La PlayStation Showcase 2021 si è da poco conclusa e tutti, in modo piuttosto pacifico, hanno potuto analizzarla a freddo. Girando sul web e sui vari social, noto reazioni molto contrastanti riguardo la conferenza esclusiva Sony. Per molti è stato una manna dal cielo, con molte certezze di titoli già visti (e qualche novità assoluta), soprattutto in questo momento storico, di piena pandemia. Altri, al contrario, stanno letteralmente massacrando la stessa in quanto non ha soddisfatto le aspettative richieste, notando infatti una “pochezza” di contenuti davvero appetibili. Quanto ha davvero offerto Sony e, soprattutto, chi ha davvero ragione, al momento? La risposta, la vedremo più avanti, ma ora andiamo con più calma.
In un’ora, la PlayStation Showcase di quest’anno ha voluto sparare effettivamente le numerose cartucce in canna, anche se in titoli che abbiamo già incontrato negli anni. Ora che il 2021 è quasi al suo termine, infatti, saremo partecipi a un anno solare scoppiettante, con diversi giochi che, sicuramente, riusciranno ad intrattenerci. Peccato però che c’è un problema. Se da un lato vedremo molti AAA con indubbia qualità, la conferenza ha peccato ancora di comunicazione, un problema che affligge Sony da non pochi anni, ormai.
Una sensazione di déjà-vu
Detta velocemente, molti annunci presentati due giorni fa, hanno quasi tutti gli stessi contenuti mostrati l’anno scorso da Sony. Per i primi minuti di conferenza, ci sono stati (in ordine) un remake, un altro trailer del capitolo spin-off di Borderlands (simpatico e caciarone come l’intera serie) e due nuovi annunci (di cui parleremo in seguito). Dopodiché, il nulla. Cercherò di riassumere il tutto qui di seguito.
La conferenza, infatti, mostra una remastered di Alan Wake di cui forse in pochi avevano bisogno, una riconferma di GTA Online che invaderà anche le nostre PS5 (con un GTA 5 che tra qualche giorno spegnerà le sue 8 candeline) e continua con Ghostwire Tokyo e Guardiani della Galassia che mostrano novità esclusivamente narrative. La PlayStation Showcase prosegue con un Deathloop presentato ancora una volta per tappare qualche minuto vuoto, un evento di Radiohead in arrivo (perché sì) ed una riconferma di Uncharted su PC (che abbiamo visto non essere più un mistero).
Proprio sul finale, però, si sono viste le vere novità che in molti aspettavano da troppo tempo. Gran Turismo 7 mostra ancora i muscoli e quanto Kazunori Yamauchi metta la sua passione innata per i motori nella sua serie di punta. Grande amore si evince anche in God of War Ragnarok, con un Kratos sempre più “calmo e ragionevole” e un Atreus cresciuto di pari passo con i videogiocatori. Questi ultimi due hanno diviso i fan per i motivi più disparati, ma questi li analizzeremo in seguito.
I nuovi annunci nella PlayStation Showcase
A parte le due piccole parentesi Marvel presentate da Insomniac, del quale mostrano poco o nulla. I nuovi titoli presentati sono stati sostanzialmente due, con entrambi aventi delle caratteristiche interessanti.
Project Eve
Project Eve è il nome (non so se del progetto o del gioco) del nuovo titolo di una casa coreana molto acerba, tale Shift Up. Essi non vantano titoli di grande spessore, ma sta comunque facendo parlare molto di sé per i motivi più ovvi. In primis perché sembra molto (troppo) simile a NieR Automata (anche se a Yoko Taro sembra non importare), ma anche per un comparto tecnico di spicco, nonostante sia un’azienda nata da poco.
Il titolo dell’azienda coreana promette molto potenziale, ma la sua somiglianza con il titolo di Taro è un’arma a doppio taglio. Non solo in futuro avrà il grosso rischio di essere paragonato costantemente a NieR, ma potrà persino essere eclissato da quest’ultimo, rischiando di divenire l’ombra (o persino la parodia) dell’opera targata Platinum Games. A parte tutto, però, è notevole la cura di Shift Up nel rappresentare le donnine.
Forspoken
Ricordate quel famoso Project Athia presentato a giugno dello scorso anno? Oggi ha un nome ed è anch’esso un progetto completamente nuovo di un’altra azienda acerba, Luminous Productions. Conosciuti per aver sviluppato solo la versione Stadia di Final Fantasy XV, questa nuova casa di sviluppo sta compiendo l’impossibile per svoltare nel nuovo mercato videoludico, e al momento ha tutte le carte in regola per farlo.
Abbiamo presentato anche un’anteprima di Forspoken, ma per riassumere il tutto è un “Final Fantasy” atipico, ma dalle grandi premesse. A quanto viene presentato, ha molti assi nella manica, ma correrà un grosso rischio: dovrà giocarsi le sue carte con altri titoli che saranno rilasciati nello stesso periodo dell’anno.
Le questioni “Gran Turismo” e “Ragnarok”
Come accennato poc’anzi, entrambi dimostrano di essere titoli con grosso impatto emotivo. Da soli, però, non sono riusciti a reggere l’oblio lasciato da titoli minori che hanno occupato quei 40 interminabili minuti di conferenza (o “sofferenza”, dipende da come l’avete vista). Secondo alcuni, invece, i giochi hanno mostrato diverse lacune e poca sostanza, sottolineando come i trailer di entrambi li descrivono già come “versioni aggiornate” dei loro rispettivi titoli precedenti.
