Il 9 dicembre sulla piattaforma Netflix approderà un film basato su un libro auto-biografico di un personaggio molto importante per la cultura giapponese, e non solo. Partiamo però da una piccola introduzione della vita di costui. Stiamo parlando di Takeshi Kitano, nato nel 1947 a Tokyo; per una serie di eventi collegati a una situazione familiare disagiata, ancora in giovane età si trasferisce con la madre e i fratelli a Senju, uno dei quartieri più poveri della capitale. Le difficoltà incontrate in questo periodo e la forte diffusione di clan di Yakuza segnano profondamente il giovane, che poi riuscirà a sfruttare anche queste sofferenze come materiale delle sue opere. Nel 1972, dopo aver lasciato l’università, non contento della sua realtà precaria, decide di lasciare la famiglia e di provare a realizzare il suo sogno.
Si trasferisce così ad Asakusa, con l’obiettivo di diventare un comico. Il giovane aspirante artista viene assunto al Français, un locale in cui si esibisce il grande Senzaburō Fukami, colui che diventerà un punto di riferimento e insegnamento costante per il ragazzo. A oggi Kitano è un attore, regista, sceneggiatore, montatore, conduttore televisivo e comico giapponese, vincitore del Leone d’Oro al Festival del cinema di Venezia nel 1997, e del Leone d’Argento nel 2003. Considerato uno dei più importanti registi orientali viventi per il suo stile unico e per l’originalità del suo cinema, sarà lui stesso a raccontare le sue origini, e le sue esperienze formative in un testo intitolato Asakusa Kid, progetto a cui attinge la nuova trasposizione Netflix.
Asakusa Kid, il film targato Netflix
Il regista e sceneggiatore di Asakusa Kid è il comico Gekidan Hitori. Il film ci fa ripercorrere i primi passi di Takeshi Kitano, utilizzando in modo particolare due flashback, uno all’interno dell’altro. Infatti, le scene iniziali sono ambientate nel presente, dove un ormai anziano e affermato artista si accinge a partecipare a uno show televisivo. Prima di entrare in scena, l’uomo esegue con grande maestria una serie di passi tip tap, come una sorta di rito per allontanare pressioni e ansie da prestazione. Comincia così il primo tuffo nel passato, che ci riconduce nel 1974. La seconda, e più importante ritorsione temporale, inizia dopo poco e ci riporta nel decadente distretto di Asakusa. Qui assistiamo alla giovinezza del protagonista, il quale per realizzare il suo sogno, decide di provare a diventare un allievo del famoso Senzaburō Fukami.
Una volta entrato Français, ci vengono presentati gradualmente tutti i vari artisti che compongono il palinsesto del locale. Ma la bellezza di questo arco narrativo è dato dalla chiara urgenza del protagonista di apprendere, e diventare qualcuno. A regalare leggerezza al film sono le innumerevoli situazioni create da Fukami, appositamente per insegnare a Takeshi l’arte del ballo, dell’intrattenimento e dell’essere un comico a trecentosessanta gradi. Assistiamo al miglioramento graduale del ragazzo, sotto la guida severa ma bonaria del suo maestro. Ma la vita non è una pellicola, e paradossalmente questa regola vale anche in questo caso. Il protagonista si troverà a dover intraprendere scelte difficili, in un contesto storico diviso a metà, da una parte la tradizione ormai fuori moda, e dall’altra l’innovazione, lontana però dalla visione del suo ammirato mentore.
Un’interpretazione impeccabile
I membri che compongono il cast riescono ad accrescere il forte impatto che suscita il lungometraggio. La loro interpretazione è davvero molto credibile e ponderata. Probabilmente non si riesce a cogliere la grandissima professionalità degli attori se non si effettuano dei raffronti con i personaggi reali. Infatti, dopo aver guardato il film, per curiosità ho fatto delle ricerche sul protagonista. Osservando alcuni video del famoso comico, risulta eclatante lo studio meticoloso che il suo interprete ha eseguito su Takeshi Kitano. Tutto di lui, le movenze, abitudini e portamento sono riprodotti in modo encomiabile. Approfondiamo quindi l’argomento analizzando i ruoli principali:
- Yūya Yagira è il giovane Takeshi Kitano. Il personaggio in un primo momento si pone come un ragazzo continuamente in fuga, incapace di trovare il suo posto nel mondo. Con il progredire della storia invece si coglie il suo grande coraggio e dedizione verso la sua aspirazione. Capace di rinunciare a tutte le sue sicurezze e affetti, pur di continuare a rincorrere il suo sogno, diventare un comico per lui non è solo un’aspirazione lavorativa, ma diventa la ragione stessa della sua esistenza. In questo processo evolutivo una figura principale è sicuramente quella del suo maestro.
