Avete presente i cliché? Quelle scene viste, riviste e straviste tipiche di alcuni film, soprattutto horror e romantici? Nel primo caso parliamo di personaggi che si dividono nonostante ci sia un serial killer a cercarli, che hanno costantemente il telefono scarico e che sono convinti di come sia una buona idea scappare nel bosco con i tacchi alti. Nel secondo caso abbiamo ragazze un po’ imbranate, uomini che non fanno palestra ma hanno costantemente un fisico scultoreo, delle tempistiche a dir poco assurde e bugie che rovinano la love story, ma un altro cliché è che in amore si perdona tutto, quindi nessun problema. È questo il caso di He’s all That? È una pellicola prevedibile e con una trama già vista tante e tante volte? Sorprendentemente, ci troviamo in una via di mezzo.
TIikTok: il deus ex machina di He’s All That
He’s All That è un film originale Netflix diretto da Mark Waters, lo stesso che nel 2004 diresse quello che ormai è un cult: Mean Girl (Amazon Prime Video). L’opera è il remake di una pellicola del 1999, dove i ruoli dei protagonisti erano invertiti (infatti il titolo era She’s all That) e approderà sulla piattaforma il 27 agosto. Il trailer ci fa capire bene il punto di partenza del film: la protagonista, Padgett, interpretata da Addison Rae, lavora come influencer. La cosa risulta subito un po’ irrealistica siccome frequenta il liceo, soprattutto considerando che ha già uno sponsor e un numero di followers che raggiunge le centinaia di migliaia, ma sorvoliamo su questo. Sfortunatamente, durante una diretta, scopre il tradimento del fidanzato, Jordan (Peyton Meyer) e la reazione che la umilia al punto da perdere il suo sponsor e molti dei suoi seguaci. Per tornare alla ribalta decide quindi di trovare il ragazzo più out della sua scuola (Cameron, interpretato da Tanner Buchanan) e trasformarlo del tutto, rendendolo così popolare da poter andare fiera di averlo accanto come re del ballo scolastico – altro cliché -.
Come già detto, la trama non è del tutto originale: i cliché fanno sì che ad ogni scena possiamo immaginare quella successiva. Ciò che quindi deve fare He’s All That per diventare una pellicola degna di essere vista è evitare di diventare un insieme di stereotipi romantici. Ebbene, pur non essendo una grande fan di questo genere, la pellicola è dotata di alcuni punti degni di nota e che ne hanno reso la visione piuttosto piacevole. Varie scene riescono a intrattenere con un po’ di comicità; gli amici dei protagonisti sono valorizzati quanto essi, cosa importante siccome solitamente questi film hanno un forte focus sui protagonisti. La regia non è nulla di eccezionale, ma fa il suo dovere. Anche i costumi, in particolar modo durante una festa a tema, sono belli da vedere. Infine, la morale che l’opera lascia trapelare è più che positiva: i protagonisti insegnano come non sia mai giusto cambiare per gli altri, rimanere sempre fedeli a se stessi è molto più importante.
I personaggi
Qui tocchiamo un paio di punti dolenti di He’s All That, ma anche in questo caso domina una via di mezzo. Gli stereotipi non sono esagerati: le amicizie sono ben valorizzate (e qui torna il discorso della non eccessiva focalizzazione sui protagonisti). Padgett non è superficiale come potrebbe sembrare dal trailer, anzi, è rispettato il suo lavoro di influencer come una vera professione, cosa che ancora oggi in molti non comprendono. La protagonista si ritrova in un paio di situazioni nelle quali mostra di avere una grande dignità e forza e non giudica gli altri in base alle loro scelte; ad esempio, un personaggio afferma di non voler andare al college e nonostante lei non condivida tale decisione, neppure la condanna.
Padgett si impegna inoltre ad aiutare la famiglia, non solo con il suo lavoro ma anche facendo piccoli servizi in casa. Ciò può sembrare normale, ma di certo non rientra nel cliché, errato, di influencer superficiale che non vuole sporcarsi le mani. Unica nota dolente della protagonista riguarda il suo rapporto con l’ex ragazzo, dato che fin dalla sua introduzione si mostreranno esclusivamente aspetti negativi di Jordan, come se non avesse alcuna qualità. Allora perché la ragazza, così intelligente, forte e orgogliosa, stava con lui? Questo è l’unico piccolo buco di trama riscontrabile, ma anche perdonabile.
