché aiutano il lettore a comprendere meglio il mondo in cui si sono inoltrati. Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo della Disney resta comunque un ottimo prodotto per chiunque abbia letto o meno i libri.