Non esisterebbe futuro senza presente, così come non esisterebbe presente senza passato. Nonostante alcuni avvenimenti sembrino remoti nella nostra Storia potrebbero non esserlo poi così tanto, grazie all’avvento di nuove tecnologie in grado di immergerci in tempi apparentemente dimenticati in cui i cavalli erano il mezzo di trasporto principale e le candele erano l’unico strumento – a parte la luna – per sfidare l’oscurità. Nonostante negli ultimi anni l’abbiano fatta da padrone period drama come Bridgerton e Sanditon, ambientati tra ‘700 e ‘800 inglese, Sky – e, di conseguenza, Now TV – ha deciso di ospitare a partire dal 31 gennaio La favorita del re, miniserie francese che racconta la vita di una donna sicuramente fuori dal comune.
Diretta da Josée Dayan (Il conte di Montecristo). e scritta da Didier Decoin (Un’inglese in bicicletta), La favorita del re vi terrà compagnia per almeno quattro ore, insieme a un cast magistrale che include Isabelle Adjani (The Story of Adele H.), Sofya Ernst (Russian Affairs), Hugo Becker (Leonardo), Gaia Girace (L’amica geniale), Gerard Depardieu (Cyrano de Bergerac), Samuel Labarthe (Criminal Games) e Virginie Ledoyen (The Beach). Vediamo adesso la trama, che non sorprenderà particolarmente gli appassionati di storia.
La favorita del re: trama
La favorita del re racconta la vita di Diana di Poitiers (Isabelle Adjani), nobildonna francese vissuta nel ‘500, amante e confidente del re Enrico II (Hugo Becker). Partendo dal suo avvicinamento alla corte reale francese, la miniserie racconta seguendo la linea temporale del regno di Francesco I (Samuel Labarthe) e, in seguito, del figlio Enrico II la vita a corte di Diana, gli screzi con le altre dame di compagnia e importanti scorci della vita di quei tempi. La donna dovrà provare alle persone che la circondano in più occasioni il proprio valore e mettere in gioco veri e propri stratagemmi per non farsi allontanare dagli sfarzi della nobiltà in favore di un destino nefasto.
Apparentemente schermata dalla sua bellezza, intorno alla quale si accumulano e formano leggende, Diana vive all’ombra della corona, che ammirerà e amerà senza mai poterla avere davvero. Insieme a Nostradamus (Gerard Depardieu), celebre astrologo e suo consigliere in più di un’occasione, Diana accompagna il delfino di Francia nel corso della sua gioventù e del suo regno fino alla tragica morte, rendendosi protagonista di una trovata strategica che segnerà la storia: il trasferimento di Maria Stuarda dalla Scozia ai territori francesi.
Un po’ dramma, un po’ fiaba
La favorita del re non brilla particolarmente dal punto di vista registico: l’andatura delle riprese ha un ritmo lento e perentorio, e in più punti non accompagna affatto le azioni dei personaggi inquadrati, singhiozzando asincronicamente e non adattandosi abbastanza bene alle gesta delle figure storiche al centro della serie. La favorita del re non spicca particolarmente per scene di azione – nelle alte sale dei castelli si discute di strategia e di politica, ma non volano coltelli. Proprio per questo motivo e per la natura dei dialoghi messi in scena la regia avrebbe potuto adoperarsi per alleggerire le scene. Inoltre, in alcuni punti è fin troppo evidente un montaggio raffazzonato e poco accorto che rende la visione ancora più lenta e confusionaria.
La sceneggiatura è accurata sia dal punto di vista degli avvenimenti narrati, che seguono una linea temporale ben definita, che dal punto di vista dei dialoghi, adattati secondo l’usanza di quei tempi. I dialoghi, tuttavia, rappresentano sia un punto di forza che una debolezza della miniserie dal momento che, nonostante l’impiego di taluni termini sia azzeccato per una produzione del genere non fa altro che rendere le interazioni tra i personaggi teatrali e poco autentiche, arrivando al limite della farsa. Impeccabile è di invece la scelta dei costumi, che valorizzano le figure degli attori e li immergono completamente nelle atmosfere 500′.
L’amante del re
Il titolo della miniserie – sia esso in italiano o in francese – rivela immediatamente il soggetto principale della storia: la vita di Diana di Poitiers e il suo rapporto con la corte reale francese. Ambientata nel ‘500, periodo nel quale le donne non avevano né libertà né potere, La favorita del re mostra agli spettatori una donna eccezionale se inquadrata all’interno del contesto. La bellezza è infatti solo il suo biglietto da visita: la vera natura di Diana è carica di intelligenza, logica e ragionamenti che la porteranno ad essere amata e considerata quasi quanto una pari dal re di Francia. Nonostante questo, però, l’interpretazione di Isabelle Adjani pone di più l’accento sulle sue emozioni e sulle sue velleità.