Anche Cameron ha tante note positive: ha più hobby interessanti che vengono valorizzati, e non lasciati lì dopo un accenno solo per rendere il personaggio più “profondo”. Ha un forte legame con la famiglia e con la migliore amica e gli piace mostrarsi per quello che è. Tornando ai personaggi secondari di He’s All That, se questi – per lo meno quelli positivi – da una parte sono ben definiti, d’altro canto le comparse e gli antagonisti non hanno la benché minima caratterizzazione e sembra che il loro obiettivo di vita sia solo la popolarità. Descrivendoli, potremmo limitarci a dire che sono, appunto, i cattivi del film. Sono state invece significative le famiglie dei protagonisti, ovvero la sorella di Cameron e la madre di Padgett. Entrambe delle vere figure di supporto, in grado di aiutare questi personaggi nei momenti di difficoltà, con validi consigli e una costante presenza, nei momenti belli e in quelli più bui.
Cameron: il personaggio peggiore
Da un altro punto di vista, He’s All That potrebbe lanciare alcuni messaggi negativi. Per valorizzare Cameron spesso vengono sminuiti altri personaggi maschili; soprattutto all’inizio egli sembra essere piuttosto arrogante, considerando un po’ tutti i suoi compagni di scuola come se fossero superficiali e stupidi. Lecito da parte sua pensarlo, ma quando la pellicola svaluta tutti solo per far risaltare Cameron, il messaggio che traspare è quindi che solo il suo comportamento sia quello giusto. Peccato che non sia così perfetto come appare. Ad esempio, in una scena, egli prende in giro alcune ragazze che non sanno cantare; ciò non porta nulla ai fini della trama, ma dimostra una certa nota d’ipocrisia da parte sua: sono tutti frivoli tranne lui, ma alla prima occasione diventa il bulletto della situazione. Non sembra una cosa molto grave se paragonata a ciò che fa Padgett, ma perlomeno questo lato di lei lo vediamo fin da subito, mentre Cameron vuole essere rappresentato come il tipico “bravo ragazzo”. Proprio per questo è lui a lanciare un grave messaggio ambiguo: idealizzato come un modello da imitare, commette azioni ipocrite che potevano essere facilmente evitate con un pizzico di attenzione in più.
Insomma, He’s All That è da vedere o no?
Senza contare il carattere del tutto irreale di certe situazioni, come un personaggio che nel 2021 ha come telefono quello che sembra un vecchio Nokia, o il fatto che siano tutti studenti ma non li vediamo mai aprire un libro, o ancora lo “sfigato di turno” che appena si leva la camicia ha un fisico degno di un modello di Abercrombie, la trama riesce a intrattenere. Certo, He’s All That non è un film degno di un Oscar, ma quando girando su Netflix troverete la sua locandina, io vi consiglio quantomeno di aggiungerlo alla lista delle prossime visioni, per poi recuperarlo quando avrete voglia di un po’ di leggerezza liceale. I vari cliché sono abbondantemente compensati dalla caratterizzazione dei personaggi e dallo sviluppo della trama; a essere del tutto assenti sono i colpi di scena, ma essendo questa una commedia molto probabilmente avrebbero stonato, quindi va benissimo così. Nella speranza che questa recensione vi sia piaciuta, vi invitiamo a unirvi al nostro canale Telegram, per vederne sempre di nuove e per rimanere sempre aggiornati in ambito di film, serie, giochi e tanto altro.
He's All That è una pellicola che si guarda volentieri quando si è in cerca di qualcosa di leggero. Non è nulla di eccezionale, ma neppure un film da bocciare, con personaggi ben caratterizzati, comicità adatta e quel po' di drama che una commedia romantica richiede. A livello di trama è un film che avrebbe potuto fare qualcosa in più senza sforzarsi eccessivamente, soprattutto verso i cliché romantici che rendono il tutto prevedibile, grave pecca, ma al contempo permettono qualche risata. In conclusione un buon film, ma poteva essere migliore.