Cosa non va in Gran Turismo?
A primo impatto, nulla. O, almeno, così si deduce da ciò che viene mostrato in video. Il gioco mostra un’interfaccia (ancora una volta) rivoluzionata, con un comparto tecnico spaventoso e tempi di caricamento nei menu e in gara quasi nulli. Come sempre, i dettagli la fanno da padrona e la sua modalità fotografica già spaccamascella da una generazione riceve un ulteriore aggiornamento.
In sintesi, dire che Gran Turismo 7 è rimasto identico a quanto visto l’anno scorso (se non peggio), è un concetto profondamente sbagliato. Ci sono ben altri problemi di cui occuparsi e che nessuno si è ancora posto: questo GT next gen avrà ancora i muri di gomma? Questo, al momento, non è dato saperlo e lo scopriremo solo vivendo.
Ragnarok è pressoché uguale al precedente?
Sì, e quindi? La serie di God of War, tutto sommato, non ha mai mostrato così tanti miglioramenti tecnici e di gameplay. Piuttosto, Santa Monica si è sempre sbizzarrita nella creatività dell’uso di diverse armi e “gadget” offerti al protagonista. Per fare un rapido excursus, la “classica” trilogia del Fantasma di Sparta ha avuto diverse modifiche di gameplay, ma lasciando intatta la sua identità.
Ciò che ha reso la serie di Santa Monica un must have per ogni giocatore è stata l’evoluzione di Kratos nelle sue sfaccettature e l’epicità da essa derivata, nonostante rimanga sempre “uguale”. Ora, però, voglio porre io una domanda, anche un po’ come provocazione: secondo voi è davvero cambiato qualcosa dal terzo capitolo uscito su PS3 ed il “sequel reboot” su PS4?
E gli indie?
Da molto tempo è risaputo il fatto che la situazione tra Sony e i giochi indie non sia delle più rosee, tutt’altro. Proprio per questo motivo, i giochi indie avrebbero dato quella marcia in più che sarebbe servita proprio a Sony, dopo tutti questi AAA mostrati, e la PlayStation Showcase sarebbe stata l’occasione perfetta. Ancora una volta, il colosso giapponese sembra peccare di presunzione e presenta noncuranza dinanzi ad un mercato che ha molto da dire e del quale solo Microsoft sembra essersene accorto.
Tuttavia, l’evento ha presentato Thcia, forse l’unico vero indie in tutta questa carrellata di “titoloni”. Sviluppato dai ragazzi di Awaceb, il gioco è fortemente ispirato alla Nuova Caledonia, ma con meccaniche già viste in un altro colosso del gaming, e questa volta Nintendo. La protagonista, infatti, ha il potere di entrare spiritualmente nel corpo dei diversi animali presenti nell’isola, controllarli a suo piacimento e persino interagire con essi. Ciò ricorda fortemente le meccaniche di Super Mario Odyssey, quindi potreste trovarvi dinanzi ad un titolo completamente esplorabile e stimolante. Peccato, però, che solo Tchia non basta.
Conlcusioni riguardo la conferenza
La mia Playstation Showcase si è conclusa con un sonoro “E quindi?” dinanzi ai titoli di coda. Questa conferenza è stata l’ennesima conferma di “resa” da parte di Sony ad un mercato PC sempre più fiorente, dettata già dalla non più esclusività di Uncharted e confermata con la quasi mancanza di nuove IP (per non dire di nuovi titoli, in generale). D’altro canto, però, sono rimasto soddisfatto della conferma di giochi che ci divertiranno nell’anno che verrà, e che ci regaleranno esperienze tutto sommato piacevoli. Ma solo questo può bastare?
Noi videogiocatori meritiamo di “accontentarci” di un anno povero di titoli? O meglio, è giusto adesso doverci accontentare, nonostante diversi problemi siano ormai quasi tutti risolti? Certo, il COVID in questi ultimi due anni ha rallentato e complicato lo sviluppo in ogni ambito, soprattutto in quello videoludico. Però, in questo momento storico, ora che la pandemia non è più un problema giornaliero, ora che abbiamo diversi piani di riserva nell’organizzare il lavoro di gruppo, ha ancora senso nascondersi dietro un dito ed usare la scusa della pandemia, per difendere una conferenza non all’altezza? Per questa volta, sì, e il motivo è presto spiegato.
Indubbiamente la qualità della conferenza è stata perlopiù mediocre, ma noi fruitori ci aspettiamo moltissimo da Sony semplicemente perché siamo stati abituati in questo modo negli anni. Quindi, un ipotetico PlayStation Showcase privo di giochi farebbe storcere il naso a chiunque, come è successo a me inizialmente. Ma facciamo un ipotetico caso dove, a presentare i vari titoli, sia stata la controparte Microsoft. Avrebbe provocato lo stesso rumore? Forse sì, ma tutto sommato non avrebbe fatto alcuna differenza. Perché indignarsi davanti a diversi trailer di giochi che attendiamo da tempo, se alla fine ce li ritroveremo tutti al day one sul Game Pass?
Ringrazio tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a questo punto, di sicuro non è stato facile per entrambi. Ricordiamo che articoli di approfondimento o di opinione riguardanti tutto il mondo videoludico (e non solo), saranno presenti tutti sul sito di Kaleidoverse.it. Inoltre, abbiamo anche un canale Telegram che vi aggiornerà costantemente su ogni articolo che verrà presentato. Prossimamente ci sarà un altro approfondimento su… boh, Roblox, penso. Credo che avrò da lamentarmi anche lì.