Il personaggio di Diana, infatti, emerge dalla serie non tanto in veste di amante – anche perché nel corso dei tre episodi sono completamente assenti scene intime tra i personaggi – quanto in veste di donna da ammirare e da tenere in considerazione. Lo scopo dello sceneggiatore è stato sicuramente quello di evidenziare l’andamento della sua vita alla luce degli eventi storici che la donna attraversa, ma nel farlo le dà un’aria molto sensibile che, unita all’interpretazione di Adjani, arriva nelle case degli spettatori sotto forma di esistenza tanto ferma quanto eterea. In alcuni punti, forse, questa aura che si spande intorno alla protagonista è stata volutamente esagerata per evidenziare la sua eccezionalità: una vedova ben istruita, colta e versata nelle arti più disparate, non solo femminili, tormentata dall’ineluttabilità del destino.
Magia: una scienza esatta
Come abbiamo accennato sopra la rappresentazione di Diana di Poitiers passa necessariamente per l’aura mistica e al limite del magico che emerge nel corso della visione della miniserie. Fin dai primi secondi di visione, infatti, la storia di Diana ci appare immersa in uno stato di magia quasi fiabesca che si ricollega perfettamente al lato più sovrannaturale che la protagonista incarna. Andando al di là delle dispute di carattere politico e religioso – una fra tutte l’affermazione della riforma di Martin Lutero – La favorita del re incarna non solo una bellezza angelica e dunque necessariamente sovrannaturale bensì il desiderio di prevalere e di restare a galla in un ambiente d’élite in cui la concorrenza è spietata.
La presenza di Nostradamus rinforza l’elemento magico: l’uomo non si limita a leggere le stelle per aiutare Diana a indirizzare il proprio futuro ma assiste impotente allo svolgersi di una credenza che porterà la donna a una morte prematura. Il sottile confine con la magia si ripropone in qualche modo nei brevi istanti di narrazione nel presente, scanditi da un robot che racconta la storia di Diana dinanzi alla sua tomba. Si ripropone in un ambiente così evocativo e storico una sorta di magia al contrario: il menestrello della storia di Diana è un essere completamente artificiale ma che, in qualche modo, incarna una magia tutta sua e quasi innocente, superiore ai venti di tempesta agitati dalle emozioni e dalle passioni umane.
Le nostre conclusioni su La favorita del re
La favorita del re fa al caso vostro se siete alla ricerca di una storia carica di significato storico ed emotivo, La miniserie espone agli occhi degli spettatori una fetta abbastanza cospicua della storia occidentale, ma più di tutto racconta la delicatezza e la forza di una donna che, nonostante i vezzi, le stranezze e le leggende intorno al suo conto ha amato, è stata amata ma anche odiata. I quattro episodi di La favorita del re si rivelano una didascalica descrizione in immagini del regno di Enrico II, della sua corte e di tutto un sistema socio-politico che ha contribuito a formare quello attuale. Nonostante la maestosità del cast incaricato in alcuni punti la storia di Diana di Poitiers potrebbe risultare leggermente pedante.
Ma adesso la rimettiamo a voi: darete una chance a La favorita del re o la lascerete agli amanti di nicchia dei drammi storici? Come sempre, vi invitiamo a farci sapere cosa ne pensate qui su Kaleidoverse o lasciando un commento sulle nostre pagine social, che vi invitiamo a seguire per restare sempre aggiornati sugli ultimi articoli pubblicati – come la recensione di Kübra, quella di The creator e quella del secondo episodio di True Detective: Night Country. Vi ricordiamo che abbiamo anche dei gruppi community nei quali potete parlare direttamente con noi – uno su Facebook e uno su Telegram. Vi aspettiamo numerosi!
La favorita del re è una miniserie storica che catapulta lo spettatore nel Rinascimento francese e racconta la vita di una donna che, per quel periodo storico, era fuori dal comune. Bella, colta e persuasiva, Diana di Poitiers è stata una figura storica realmente esistente, che ha abitato la corte francese in veste di amante del re. Grazie a una sceneggiatura che predilige l’accuratezza storica rispetto alla leggerezza, lo spettatore assiste al dipanarsi della vita di una donna che ha fatto ciò che ha dovuto e potuto per restare a galla, danzando pericolosamente con il potere e arrivando a pagare un prezzo alto per ottenerlo. Nonostante il cast eccellente, La favorita del re vacilla in più punti, insufficientemente supportata da una regia traballante e singhiozzante e da dialoghi che appesantiscono notevolmente lo scorrere della trama, che risulta in conclusione bella e affascinante come la sua protagonista, ma altrettanto volubile e pesante, come i tessuti degli splendidi abiti che indossa.