- Yo Oizumi rappresenta il grande Senzaburō Fukami, il quale personalmente è il personaggio che mi ha colpito di più. Il suo essere racchiude tante caratteristiche peculiari, ma principalmente ciò che lo contraddistingue è il suo viscerale orgoglio di essere un comico. Un uomo tutto d’un pezzo, con un bagaglio culturale ampio, che lo rende un punto di riferimento per tantissimi artisti emergenti del momento, fra cui anche Takeshi. L’unico difetto, se così vogliamo definirlo, è l’inespressività dei suoi reali sentimenti. Dietro ai suoi modi burberi però, si cela una sensibilità e un attenzione ai particolari, tipici di un amorevole genitore, il cui fine è indirizzare il proprio figlio verso un sentiero di successo e prosperità.
Asakusa Kid, una finestra sul Giappone
Il film di Asakusa Kid mi ha colpito sotto diversi aspetti. La pellicola fornisce una finestra ben definita sulla realtà giapponese dell’epoca, con le sue bellezze ma anche le sue brutture. Uno dei fattori più pungenti è dato dalla situazione delle donne, le quali erano accolte nel mondo del teatro esclusivamente per spogliarsi, non importava quali e quante qualità possedessero. Erano proprio loro, con i loro strip, ad attrarre quel piccolo numero di pubblico disposto ancora a pagare per vedere delle esibizioni live. A tal proposito, il lungometraggio presenta due grandi contrapposizioni, di cui una è di carattere prettamente storico. Assistiamo al passaggio di un’era, al progressivo utilizzo delle televisioni nella quotidianità della popolazione, corrisponde infatti il conseguente declino degli spettacoli dal vivo.
Un’ulteriore antitesi è per lo più culturale, data delle varie tipologie di sketch comici tipici del momento. Da un lato abbiamo una comicità classica, data da una vera e propria rappresentazione teatrale di vicende anche dal carattere storico. Dall’altro abbiamo l’affacciarsi del manzai. Questo nuovo stile, molto simile al nostro cabaret, viene recitato da una coppia di attori, che si scambiano battute a una considerevole velocità. Molte di queste, si basano su fraintendimenti e giochi di parole. L’importanza storica di Takeshi Kitano è data proprio dalle sua scelta all’avanguardia di fare completamente a pezzi tutti gli schemi precedenti per creare uno spettacolo mai visto prima.
Le nostre conclusioni su Asakusa Kid
Sono stati diversi i momenti che mi hanno emozionato nel corso della visione di Asakusa Kid, ma quello che mi resterà più impresso è il modo in cui viene descritto il legame fra Senzaburō Fukami e il protagonista. Ammirazione, rispetto, fiducia, sentimenti non necessariamente palesati, ma sempre presenti. Il film sottolinea più volte la grandezza di quest’uomo, il quale è rimasto fedele fino alla fine a se stesso e a propri valori, diventando un maestro, soprattutto di vita per Takeshi. Un lungometraggio che descrive la realtà, fatta di continui alti e bassi, ai quali però non bisogna mai arrendersi perseguendo l’obiettivo che ci si pone. Vi consigliamo quindi di vederlo, e per non perdervi nessun articolo interessante, continuate a seguirci sul sito Kaleidoverse e iscrivetevi ai canali Telegram e Youtube.
La piattaforma Netflix dal 9 dicembre ci regala Asakusa Kid, una pellicola davvero interessante e ben realizzata sulla vita di Takeshi Kitano. Ripercorreremo le sue origini e i suoi primi passi nel mondo della comicità, guidato da un grande artista del tempo, Senzaburō Fukami. Un film pieno di spunti di riflessione, che ci mostra con estrema accortezza uno scorcio storico del Giappone dell'epoca, e della sua cultura.