Oggi vi proponiamo la recensione di un film di produzione francese dal nome Under Paris. Alla regia troviamo Xavier Gens (il film su Hitman del 2007 porta la sua firma) mentre la produzione è stata affidata alla casa Let me be e la distribuzione è ovviamente di Netflix. Il film è disponibile sulla piattaforma dal 5 giugno 2024. Il cast è composto da Bérénice Bejo (Sophia), Nassim Lyes (Adil), Lèa Lèviant (Mika) e Anne Maravin nei panni del sindaco di Parigi. A questi si aggiungono altri attori in ruoli secondari utili per gli eventi ma non di particolare importanza per la trama.
Come andremo a leggere all’interno della recensione di Under Paris l’argomento trattato non è così banale come può sembrare. Perché c’è uno squalo nella Senna? Che cosa si saranno inventati gli sceneggiatori per dare un senso a questa trama? La risposta non è così scontata come credete ma anzi andrà a toccare un argomento molto attuale dei giorni nostri. All’interno del film troviamo anche una riflessione su un tema conosciuto ma poco considerato in Europa. Per poter sapere di cosa si tratta vi consigliamo di proseguire con la lettura della recensione di Under Paris per poterne scoprire gli interessanti dettagli.
Una nuova specie di squalo
Sophia è una scienziata che nel 2021 è sulla tracce di uno squalo mako in quello che viene chiamato Il settimo continente. Un’immensa distesa di plastica in mare aperto nell’Oceano Pacifico è ciò che fa da scenario per la loro ricerca. Il loro scopo è trovare e controllare uno squalo di nome Lilith, marcato qualche mese prima, per poterne tenere traccia delle dimensioni e vari parametri. Durante l’immersione il marito e la sua squadra si imbattono in ciò che stavano cercando. Strabiliati dalle dimensioni fuori dal normale, Sophia decide di far prelevare un campione per poter capire cos’è successo al loro squalo. La stazza del predatore è passata da 2 metri a 7 nel giro di soli due mesi e non è possibile secondo la scienziata. Le potenti fauci della bestia risulteranno fatali per il marito e la sua squadra dopo il prelievo del campione.
Siamo nel 2024 e Sophia è diventata la guida di un acquario a Parigi. Il passato sembra ormai un ricordo lontano ma un ragazzino, in gita scolastica, fa riaffiorare lo spiacevole ricordo alla nostra guida. Abbandonato questo spiacevole evento si dirige verso casa dove viene fermata dalla giovane attivista Mika. Ella è interessata a saperne di più sullo squalo che ha divorato suo marito e la sua squadra. Ad un primo acchito non voleva saperne più della bestia ma decide poi di seguire Mika. Verrà accompagnata in un centro di ricerca nascosto che monitora i mari e nello specifico gli squali. Qui avviene la fatidica scoperta: Lilith è apparsa nella Senna. Incredula Sophia decide di fare delle ricerche e Mika, dal canto suo, farà altrettanto. Scopriranno qualcosa che ha dell’incredibile oltre ad una nuova specie di squalo le cui caratteristiche sconvolgono Sophia. Cos’avrà scoperto di tanto assurdo?
L’attualità di Under Paris
Uno squalo nella Senna è assurdo come pensiero ma in questo film ha senso e non solo nel film. Se dovessimo analizzare il discorso che Mika pronuncia nel momento in cui decide di aiutare lo squalo a tornare nell’Oceano c’è un fondo di verità. A dirla tutta non è un fondo ma una verità solida e sotto gli occhi di tutti, innegabile. Mika pone l’attenzione sul cambiamento climatico i cui effetti coinvolgono anche i mari e le specie viventi al suo interno. Con l’innalzamento delle temperature dei mari anche fiumi come Senna, Tamigi e altri potrebbero iniziare ad ospitare specie mai viste prima. Sì l’acqua del mare è diversa dall’acqua del fiume ma esiste l’adattamento come per qualsiasi cosa. Ed è proprio qui che ci porta il discorso di Mika, il cambiamento climatico comporta anche queste conseguenze.
Nel film viene reso tutto più eccessivo per fare scena però la realtà non è tanto lontana dai fatti. In Italia c’è stato un cambiamento delle zone di distribuzione di tre specie ossia il rombo quattrocchi, lo zerro e il gattuccio. Il loro spostamento verso acque più calde è sintomo di un cambiamento più lento in quelle zone e quindi di facile adattamento al nuovo clima. Non è tanto lontano dalla realtà ciò che ci viene proposto nel film. Il discorso di Mika è un chiaro messaggio dai giovani verso il governo francese proprio come una denuncia sociale il cui mezzo è un film. Un’altra denuncia sociale proviene sempre da Mika e riguarda l’uccisione di milioni di squali ogni anno per le loro pinne. In vari paesi del mondo, soprattutto asiatici, le pinne di squalo sono una vera prelibatezza per prepararci delle zuppe.
Le nostre conclusioni su Under Paris
Eccoci arrivati alla fine della recensione di Under Paris, film il cui tema non è solo uno squalo nella Senna. Un problema che non ci tange può essere davvero ignorato anche se sotto gli occhi di tutti? Lo scopo di un film del genere è proprio farci sbattere la testa contro questo muro di cui ignoriamo l’esistenza. Il messaggio che ci arriva non è nascosto, è chiaro e non fraintendibile. Mandare questo tipo di segnali con prodotti che sono fruibili da tutti è l’ennesimo modo per farci aprire gli occhi. Ciò che ci viene proposto può non essere bellissimo per quanto riguarda le CGI che viene però compensata dall’immenso riflettore puntato sul tema di fondo. Pensiamo ad Under Paris come una denuncia sociale ad hoc per poter essere vista e compresa, la quale potrebbe portare ad una maggiore consapevolezza del problema.
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Cosa si cela dietro uno squalo nella Senna? Che cosa unisce una scienziata a un predatore degli oceani? Questo film vi da delle risposte ma fa anche di più. Vi mette nelle condizioni di aprire gli occhi, nel caso non lo abbiate ancora fatto, su un tema che sta segnando le generazioni attuali e quelle future: il cambiamento climatico. Non è più negabile l'esistenza di questo fenomeno la cui manifestazione si sta facendo sempre più evidente. Con Under Paris si è cercato di dare visibilità a tale argomento con uno strumento insolito ma efficace ovvero il film. Se vi annoiano i documentari o non volete passare ore e ore a informarvi su cosa potrebbe comportare tale fenomeno al nostro pianeta, Under Paris ve ne da un assaggio in chiave drammatica. Non è solo uno squalo smarrito in un fiume, non è solo un rapporto tra umani e squali ma lo è tra umani e ed ecosistemi. Questo è quello che Mika con il suo messaggio ci vuole far capire o anche solo farci pensare. Il prodotto ha come scopo quello di informare o formare le persone su quello che sta accandendo. Non che accadrà perché è già in atto. Ha le sue pecche come la CGI o la poca capacità degli attori di far empatizzare lo spettatore con loro. Lo scopo però di mandare un segnale o anche solo accennarlo ha fatto centro. Il film è godibile, si vede senza arrivare alla fine con la testa pesante per i troppi concetti. Ha poca, pochissima trama il cui centro è il rapporto tra uno squalo e la scienziata a cui si aggiungono altri personaggi. Mika diventerà poi il vero fulcro del film andando a mettere da parte Sophia e lo squalo. Fulcro utile per lanciare un grido di aiuto a chi di dovere.